I femminicidi, l’amore coniugale e l’amore di Dio per gli uomini

Attualità & Cronaca

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Penso con tristezza ai due femminicidi avvenuti a poche ore di distanza il giorno 13 luglio. Nel Casertano una donna che un anno fa era sopravvissuta a 25 coltellate inferte dal marito, è stata uccisa a colpi di pistola dall’attuale compagno. Un’altra donna, a Bari, è stata uccisa dal compagno con un coltello da cucina. Penso con tristezza a tutti femminicidi che avvengono continuamente nel nostro paese e nel mondo. Penso con profonda tristezza che i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno diffusissimo nel nostro civile paese e in tante parti del mondo. Sono milioni le donne maltrattate fisicamente e psicologicamente. Penso a quante unioni matrimoniali e non matrimoniali falliscono. E penso alle parole di Gesù: «Non avete letto che il Creatore, da principio, li creò maschio e femmina e che disse: “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi» (Mt 19, 4-6).

Quando Gesù pronunciava queste parole, avveniva questo: la “carne” maschile adulta (i giovani ebrei si sposavano a diciotto anni), s’impadroniva della “carne” femminile ancora bambina sebbene già in età fertile (le ragazze si sposavano intorno ai tredici anni). I matrimoni di norma erano combinati dai genitori. Ed è giusto pensare che, come avviene ancora oggi in molti paesi dove gli uomini sposano bambine, la carne femminile era violentata dalla carne maschile.

I matrimoni e le unioni non matrimoniali, oggi, che durano felicemente per tutta la vita, nel senso che i coniugi continuano per sempre ad amarsi, sono una percentuale minima.

Alle luce di tutto questo sembra abbastanza strana l’insistenza  da parte della Chiesa di paragonare l’amore coniugale all’amore di Dio per gli uomini. Un sacerdote scrive sul blog “Come Gesù”: «Ritengo utile richiamare brevemente il motivo per cui San Tommaso d’Aquino diceva che: “Il matrimonio è l’icona dell’amore di Dio per noi. Anche Dio, infatti, è comunione: le tre Persone del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta. Ed è proprio questo il mistero del Matrimonio: Dio fa dei due sposi una sola esistenza”. Queste parole sono state richiamate spesso dai Papi recenti e sono richiamate anche in Amoris Laetitia al n. 121. Inoltre, come dice San Paolo nella lettera agli Efesini, l’amore dello sposo per la sposa deve essere simile a quello di Gesù per la Chiesa (che dà la vita per Lei) ».

Il bravo sacerdote ha dimenticato di riportare anche le seguenti parole di San Paolo: “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto” (Ef 5, 22 – 24). Il che fa comprendere come il paragone con l’amore di Dio calzi a pennello… e perché ancora oggi gli uomini continuino a maltrattare le donne fino ad ucciderle: non sono abbastanza sottomesse.

A mio parere il paragone non calza anche per altri motivi. Il principale è che nell’amore coniugale gioca un ruolo fondamentale un aspetto materiale che non può esistere, ovviamente, nell’amore di Dio per gli uomini: l’attrazione sessuale.

Ad ogni modo, se anche il paragone calzasse, la Chiesa non rassomiglia all’amore di Dio per gli uomini ciò che il matrimonio è nella realtà, ma ciò che vorrebbe fosse il matrimonio.

Renato Pierri

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