I figli della pandemia

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Nell’infanzia e nell’adolescenza almeno il 30% dei disturbi di apprendimento derivano dal lockdown e dalla dad. In un centro sanitario del milanese si è iniziato a curare una trentina di minori che presentavano problemi di ansia acuta, fobie, ritiro, disturbi del sonno o dell’alimentazione.

© Riccardo Giordano / AGF
– Bambino di una scuola elementare in dad

AGI – A due anni dall’inizio della pandemia, il Polo Zero-17 Fatebenefratelli a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, ha iniziato ad affrontare i disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza e almeno il 30% dei casi trattati derivano dal lockdown e dalla Dad, sono cioè conseguenze del cambiamento degli stili di vita imposti alle famiglie dall’emergenza Covid 19.

Per ora sono una trentina i minori in cura presso il centro milanese, che lavora in sinergia con l’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba: provengono prevalentemente dall’area metropolitana di Milano.

“I minori arrivano per iniziativa delle famiglie, consigliate dal pediatra o dall’insegnante – spiega la Psicopedagogista Fiorenza Ricciardi, responsabile del progetto zero 17 Fatebenefratelli – e presentano tipologie molto diverse di necessità, che sono affrontate da un’équipe di specialisti, per essere poi indirizzati a quello più competente, dal neuropsichiatra al logopedista, per citarne solo due”.

Ci sono molti casi di disturbi dell’apprendimento, che richiedono attività di potenziamento o riabilitazione per quanto riguarda ad esempio lettura, scrittura e calcolo.

Superato il primo colloquio e la verifica diagnostica, il trattamento viene effettuato attraverso sedute di 45 minuti e il percorso può durare dai tre ai sei mesi per i disturbi dell’apprendimento.

Tuttavia – segnalano gli esperti –  ci sono ulteriori difficoltà: ansia e ritiro sociale sono conseguenza del periodo di lockdown e riguardano un caso su tre.

Questi disturbi richiedono percorsi lunghi e, in qualche caso, un supporto farmacologico.

“Da anni sono un terreno di lavoro del Centro S.Ambrogio Fatebenefratelli, ma finora affrontavamo solo casi adulti. Adesso vediamo l’esordio di questo problema anche in bambine tra i 10 e i 12 anni” commenta la psicopedagogista.

“Il disturbo prevalente, al momento, è il disturbo dell’apprendimento – sottolinea – che non significa semplicemente ‘essere distratti o svogliati’ ma manifestare una sofferenza, come la difficoltà a comprendere i testi o seguire le lezioni, a fronte di una normale capacità cognitiva”.

I minori esprimono alle volte ansia acuta, fobie, ritiro, disturbi del sonno o dell’alimentazione, che possono essere ricondotte al lockdown o semplicemente “innescate” dal nuovo stile di vita imposto dalla pandemia. Nelle famiglie sta crescendo la propensione a riconoscere i segnali del disagio e a chiedere aiuto.

 

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