“I guastatori non rovineranno la festa delle sardine a Roma”. Intervista a Mattia Santori

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“Ci sono arrivati vari endorsement o annunci di partecipazione dal mondo politico, artistico, culturale, e religioso. Ci fa piacere – ha detto Santori – perché l’obiettivo da sempre è metterci la faccia e uscire allo scoperto”

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Gaetano Lo Porto / AGF
Mattia Santori

“L’obiettivo di radunare 100 mila persone è molto coraggioso ma nelle ultime settimane essere ambiziosi ha pagato”. Arriveranno persone da tutta Italia, “questo è bellissimo” però, “domani sarà principalmente la piazza di Roma. C’è stato un invito, quindi, è Roma che perde o vince questa sfida”. I militanti di Forza Nuova o di Casapound “penso non verranno” ma in caso contrario “qualche decina di guastatori non riuscirà a rovinare la festa” poi “se vogliono partecipare ad una manifestazione antifascista in cui si canta ‘Bella Ciao’ organizzata da un ragazzo di colore che lotta per lo ‘Ius Soli’, hanno un problema interno”. La sardina numero uno, Mattia Santori, parla all’Agi mentre è in treno diretto verso la Capitale dove domani in piazza San Giovanni andrà in scena l’attesissima manifestazione delle sardine, il primo appuntamento di rilievo nazionale a cui seguirà, il giorno dopo, una riunione tra tutti i referenti dei territori, circa 160 persone, per delineare le sfide future del movimento nato a Bologna in contrapposizione alla Lega e alle destre.

“Fare aggregazione, riappropriazione di spazi politici lasciati vuoti”, è la chiamata del ‘portavoce delle sardine, un messaggio in linea con le iniziative precedenti. No alle bandiere di partito, circa 90 minuti di scaletta con musica, letture, e spazio alla cultura. Annunciata la presenza di diversi artisti, scrittori o personaggi dello spettacolo (Giobbe Covatta, Alba Parietti, Dacia Maraini, Erri De Luca), politici e componenti della società civile e dell’associazionismo.

“Ci sono arrivati vari endorsement o annunci di partecipazione dal mondo politico, artistico, culturale, e religioso. Ci fa piacere – ha detto Santori – perché l’obiettivo da sempre è metterci la faccia e uscire allo scoperto”. Quanto all’evento in sè il “non ci sarà un vero e proprio palco. Sarà tutto molto semplice”.

Rispetto ai numeri della piazza il leader delle sardine non si sbilancia spiegando che, come avvenuto in passato in altre città, le adesioni sono state spontanee quindi non mancherà fino all’ultimo, l’effetto sorpresa. Da questo punto di vista siamo “completamente allo sbaraglio. A parte una quindicina di pullman che partiranno da Campania, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, la maggior parte della gente – ha spiegato la sardina numero uno – arriverà in maniera autonoma. Ad un giorno di distanza non abbiamo idea di quante persone ci saranno perché non c’è nessuna organizzazione in questo. È il bello della diretta”.

Una piazza ‘rischiosa’ e difficile da riempire che per alcuni potrebbe rappresentare un boomerang e per altri, invece, il definitivo trampolino di lancio del movimento. Ma l’attenzione del portavoce e fondatore delle sardine (“a meno che non saremo in soli 5 mila”) non è tanto sulle cifre quanto sul messaggio.

“Come sempre più della guerra dei numeri facciamo la guerra della qualità. Ci interessa che i contenuti proposti siano un’alternativa al messaggio lanciato dalle destre. Credo che domani – ha detto – sarà comunque un successo perché le energie che scenderanno in piazza avranno un valore ed un significato. Sarà soprattutto la piazza di Roma e della regione Lazio. Tuttavia, essendo la Capitale la manifestazione ovviamente assume una valenza nazionale perché ci sarà tanta gente che vorrà unirsi pur essendo già stata in piazza in altre città”.

L’endorsement alle sardine, o quanto meno una disponibilità al dialogo con un fenomeno che ha ‘spiazzato’, nell’ultimo mese, forze politiche e non, è arrivato anche dal Vaticano. “La componente cattolica e cristiana c’è stata fin dall’inizio nel fenomeno delle sardine. Il nostro messaggio – ha ricordato Santori – è stato raccolto tantissimo soprattutto da chi ha un percorso di fede che associa ad un determinato stile di vita. Quindi non mi stupisce che anche il Vaticano si sia reso conto di questa sinergia”.

“Nessun paragone, grazie”

Respinto al mittente, poi, il paragone, con la piazza San Giovanni dei ‘girotondini’ (14 settembre 2002) che segnò l’apice e allo stesso tempo il declino del movimento al grido di Nanni Moretti “non perdiamoci di vista” poi non raccolto. Invece, domenica prossima il giorno dopo la manifestazione romana, le sardine faranno i conti con il futuro per definire strategie e nuove iniziative in piazza e non solo.

In programma, infatti, sempre nella Capitale, un incontro con i 160 referenti delle varie città. Referenti non nominati dai creatori delle sardine ma che si sono in qualche modo “auto selezionati” in quanto organizzatori degli eventi nei vari territori. Nessuno strappo dalle sardine rispetto alla loro recente storia, nè alcuna intenzione di trasformarsi in un partito.

Si punta, cioè, ad uniformare, innovare e a rafforzare su tutto il territorio, lo stesso messaggio partito da Bologna e poi diffuso a macchia di leopardo dentro a fuori i confini nazionali. “Dovremo darci una struttura non tanto sui contenuti quanto sull’organizzazione. L’idea che spiegheremo domenica ai vari referenti – ha sottolineato Santori – è che l’obiettivo è essere un corpo intermedio tra la politica e il mondo civico attivo. Non possiamo sostituirci alle associazioni, alle lotte e alle battaglie politiche dal basso. Dobbiamo rappresentare un collegamento tra i partiti e la società civile attiva. Noi cerchiamo di presentare alla politica le istanze di questo mondo, in maniera aggregata”.

“Coinvolgimento delle persone e innovazione della narrazione del messaggio politico” sono le parole chiave per il futuro del movimento sulla scia, dunque, del messaggio lanciato dal Crescentone di piazza Maggiore: “dove le persone – ha concluso Santori – sono state invitate a partecipare scrivendo un messaggio su una sardina, senza quindi assistere in modo passivo ad un comizio”.

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