I lupi possono contenere l’avanzata dei cinghiali dentro Roma?

Attualità & Cronaca

Di

Piccoli branchi di lupi sono stati avvistati alle porte della capitale, nei pressi di Labaro e Prima Porta e una quarantina, almeno, tra Formello, Campagnano e Sacrofano. Ciucci: “Non c’è da avere paura”.

di Alberto Ferrigolo

©  Afp –  Lupi

 

AGI – Dopo i cinghiali arrivano i lupi. Anche loro sempre più prossimi alla città, a piede libero. Sono stati avvistati alle porte della capitale, nei pressi di Labaro e Prima Porta e una quarantina, almeno, tra Formello, Campagnano e Sacrofano. Ad attirarli verso i centri abitati è però la stessa presenza dei cinghiali, perché dove si muove la preda si muove anche il cacciatore. I lupi si starebbero spostando sulla scia dei cinghiali, di cui vanno ghiotti attaccandoli in branco uno per uno. Sui social negli ultimi giorni sono comparse alcune segnalazioni di avvistamenti.

I cinghiali si spingono fin dentro la città a lambire i cassonetti strabordanti di sacchetti della spazzatura da dove poter attingere ogni rifiuto organico, i secondi sembrano essere molto più affamati ma al momento preferiscono fare razzia nelle campagne limitrofe la città, nelle fattorie dove pascolano pecore, capre, galline, oche. Ma preferiscono stare alla larga dai centri trafficati di auto.

Il Parco di Veio, per arginare i secondi e tenerli lontani dalle fattorie, ha costituito un piano di monitoraggio con fototrappole e una serie di reti anti-lupo per evitare che attacchino il bestiame. Tuttavia, anche la loro direzione sembrerebbe tracciata, in quanto si starebbero muovendo alla rincorsa dei cinghiali. Anche se, secondo l’opinione del professor Paolo Ciucci, Associato presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” dell’Università di Roma Sapienza, i lupi sono già all’interno di alcune zone boschive della Capitale, come il Parco dell’Insugherata ad esempio.

“Direi di no, non è proprio il caso di gridare al lupo, al lupo!”, dice Ciucci all’AGI. Non è il caso di parlare di emergenza lupi. Tanto più, che non corrisponde proprio al vero che i cinghiali che arrivano fino al centro della capitale e scorrazzano in piena libertà intorno ai cassonetti, sono un’emergenza, e spiega: “I lupi intorno alla città, tra Parco di Vejo, dell’Insugherata, Castel Giubileo ci stanno ormai da un po’ di annetti, almeno tre, quattro anni”.

“Tenderei a stemperare la questione, ma purtroppo quando si parla di lupi – sottolinea – si scatenano entusiasmi e polemiche, perché si prestano moltissimo a propagande di vario ordine e grado”.

Beh, c’è il lupo di Cappuccetto rosso e c’è il lupo mannaro. È un animale che ha della mitologia, incute paura.

“Certo, è un animale che attira molto l’attenzione del pubblico ed è causa di dsivisioni politiche molto forti. Se uno ce l’ha con il sindaco di un tal posto o con l’assessore tira in ballo sempre i lupi… Ma il mestiere che facciamo noi è quello di stare sempre attenti ai fatti.  Allora diciamo che sicuramente l’espansione del cinghiale non solo nella provincia di Roma ma in tutte le aree in questi ultimi 20 anni ha comportato in maniera molto significativa il fatto che anche il lupo ha via via allargato l’areale su scala nazionale perché il cinghiale è una preda abbondante e di relativa facile accessibilità. Come altri predatori deve guardare anche a quest’aspetto e quindi il cinghiale per il lupo rappresenta un buon pasto e a basso rischio”.

Ma cos’è successo in questi ultimi 4, 5 anni al lupo?

“Le zone in cui il lupo ha storicamente vissuto, quelle dell’Appennino, laziale o abruzzese, ormai hanno raggiunto una densità elevata di lupi e coloro che devono oggi farsi una casa, trovare un insediamento oggi arrivano in zone non propriamente idonee, non propri ideali dal punto di vista del lupo per come lo conoscevamo una volta”.

Vuol dire che si avvicina alla città?

“In verità parliamo di zone relativamente tranquille come il Parco di Bracciano, il Parco di Vejo, che sono zone dove non c’è nessuno, non ci sta neanche pià grande agricoltura, dove però c’è il cinghiale in grande abbondanza. O qualche allevamento residuo di pecore o di vitelli, per cui il lupo in dispersione, questo il termine tecnico, generazione dopo generazione ha allargato la propria area di espansione e presenza fino ad arrivare a queste aree qui”

Ma il lupo a differenza del cinghiale entrerebbe mai in città?

“Mai. Però quando parliamo del Parco d Vejo o dell’Insugherata è a un tiro di schioppo dalla città. Ma non dobbiamo pensare che ce lo troviamo al centro di Roma. Il lupo non lo farebbe mai. Parliamo del lupo, se poi è un ibrido con un cane randagio è cosa diversa. Ma il lupo non è un animale a cui fa piacere muoversi in un contesto urbano, per cui tranquilli: non c’è di che preoccuparsi e aver pura”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube