I Paesi Bassi seguono la Germania abbandonano l’Agenda Green

Economia & Finanza

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Subito dopo l’annuncio della Germania, che ha riavviato le sue centrali a carbone per far fronte alla crisi energetica, i Paesi Bassi hanno deciso di seguirne l’esempio.

Da che hanno sposato con orgoglio l’Agenda Green, Germania e Olanda, per mantenere in piedi le loro economie, sono state costrette a sospendere i piani ambientalisti.
La scarsità di gas russo grava pesantemente nella produzione industriale dei due paesi europei.
Anche gli ostici verdi, hanno compreso che senza gas, le società torneranno agli anni antecedenti la seconda rivoluzione industriale del 1870. Con la seconda rivoluzione industriale, si ebbe una trasformazione negli impianti industriali, dalle grosse macchine a vapore che alimentavano la catena di distribuzione, si passo a motori elettrici meno voluminosi.
Il governo dei Paesi Bassi, per sopperire alla riduzione dei flussi di gas provenienti dalla Russia, hanno revocato per il biennio (2022-2024), con effetto immediato, la limitazione alla produzione di energia elettrica dalle centrali elettriche a carbone.
Le centrali a carbone torneranno a produrre energia elettrica a pieno regime, sopperendo al fabbisogno del gas russo. Una scelta razionale per impedire il rischio di rimanere con i gazometri vuoti.

Eppure, se fossero stati meno altezzosi e avessero pagato in rubli, non ci sarebbe stata la riduzione di flusso nei gasdotti provenienti dalla Russia.

In zona cesarini, i Paesi Bassi hanno adottato un piano emergenziale che permetterà di garantire la quantità di gas necessaria ad affrontare il prossimo inverno.

A seguito dell’Agenda Green, la produzione delle centrali elettriche a carbone, erano state depotenziate al 35% della capacità, al fine di ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’aria.

I Paesi Bassi prevedono di raggiungere i loro obiettivi entro il 2030, con lo spegnimento graduale delle ultime quattro centrali elettriche a carbone.

Nel frattempo, il Paese dovrebbe risparmiare due miliardi di metri cubi (bcm) di gas all’anno grazie al potenziamento di quelle stesse centrali, almeno fino al 2024.

Il governo spera in una sensibilità ambientale dei propri cittadini per il risparmio del gas. Darà un incentivo finanziario ai quei cittadini che si mostreranno virtuosi nel risparmio energetico.

Le difficoltà nei Paesi Bassi, sono emersi, quando si sono rifiutati di pagare a Gazprom le forniture del gas russo, come richiesto dal presidente russo Vladimir Putin.

Da quel momento Gazprom ha limitato le forniture di gas ai Paesi Bassi.
Il rifiuto di pagare in rubli costringerà la Gazprom a non trasferire due miliardi di bcm di gas fino al 1° ottobre come da contratto stipulato con GasTerra, il più importante service di gas olandese.

La politica di risparmio energetico lanciato dal governo sta dando i suoi frutti, l’estate sta dando anche una mano, ma sappiamo che nei Paesi Bassi il passaggio dal caldo all’inverno è rapido.

Tutte le aziende che commerciano gas sono tenute a reportare quotidianamente consumi e scorte.

Ciò consentirà al governo di monitorare il mercato del gas ancora più da vicino e di adottare immediatamente misure aggiuntive, se la situazione lo richiede.

La politica europea è stupefacente, ha imposto ai Paesi Europei di adottare entro il 2030 l’Agenda Green per la sopravvivenza del pianeta, se non poi fare marcia indietro con il ritorno all’inquinante combustibile fossile, economico affidabile e abbondante al posto del gas russo pulito e a basso costo. Ci sono o ci fanno.
Se l’energia pulita proviene dalla Russia, allora non è più affidabile o competitiva, ed ecco che dal cilindro rispunta il combustibile fossile che tanti danni provoca al nostro pianeta. Quando si tratta di occidente, sempre due pesi due misure.

Maurizio Compagnone
Analista
Foto di 0805edwin da Pixabay

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