I piani regionali per fermare l’avanzata della siccità

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Da lunedì il governo, come ha assicurato il premier Mario Draghi è pronto ad “approvare i piani di emergenza” che andranno a contrastare localmente i problemi causati dalla mancanza d’acqua. Per Massimiliano Fedriga: “Fra qualche giorno verrà proclamato lo stato di emergenza, se la situazione continua in questo modo”-

di Stefano Benfenati

Siccità, livello del Tevere a Roma

 

AGI – La siccità non allenta la morsa e si espande a macchia d’olio in gran parte dell’Italia. Da lunedì il governo, come ha assicurato il premier Mario Draghi è pronto ad “approvare i piani di emergenza regionali”. Lo Stivale ha sete dal nord (Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia) al centro (Emilia Romagna, Umbria, Lazio) fino alle regioni del sud. Intanto, in attesa del semaforo verde di Palazzo Chigi, scattano i primi provvedimenti a livello locale.

Fino al 31 agosto sarà quindi “vietato usare acqua potabile proveniente da fonte idrica per l’irrigazione di orti, giardini e campi sportivi, per il lavaggio di automobili, salvo impianti autorizzati e per il riempimento di piscine”.

La protezione civile è al lavoro insieme alle Regioni per definire gli interventi da inserire nello stato di emergenza nazionale che verrà proclamato “quando avremo le idee chiare sulle misure” da adottare ha ribadito il capo del dipartimento, Fabrizio Curcio.

Il primo snodo sarà comunque a breve, lunedì, quando saranno approvati dal governo i vari piani presentati dalle regioni con i primi interventi per mitigare gli effetti della siccità sul territorio. Il dialogo tra i vari livelli istituzionali è serrato. Come Regioni “abbiamo già parlato con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Penso che fra qualche giorno o settimana – ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – verrà proclamato lo stato di emergenza, se la situazione continua in questo modo. C’è un rapporto costante dal punto di vista di un monitoraggio attento e tecnico”.

La siccità non fa sconti

Per citare solo qualche esempio, in Lombardia il Naviglio grande, uno dei simboli di Milano, diventa molto più magro. La sua portata sarà ridotta dal Consorzio Ticino Villoresi a 12 metri cubi al secondo rispetto ai 55 che sono ‘normalì in questa stagione. La riduzione terminerà al 10 luglio nell’ambito della ‘turnazionè col Naviglio Villoresi che il Consorzio sta portando avanti in questi mesi di siccità per aiutare le coltivazioni, in particolare quelle di riso e mais.

E scendendo lungo la Penisola le cose non vanno meglio. Nel Lazio, dal Tevere in secca, affiorano rifiuti: il fiume cala di cinque centimetri al giorno. La grande malata a causa della carenza d’acqua è l’agricoltura ma soffre anche il portafoglio degli italiani. “La siccità con il taglio dei raccolti spinge l’inflazione nel carrello della spesa con aumenti che vanno dal +10,8% per la frutta al +11,8% della verdura”, denuncia Coldiretti.

 

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