I suoni di Tao

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di Pierfranco Moliterni

Sono pochi i pianisti di oggi che, come l’americano-coreano Conrad Tao, ritagliano programmi musicali in cui, fianco a fianco, suonano brani della tradizione classico-romantica insieme a brani moderni, talvolta persino aperti alla contemporaneità più spinta. Pochi anni fa, Maurizio Pollini fu il primo in Italia a ‘costringere’ il pubblico dei suoi concerti a cimentarsi nell’ascolto dell’amato Chopin ma sempre da lui proposto nel medesimo programma accanto a Schoenberg, a Stravinsky, persino ad Anton Webern.

Poi, pian piano, quella ‘moda’si è spenta, si è consumata come neve al sole. Essa resiste tuttavia in ambienti americani di oggi i quali accolgono, ad esempio, il giovane brasiliano Felipe Lara e le sue composizioni come quella eseguita al teatro Petruzzelli per la Camerata Musicale Barese stagione corrente, lunedi 19, con un suo brano dal titolo InjustIntonations (Iintonzioni imprecise) in cui lo strumento-pianoforte viene ‘violentato’ con suoni-accordi del tutto sperimentali, nuovissimi alle orecchie dei più…   Ovviamente per il giovane Conrad Tao- ottimo pianista a tutto tondo, similare negli atteggiamenti pianistici a Lang Lang…- non poteva mancare un riferimento ad uno dei padri della musica contemporanea come è stato Pierre Boulez (1925-2016) con Page d’éphéméride. La pagina musicale di Boulez è del 2005, musica per pianoforte non particolarmente difficile da ascoltare perché va al sodo, al godimento della gamma sonora del pianoforte e solo a quella, tramite una miriade di colorazioni timbriche in quanto qui non ci sono né temi né melodie e tutto si muove in un caleidoscopio di personali sensazioni emotive che scaturiscono dal caleidoscopio sonoro dello strumento.

Anche Philip Glass, che è uno dei santoni della musica d’oggi, uno dei padri della minimal music, era nel programma di Tao, un programma che proprio in virtù di questi ‘azzardi’ ben si faceva ascoltare in uno con due sonate mozartiane – Fantasia con fuga in do maggiore, K. 394; e la più famosa Sonata in la magg. K. 331 scritta da Mozart nel 1778 durante il suo sfortunato soggiorno a Parigi, quando era alla ricerca di fortuna nella difficile metropoli europea laddove morì sua madre e dove incrociò anche il nostro Nicolò Piccinni da Bari, ‘emigrato’ a Parigi ma con maggior fortuna del salisburghese. Qui fa capolino la famosa e divertente ‘turcheria’del  notissimo Allegretto “Alla Turca”: un  rondò finale (noto anche come Rondò alla Turca o Marcia alla turca) pieno di brio “orientale”. Un bel concerto chiuso dalla 110 di Beethoven, dunque, che va a chiudere la stagione concertistica della ‘Camerata’ degna in tutto e per tutto tranne che (a nostro modesto giudizio) per uno dei titoli-guida sciorinati nel programma generale. Quest’anno è stata la volta dell’aggettivo, altisonante, «FORMIDABILE»: a nostro sentire un po’ provinciale con quel parlarsi addosso. La Musica con la M, non ha bisogno di autocelebrazioni.  

Pierfranco Moliterni 

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