Il balzo del Pd nei sondaggi a spese dei Cinque Stelle 

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Questo apparente “travaso” non solo allontana il M5S da FDI, confermando e “consolidando” il recente sorpasso, ma scava anche un solco non indifferente tra i due principali partiti di Governo: se prima questi erano separati da poco più di 3 punti, oggi il distacco ammonta a quasi 6 punti

© Maria Laura Antonelli / AGF
– Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti

La nostra Supermedia dei sondaggi torna a pieno regime. Le tante rilevazioni pubblicate nelle ultime due settimane ci consentono di analizzare le variazioni degli orientamenti politici degli italiani su base quindicinale, il periodo di tempo ottimale per analizzare i trend. Dai dati odierni emerge innanzitutto una conferma: l’avvenuto sorpasso – registrato già una settimana fa – di Fratelli d’Italia ai danni del Movimento 5 Stelle, per la terza posizione nella “classifica” delle liste.

Questa settimana notiamo una stabilità quasi sorprendente nel dato di diverse forze politiche, alcune delle quali – segnatamente i tre principali partiti del centrodestra, e cioè Lega, FDI e Forza Italia – rimangono perfettamente invariate rispetto a 15 giorni fa. Ma, forse proprio per questo, è ancor più notevole la variazione che riguarda il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle: il primo guadagna infatti l’1,1% mentre il secondo arretra esattamente della stessa misura.

Questo apparente “travaso” non solo allontana il M5S da FDI, confermando e “consolidando” il recente sorpasso, ma scava anche un solco non indifferente tra i due principali partiti di Governo: se prima questi erano separati da poco più di 3 punti, oggi il distacco ammonta a quasi 6 punti.

Nel complesso, però, queste variazioni lasciano del tutto immutato il consenso complessivo per l’area che sostiene l’esecutivo (anche Italia Viva e la Sinistra infatti si “scambiano” lo stesso decimo di punto percentuale). L’area “giallorossa” di maggioranza vale a tutt’oggi il 42,6%, accusando un ritardo di 5 punti e mezzo dal centrodestra. Il calo del principale blocco di opposizione (-0,4%) è dovuto interamente alla fine di quel piccolo “effetto bandwagon” di cui ha goduto Cambiamo! di Giovanni Toti all’indomani dell’ottimo risultato alle Regionali in Liguria. Il movimento di Toti è infatti passato, in queste due settimane, dall’1,3% allo 0,9%. Ancora una volta, troppo poco per essere considerato come soggetto a sé nella nostra Supermedia: tuttavia, visto che il numero di istituti demoscopici che includono Cambiamo! nel loro “paniere” sta crescendo, probabilmente questa nostra impostazione sarà rivista nelle prossime settimane.

I dati sul consenso ai partiti, come tante altre cose, stanno però tornando a essere messi in secondo piano dall’esplosione della tanto temuta “seconda ondata” dei contagi da Coronavirus. Nell’ultimo periodo, anche i sondaggi hanno puntualmente rilevato una crescente preoccupazione da parte degli italiani. Già la settimana scorsa avevamo dato conto di un aumento del numero di cittadini preoccupati da un’eventuale ripresa di contagi; ma nei giorni seguenti tutti gli istituti hanno confermato questa tendenza: il 9 ottobre, il 30% degli intervistati da SWG si definiva “molto preoccupato”, un dato in netta risalita rispetto alle settimane precedenti. Pochi giorni dopo, il 13 ottobre, si definiva “preoccupato” il 76% degli italiani interpellati da Demopolis, il 30% in più di quanti lo facevano un mese fa. Un timore che, secondo l’EMG di Fabrizio Masia, riguarda ormai l’83% dei cittadini.

Dunque, il Covid-19 sta tornando, pur se in modi diversi (per intensità e distribuzione geografica) rispetto alla “prima ondata”. Il Governo ha già iniziato a prendere provvedimenti, introducendo con un DPCM nuove limitazioni per contrastare la diffusione del virus. Secondo Demopolis, il 51% degli italiani giudica queste prime misure “utili e opportune”, mentre gli scettici sono divisi equamente tra chi le giudica insufficienti, “troppo timide” (25%) e chi al contrario le reputa “inutili” e inopportune.

GRAFICO DEMOPOLIS

Ma in futuro queste misure saranno inasprite? C’è, insomma, il rischio di un secondo lockdown? Soltanto 10 giorni fa gli italiani sembravano abbastanza ottimisti: il 61% degli intervistati da Ipsos escludeva una seconda chiusura totale, e si registrava una netta divisione tra favorevoli (46%) e contrari (44%) a un nuovo lockdown in caso di peggioramento della situazione.

Un peggioramento che in effetti c’è stato, tanto che già il 9 ottobre secondo SWG i favorevoli erano saliti al 58%, a cui si aggiungeva un ulteriore 10% che chiedeva di istituire il lockdown al più presto. Infine, secondo una rilevazione di EMG di pochissimi giorni fa (12 ottobre) il 60% degli italiani teme che un secondo lockdown ci sarà, anche se è interessante rilevare come dallo stesso sondaggio emerge una maggioranza schiacciante (3 intervistati su 4) secondo cui il nostro Paese sarebbe più pronto e meglio attrezzato ad affrontare l’emergenza rispetto alla scorsa primavera.

Infine: obbligo di mascherine all’aperto, sì o no? Si tratta di una delle misure più controverse incluse nel nuovo DPCM, ma su questo tema gli italiani sembrano avere le idee molto chiare. Già nel sondaggio Ipsos del 5 ottobre il 47% chiedeva di inasprire le sanzioni per chi non indossasse la mascherina, mentre nel sondaggio SWG l’obbligo di mascherine anche all’aperto era risultata la misura più citata tra quelle giudicate come efficaci per limitare la diffusione dei contaci con il 42% di citazioni (e solo un 18% contrario all’introduzione di tale obbligo). L’apprezzamento verso questo nuovo obbligo è poi ulteriormente salito, se è vero che nel sondaggio Demopolis (13 ottobre) il 60% degli intervistati si è dichiarato favorevole “in tutti i casi” all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, con un ulteriore 33% che si diceva favorevole ma con l’eccezione di quando ci si trova da soli.

NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, realizzati dal 1° al 14 ottobre dagli istituti EMG, Ixè, Noto, Quorum, SWG e Tecnè. La ponderazione è stata effettuata il giorno 15 ottobre sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.

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