Il Bari col Teramo spreca una occasione vitale per la promozione diretta

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Pantano a Pagani, pantano al San Nicola. Il Bari, da due settimane, saltella sulle paludi per provare a vincere gare fondamentali per il suo futuro, le antagoniste non vogliono saperne di fermarsi (come oggi), dunque la vittoria era d’obbligo. Oggi il terreno era pesante, peccato perché il Bari preferisce terreni asciutti per imporre il proprio gioco ma, verosimilmente, anche il Teramo avrebbe avuto bisogno di un terreno normale. Ed invece così non è stato. Ma la gara è andata male, il Teramo sul finale ha trovato il gol del pareggio facendo allontanare ancor di più il Bari dalla vetta.

Su questo terreno che, pure, è dotato di un buon drenaggio, era fondamentale mandare in campo gente dotata di fisicità, capace di resistere all’infamità del terreno ma, si sa, il Bari ha una rosa ben precisa e occorre fare di necessità virtù, pertanto Vivarini ha confermato il 4-3-1-2 che ha prodotto sei punti in due gare con Frattali tra i pali, Berra, Sabbione, Di Cesare e Perrotta in difesa, Hamlili, Bianco e Schiavone a centrocampo,Terrani dietro le punte Simeri ed Antenucci. La gara nascondeva parecchie insidie in quanto l’avversaria, in estate, è stata allestita per provare a vincere il torneo ma un inizio negativo ha, momentaneamente, ammainato le ambizioni della squadra abruzzese salvo, poi, riprendersi alla grande fino a stazionare nei quartieri nobili della classifica. Quelli di oggi sono due punti persi, sgombriamo il campo da equivoci, purtroppo, diciamo così, perché le previsioni erano ben altre. E’ un solo punto ottenuto con una squadra coriacea, robusta, tosta e difficile da superare, come si è visto in campo oggi, dove solo una squadra con qualità maggiori, come il Bari, avrebbe potuto avere la meglio. Sicuramente un altro passo indietro rispetto alle ultime uscite, una prestazione che deve far riflettere in prospettiva futura in quanto tutte le concorrenti, a partire dalla Reggina che sembra, ormai, irraggiungibile, continuano a correre spedite. Tuttavia qualche cosa di buono l’ha fatto vedere. il Bari ha mostrato “gamba”, fisicità, carattere, personalità, è stato capace di allungarsi come un elastico a caccia dell’episodio favorevole per costruirci attorno il colpaccio che purtroppo non è arrivato. Una squadra che a tratti ha mostrato di saper comandare il gioco ma anche, come sempre, di soffrire più del dovuto anche a causa dell’avversario che ha dimostrato tutta la sua validità rispetto ad altre incontrate fino adesso nonostante le pochissime occasioni da rete avute vicine pressoché allo zero. Si è vista la voglia di recuperare palloni alti e giocare la palla con meno imprecisione cercando il fraseggio e la profondità per innescare i due attaccanti che hanno giocato vicini, ma non è servito a niente.

Non è ancora un Bari guarito, purtroppo, quello di oggi è stato un test chiaro, evidente perché per vincere il campionato, per provare a dare scacco alla Reggina, occorre crescere ancor di molto. I reparti sembrano ancor carenti di quel “quid” necessario al salto definitivo di qualità, soprattutto a centrocampo perché, nonostante i nomi e la buona volontà e, a tratti, anche qualche guizzo di qualità, è proprio quel reparto che deve dare il “la” alla svolta che contraddistingue una squadra da una corazzata. Si deve vedere la capacità di gestire il gioco e di adattarlo all’avversario e alla tipologia di gara. 

Nel primo temo la gara la fa il Bari anche se non è stato facile giocare, i giocatori ci han messo, invero, poco tempo per prendere confidenza con il terreno tanto che il Bari ha fatto collezione di corner, pressando gli abruzzesi sulla sua propria metà campo finché al 12’ Mirco Antenucci con una girata vincente ha portato in vantaggio la squadra. Davvero un gran gol, un giocatore sempre più leader, sempre più protagonista di questa squadra che fa la differenza.

Il Teramo mostra difficoltà, fa fatica ad organizzarsi, il Bari, compatto, pressa alto con i suoi attaccanti e chiude tutte le linee degli avversari continuando a giocare mostrando sicurezza e personalità anche se le occasioni da rete sono poche. Ci prova il solo Perrotta dalla distanza ma il pallone è terminato alto.

Parte con aggressività la squadra barese nel secondo tempo, rendendosi pericolosa in almeno un paio di occasioni grazie anche a Terrani oggi particolarmente ispirato.

Ma intorno alle mezz’ora il Bari sembra perdere brillantezza concedendo troppo al Teramo. Forse occorre prendere fiato con qualche cambio. E così è. Vivarini vede in difficoltà la squadra e fa entrare Folorunsho e Scavone al posto di Hamlili che ha corso tantissimo, e Terrani.

Bisogna mantenere questo preziosissimo risultato, bisogna stringere i denti, dunque occorre soffrire come sempre, del resto. Prime avvisaglie del pareggio con l’occasione di Bombagi che tira di poco fuori. Ci prova Neglia al posto di Simeri per dare vivacità in attacco.

Ancora Teramo che con l’entrata di Bombagi ed altri, riesce a trovare geometrie e di conseguenza è  calato il Bari. Fuori Schiavone ed Antenucci, dentro Corsinelli e  Ferrari.

E proprio nel primo minuto di recupero che il Teramo pareggia sugli sviluppi di un corner con Cancellotti.

Peccato. Perché nella prima leggerezza della difesa dove Perrotta poteva disimpegnarsi meglio, solo un rimpallo ha permesso al Teramo di pareggiare la gara.

Adesso la strada si fa sempre più irta nonostante l’imbattibilità che tocca quota undici. La Reggina vola, le altre pure, ed il Bari rimane lì a troppe lunghezze di distanza per sperare nella promozione diretta. E chissà se gli eventuali rinforzi di gennaio potranno risultare determinanti.

Troppe le occasioni sprecate dall’inizio a cominciare dalle due sconfitte maledette contro la Viterbese e a Francavilla Fontana. Ma come dice Battiato, di occasioni se ne hanno avute, perdendole, occorre non rimpiangerle mai, guardando avanti.

 

Massimo Longo

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