Il Bari inciampa in Coppa Italia. Sconfitto contro la Fidelis Andria

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E’ accaduto col Bitonto tre anni fa, è riaccaduto adesso con la Fidelis Andria (capoluogo della BAT), due squadre ex provincia di Bari ma pur sempre baresi almeno nella storia amministrativa. Una vera e propria sindrome che colpisce il Bari quando gioca con le squadre della sua provincia. La partita, si sapeva, non è che avesse da offrire più di tanto se non il gusto (a Bari si direbbe il “priscio”) di far tornare allo stadio qualche tifoso e la curiosità di vedere all’opera i nuovi arrivi, in quanto sperare di vedere una squadra completa e al top della condizione era un esercizio troppo pretenzioso per chi mastica di calcio. E, forse, a nessuna delle due squadre importava più di tanto passare il primo turno se non diplomaticamente davanti ai microfoni dove, di default, si promette impegno e volontà nel passarlo: diciamo che la gara, come tutte quelle di agosto, serviva a rodare i giocatori, soprattutto quelli del Bari che si son potuti allenare molto poco sin dal ritiro per i noti problemi legati al covid.

Tra l’altro la squadra di Mignani, ad oggi, non aveva effettuato nemmeno una amichevole degna di nota se non contro squadre di quarta fascia con ragazzini, per di più in allenamenti congiunti, dunque mancavano al Bari proprio la “gara”, e i “novanta minuti” seri, ed oggi contro la Fidelis Andria appena ripescata dalla D, l’occasione per mettere benzina nelle gambe e mettere in pratica gli insegnamenti dell’allenatore era di quelle propizie. Si prevedevano cambi a go-go in attesa di avere tra le mani di Mignani una squadra completa e così è stato.

Una gara dove l’agonismo l’ha fatta da padrone insieme all’aggressività, con la Fidelis che ci teneva a far bella figura a Bari, come da prassi perché è risaputo che tutte e squadrette qui diventano Real Madrid, salvo, poi, cadere come pere cotte altrove.

Primo tempo di marca biancorossa con gli attori baresi che fanno la partita lasciando alla Fidelis Andria briciole di moderata pericolosità . Lampo di Antenucci col suo solito tiro a giro alla Insigne che sfiora la traversa.. Il Bari che cresce di minuto in minuto costringendo i federiciani nella propria metà campo. Occasionissima per Maita con un raso tera insidiosissimo col pallone che si stampa sul palo.

Sale in cattedra D’Errico di cui si intravede qualità, spessore e personalità tanto che son bastati dieci minuti per capire di che pasta è fatto, un giocatore capace di prendere per mano la squadra e che a Bari non si ricordava da tempo.

Ma la superiorità di gioco non aveva fatto i conti con la solita, puntuale, ingenuità di Sabbione che ha commesso un fallo da pivello piuttosto che spazzare il pallone in area di rigore, un fallo che ha costretto l’arbitro a concedere il rigore che Bubas ha realizzato con freddezza. Si era proprio nel momento migliore del Bari che meritava di passare in vantaggio ed invece così non è stato, occorreva fare i conti col peggio del passato.

Secondo tempo. Bisogna ribaltare la situazione, occorre evitare polemiche sin da agosto che sicuramente si concretizzerebbero.

Subito una grande occasione per Simeri che raccoglie male un assist di D’Errico davanti alla porta sbagliando un gol facile. Ci prova Scavone con un turo a giro ma il pallone è deviato dal portiere.

Ma è la Fidelis con Bubas che anticipa di testa Frattali ma il suo colpo termina di un soffio fuori.

Il Bari deve provare a scuotersi, non può permettersi di perdere la prima. Ecco i cambi: fuori Simeri dentro Cheddira, fuori Scavone dentro Botta. Il Bari ridisegna il reparto d’attacco.

Poi succede di tutto con Botta che serve Cheddira che prende il palo, poi sulla ribattuta D’Errico tira e un difensore salva sula linea.

La lucidità comincia a mancare, il Bari sta attaccando dal primo minuto, passa il tempo e la prospettiva di una sconfitta in casa non è affatto esaltante.

Mignani gioca il tutto per tutto facendo entrare Marras al posto di D’Errico, Marras che, puntualmente, si fa ammonire: il passato, purtroppo, non ha insegnato nulla.

L’Andria intravede il colpaccio e moltiplica le energie cercando di alzare la squadra pur coi suoi limiti, si procura due occasioni nitide ma Frattali ci mette due pezze evitando il tracollo barese.

La gara termina qui tra rabbia, delusione e amarezza perché il Bari, nonostante i suoi limiti, ha detto che c’era in campo.

Marras e l’ammonizione, Sabbione e i suoi errori: se si portano le scorie del passato tutto diventa più difficile. Il mercato deve cambiare volto, qualcuno deve rimanere ma ci sono troppi giocatori stonati. Occorre evitare di far riaffiorare vecchi fantasmi.

Il Bari ci ha provato nonostante fosse al 20% (a detta di Mignani), ma anche l’avversario lo era, ed iniziare male lascia sempre un retrogusto di amarezza anche perché ai punti avrebbe vinto il Bari per il gioco profuso e per le occasioni procurate, anche se l’Andria ha giocato in modo ordinato e non ha rubato nulla perché certe gare si vincono meritatamente anche con un rigore realizzato e tutti dietro a difendere, del resto Bolchi insegna.

Ci vuole molto lavoro per Polito, vendere i rami secchi e innestare la rosa di forze fresche e di spessore.

Speriamo che la sconfitta provveda a profonde riflessioni necessarie per partire bene: in fondo chi se ne frega della Coppa Italia.

Massimo Longo

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