Il Bari perde a Francavilla ma avrebbe meritato di più

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Mentre nel foggiano, nel tarantino e nel leccese ci è capitato decine e decine di volte, il Bari, nel brindisino, non è che si sia esibito spesso: per sei volte a Brindisi allorquando la squadra biancoazzurra con la mitica V sul petto, militava in serie B, in C ed in D, ed un paio di volte ad Ostuni negli anni bui della serie D degli anni 50 e poi basta. L’incontro di oggi, dunque, era uno di quelli assolutamente inedito, il cui avversario noi ci divertiamo a paragonare come un avversario beckettiano, del famoso teatro dell’assurdo cui il Bari, da sempre, ciclicamente ci capita. Nella città degli Imperiali, in un campo ridotto e sintetico, il Bari perde, malissimo, il confronto inedito contro la Virtus Francavilla del presidente Magrì nel giorno dell’equinozio d’autunno anche se, per le occasioni profuse, riteniamo che avrebbe meritato quanto meno di pareggiare. Ma il calcio va così. Purtroppo.

Se Lentini e Rieti avevano sancito che in C ci sia poco da scherzare e da prendere sotto gamba gli avversari, la Waterloo di stasera contro la Virtus Francavilla ha significati più profondi. E’ un cazzotto allo stomaco più che una sconfitta, un ennesimo avvertimento che vuol significare che i cosiddetti più forti si vedono sul campo, e sul campo occorre pane e coraggio, non presunzione. Una ennesima lezione, dunque, quella impartita dalla Virtus, squadra costruita per vivacchiare in C. Il Bari, probabilmente, ha una rosa migliore di tutte ma non è automatico che debba vincere il campionato, anzi, tutt’altro. Molti giocatori non scendono in campo convinti, il calcio – si sa – non è una scienza esatta, è un diabolico gioco di incastri nel quale basta un ingranaggio sbagliato e tutto va a mare. Che si eviti di incolpare qualcuno in particolare e, nello steso tempo, non si può far finta di nulla, evitando, però, che questa sconfitta passi per sentenza anche se occorre ammettere che c’è molto che non va nello sviluppo del gioco e, forse, non solo nel gioco, Questo cambio continuo del modulo lascia alquanto sgomenti. Certo, occorre tempo come spesso rammenta Cornacchini, ma è anche vero che la squadra, in fondo, è dei tifosi, sono loro che hanno l’ultima parola, sono loro che escono il denaro per vedere la propria squadra e, come tale, hanno la facoltà di giudicare l’operato della squadra e, per quanto siano soddisfatti della campagna acquisti per la quale hanno ringraziato la proprietà, non sono altrettanto soddisfatti per la resa della squadra, tanto che anche nelle due vittorie ottenute fuori casa non è che abbia brillato più di tanto dando l’impressione di aver vinto per pura casualità. E come dar loro torto. Ed oggi son venuti fuori tutti i limiti che il Bari aveva in corpo anche se il Bari nel secondo tempo ha fatto la partita ma questo è un déjà vu: cuore (svogliato) e poca sostanza.

E’ questione di tempo? Forse si, del resto ci sono 19 giocatori nuovi e, fisiologicamente, occorre del tempo prima che si possa vedere una fisionomia precisa di squadra. Inoltre nascondersi dietro ad un dito: è stata allestita una squadra forte, più forte di tutti, almeno sulla carta ed è ovvio che le aspettative societarie e della tifoseria siano alte. L’allenatore ci mette anche del suo pur mostrandosi convinto che la squadra uscirà da questo gramo periodo.

Cornacchini si affida al nuovo modulo, vale a dire al 3-5-2 tenendo in considerazione il materiale a disposizione in vista dei tre match ravvicinati in sei giorni, dunque un turn over forzato: Frattali in porta, Perrotta, Di Cesare e Sabbione io terzetto difensivo, Costa e Berra esterni, Awua, Hamlili e Bianco a centrocampo, Antenucci e Ferrari in avanti.

Partita vibrante priva di emozioni nel primo tempo dove il Bari non è riuscito a dare segnali di risveglio tanto che il Francavilla, privo di sette giocatori,  è andato due volte vicino al gol contro una sola occasione dei baresi.

Il Bari, come sempre, latita nel gioco, fa fatica ad assemblare due passaggi di fila, ha difficoltà di manovra e le poche iniziative vengono smorzate dal Francavilla . E all’8’ il primo pericolo per il Bari su punizione di Vasquez il cui tiro finisce sul piede di un difensore Bari che a sua volta sibila il palo.

I centrocampisti baresi fanno  fatica a fornire palloni agli attaccanti in una gara fisica e spezzettata con contrasti che generano punizioni, e dove le squadre mandano il pallone in area alla ricerca di una opportunità.

Troppi lanci lunghi da una parte e dall’altra ma il Bari ne abusa senza peraltro risultare pericoloso.

Finalmente un’azione tra Antenucci e Ferrari la cui conclusione rasoterra è debole ed il portiere para senza problemi.

Occasionissima al 31’ su una verticalizzazione di Antenucci per Berra la cui conclusione raso terra è pericolosissima ma esce di poco fuori al lato del portiere, poteva essere il gol del vantaggio.

La gara si equilibra col Bari che trova spazi provando a gestire il pallone con Bianco e Awua e con Antenucci che fa molto da raccordo per servire i compagni.

Fiammata sul finale del Francavilla con Gigliotti che con un tiro impegna Frattali.

Si apre il secondo tempo ed Antenucci ha un’occasione dal limite dell’area di rigore quando libera il destro con un tiro pericolosissimo che il portiere devia con la punta delle dita in corner dando un saggio della sua classe ma rimarrà l’unica perla nonostante la sua generosità profusa.

Cornacchini, forse, scruta aria buona e fa entrare D’Ursi per Ferrari per dare più spirito in attacco andando a giocare da punta pura, e proprio due minuti dopo ha l’occasione buona per portarsi in vantaggio con un tiro raso terra che il portiere devia quanto basta per mandare la palla in corner.

Il Bari mette dentro un po’ di personalità ed alza un po’ il ritmo facendo vedere qualche trama più convincente rispetto al primo tempo.

Costa su punizione esalta le doti del portiere bianco-celeste che si stende a terra per deviare il pallone. E’ il turno di Floriano ed il modulo diventa 4-3-1-2, Cornacchini lo cambia ancora cercando altre idee.

E come tante volte accade, dopo che il Bari ha sbagliato quattro gol, e dopo che è sembrato più intraprendente, al 73’ passa in vantaggio il Francavilla con Mastropietro che raccoglie il pallone in area dopo una dormita della difesa del Bari. Questa è stata, e sarà, l’unica opportunità della Virtus che non ha tirato una volta sola in porta. Incredibile. Del resto è andata sempre così fino adesso. Ma questo non è un alibi per il Bari. Tutt’altro.

Cornacchini cambia ancora modulo con Terrani che entra al posto di Di Cesare disponendo un 4-2-4, cerca di alzare il ritmo il Bari, la stanchezza comincia a prendere corpo, le idee si annebbiano, la Virtus si difende con ordine da squadra di categoria spazzando ogni pallone, e perde le misure. E’ in crisi piena e comincia anche a sbagliare passaggi facili. La Virtus accarezza la grande impresa ed arriva il fischio finale.

Una brutta sconfitta che lascia il segno, occorsa con una ingenuità di Perrotta e Sabbione e della difesa intera che ha dato l’unica opportunità alla Virtus. Poi ci ha messo del suo anche il portiere brindisino che, forse, ha sfoderato la migliore prestazione della sua vita, del resto si sapeva che la Virtus avrebbe giocato la partita della vita e questa vittoria, così come accaduto lo scorso anno con le squadrette di periferia quando il Bari perse a Roccella, a Cittanova a Nola e a Torre del Greco, verrà ascritta nel loro palmares.

Una beffa per il Bari perché ha giocato, tutto sommato, bene sicuramente meglio di altre occasioni dove non aveva sviluppato nemmeno una occasione da gol, vincendo le gare, e che ha perduto per un infortunio senza, peraltro, riuscire a reagire come avrebbe dovuto. La forza di rientrare in partita non c’è stata. Una sconfitta che arriva in concomitanza della migliore prestazione fino adesso. Gireranno a favore altri test? Chissà. Le qualità per rimediare ci sono, occorre solo trovare l’equilibrio tattico giusto.

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