Il Bari riconquista i tifosi e si aggiudica il primo derby di stagione

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Battere il ferro finché è caldo. Questo l’obiettivo dei ragazzi di Mignani, oggi, contro un signor Monopoli che, come nelle previsioni, ha dato filo da torcere al Bari. Provare ad allungare la classifica distanziando di quattro lunghezze le inseguitici così da poter tentare di gestire meglio il campionato. Poi c’era il fascino della prima contro la seconda, insomma le premesse per il ritorno del “priscio” c’erano tutte.

Tra l’altro il Monopoli in questi anni di serie C è stato per il Bari sempre un avversario duro, una sorta di bestia nera, rognoso da sconfiggere: per quanto sia vero che il Bari non ci abbia mai lasciato le penne, è altrettanto vero che è riuscito a spuntarla solo una volta, lo scorso anno con un gol di Cianci, poi solo pareggi sofferti sia a Bari che a Monopoli.

C’erano i primi ambulanti fuori lo stadio a vendere le sciarpe e le bandiere, facce note nuovamente a ricoprire i posti della tribuna, bambini e ragazzini tarantolati dal momento con bandierine in mano, si son sentite le prime trombette, gli spettatori che accompagnavano l’inno con la sciarpata, ma sopratutto c’erano diecimila persone: primi vagiti di un entusiasmo ritrovato, malattia che a Bari può essere molto contagiosa fino ad avere risvolti amorevoli come nessun’altra tifoseria è capace di dare. Tutte sensazioni sopite da tempo e che prepotentemente sono riemerse oggi. E pazienza e la tifoseria organizzata ha ancora snobbato l’incontro. A ciò vadano ad aggiungersi i circa 700 tifosi monopolitani a far da cornice.

Mignani ha cambiato ancora. Dentro Marras in attacco con Smeri , Pucino confermato, al rientro capitan Di Cesare con Ricci al lato.

Pomeriggio complicato per il Bari, le due squadre si sono studiate fin troppo nel primo tempo, il Monopoli ha fatto fatica ad imbastire azioni mentre il Bari, sia pur con disordine, ha fatto la partita. L’unico che ci ha provato, naturalmente abilmente servito dai vari D’Errico, Maita, Marras e Botta, tutti in gran forma, è stato Simeri, me le sue finalizzazioni sono state poco fortunate.

Non è stato un primo tempo facile, il Monopoli si è difeso con tutti i giocatori dietro la linea di centrocampo, mentre il Bari è stato costretto a tessere la tela per costruire qualcosa. Su un corner un colpo di testa di Maita ha fatto gridare al gol ma la palla è andata alta sulla trasversa.

Si sono accesi i riflettori nel secondo tempo, segnale di un convinto autunno, l’imprecisione nell’ultimo passaggio del Bari è proseguita, l’equilibrio ha continuato a regnare sovrano, la qualità del Bari che non è mai mancata, la stesa che avrebbe dovuto fare la differenza, eppure il Monopoli è sempre riuscito a chiudere ogni varco, sia pur con qualche problema soprattutto del portiere che coi piedi ha dimostrato di non saperci fare.

Forse era il momento di cambiare qualcuno in campo. Serviva qualcosa lì davanti per allungare la difesa dei monopolitani e per cercare di essere più incisivi in attacco. E infatti è stato il momento di Antenucci e di Cheddira per provare a scardinare la difesa avversaria. Si è fatto male Di Cesare ed è stato costretto al lasciare il campo per Celiento.

Si è fatto pericoloso il Monopoli con Grandolfo (uno dei tanti ex con Langella, Arena e Hamlili), e pertanto occorreva stare molto attenti perché la squadra biancoverde ha cercato di mettere la testa fuori dal guscio ogni tanto.

E il gol del vantaggio del Bari è arrivato puntualmente al 34′ con Scavone che ha ricevuto un cross da Ricci, e di testa con una palombella ha battuto il portiere del Monopoli. E pensare che Scavone non stava giocando benissimo – anzi stava per essere sostituito – aveva commesso diversi errori a centrocampo regalando il pallone agli avversari, ma il calcio è così, l’importante è ottimizzare l’unica opportunità che capita ai piedi.

Mignani, allora, come un allenatore all’antica, ha pensato a difendersi con il 3-5-2 facendo entrare Gigliotti e Mallamo. E la gara è terminata con la vittoria del Bari decisamente meritata. E ancora una volta Mignani ha avuto ragione.

Una serata così l’abbiamo sognata da due anni, e dopo tante fatiche si è contenti per tutto con un pizzico di emozione, considerati i tanti problemi passati sia tecnici che patologici.

Sono due le vittorie: una in campo ed una sugli spalti. Oggi c’è stata la conferma di un gruppo che sta crescendo, ed ora testa bassa, lavorare e andare avanti su questa strada.

La classifica dice che ci sono quattro punti dal secondo posto ma è presto per tirare le somme,ma soprattutto è vietato parlare di fuga in stile Ternana e Reggina.

Una mezza impresa, dunque, per il Bari, coincisa con un insieme di situazioni che stanno preparando il terreno per l’obiettivo finale. Si comincia a costruire un percorso, insomma.

Bravo Scavone che ha passato momenti difficili, tra l’altro lui è uno dei giocatori che ha accettato di spalmarsi l’ingaggio. Una classica partita sporca sbloccata da un calciatore che era entrato poco in partita. Non c’è da meravigliarsi, ma Scavone ne ha segnati di questi gol.

Gara tosta oggi, il Monopoli ha confermato di essere di un livello alto per la categoria, molto in palla, ha dato filo da torcere chiudendo tutti gli spazi con Piccini (e non sol lui), ma ancora una volta il Bari ce l’ha fatta. Non è un caso che i biancorossi vincano gare del genere, perché la squadra ci crede sempre fino all’ultimo, non si disunisce tanto che è andata a cercare questa vittoria.

In certi casi si crea l’alchimia, quella formatasi nella famosa stagione fallimentare, i tifosi sono riconquistati, il gruppo c’è, e quando ci sono questi ingredienti è inevitabile che le cose si debbano mettere su un determinato binario che potrebbe condurre ad obiettivi importanti. Ma è meglio non andare oltre.

Una squadra composta da uomini veri, e dopo tante delusioni trovare il risultato importante dopo tempo regala molte emozioni forti. Domenica contro la Turris si attendono altri spettatori, tifoseria di curva avvisata, c’è bisogno anche di loro.

Massimo Longo

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