Dopo gli anni di crisi legati alla pandemia, nel 2021 c’è stato un aumento del 30% di atti di compravendita. E per un ettaro a Barolo in bassa Langa (Alba) si va da un minimo di 200 mila euro per ettaro a un massimo di 1,5 milioni di euro per ettaro.
di Alberto Ferrigolo
AGI – Secondo il rapporto Crea, il Consiglio per la ricerca e analisi dell’economia agraria, sull’andamento del mercato fondiario in Italia si torna a comprare terreni, anche se “un’inflazione vicina al 2% si divora i valori reali”. Barolo, Montalcino, Valdobbiadene, Lago di Caldaro, Bolgheri sono le aree vitivinicole con i prezzi più elevati mentre in ascesa sono anche le aziende che offrono solo superfici in affitto.
Considerando i valori fondiari, il 2021 segna a livello nazionale un +1,1%, con un effetto traino, scrive il Crea, da parte della circoscrizione del Nord Ovest (+2%), del Nord Est (+1,2%) e delle zone di pianura, rispetto a terreni di collina e montagna. Il prezzo medio per un terreno agricolo sfiora i 21.000 euro a ettaro, con differenze molto evidenti tra i valori del Nord Est (42.300 euro) e del Nord Ovest (29.100) e del resto d’Italia dove non si superano i 15.000 euro.
Semmai, il punto critico è rappresentato dal tasso d’inflazione, aumentato dell’1,9% nel 2021, dopo due anni di sostanziale stabilità dei prezzi, quindi il prezzo della terra in termini reali arretra. I terreni più richiesti sono quelli più fertili in zone con buone infrastrutture e nei comparti con più prospettive di successo commerciale. Vanno forte Barolo, Alto Adige, Valdobbiadene, Montalcino, Bolgheri, che si confermano le aree che spuntano quotazioni più elevate.
Secondo i dati Crea al 2021, per un ettaro a Barolo in bassa Langa (Alba) si va da un minimo di 200 mila euro per ettaro a un massimo di 1,5 milioni di euro/ ettaro. A Valdobbiadene, da 300 mila euro a 600 mila; in Alto Adige le aree con le più alte quotazioni sono quelle della zona del Lago di Caldaro (440 mila-800 mila euro/ettaro) ma si toccano i 500 mila euro anche a nord di Trento, in Valle Isarco di Bressanone e Val Venosta.
In Toscana, un ettaro di terreno a Montalcino è quotato tra 250 e 700 mila euro; a Bolgheri tra 240 e 480 mila euro; nel Chianti Classico fiorentino tra i 110mila e i 160 mila. Tra le quotazioni più basse, nel database del Crea, si trovano i vigneti Doc nella zona del Cannonau in Ogliastra, in Sardegna, compresi tra 11mila e 15 mila euro, così come in Calabria per i vigneti della collina sudorientale di Cosenza (15 mila-26 mila euro). Sostenuto il prezzo dei “vigneti eroici” di Pantelleria: tra 100 mila e 140 mila euro per ettaro. Anche nella zona della Doc Chambave il prezzo è compreso tra 100 e 150 euro per ettaro.
Poi c’è il mercato degli affitti, specifico segmento in cui la domanda prevale, ad esclusione delle zone in cui l’agricoltura è poco remunerativa (aree montane e marginali). A fare da traino sono le aree di pianura (terreni seminativi irrigui e adatti a colture di pregio). I canoni d’affitto sono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, forse per le difficoltà legate alla pandemia, che già nel 2020 avevano determinato un -2% sulla media nazionale.