Il calcio può fare la differenza nella lotta al cambiamento climatico, ma attenzione al greenwashing

Ambiente, Natura & Salute

Di

A lanciare l’allarme è Ener2Crowd.com che in occasione della vittoria dell’Italia agli Europei ha deciso di impegnarsi per bilanciare le emissioni di CO2 della Nazionale di calcio.

Europei 2021, vince l’Italia ma perde l’ambiente. Questa è stata forse l’edizione più inquinante della manifestazione sportiva più importante per il nostro continente: secondo le stime degli analisti di Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, a causa della scelta di una logistica diffusa che comprendesse più destinazioni per i tifosi e per le squadre con l’avanzare dei turni, sono state emesse 450 mila tonnellate di CO2.

Secondo gli esperti della South Pole Carbon Asset Management Ltd, che sviluppa progetti con l’obiettivo specifico di favorire la riduzione della concentrazione di CO2 e di altri gas serra per diminuire l’impatto sui cambiamenti climatici, per compensare le emissioni di CO2 di un evento diffuso come gli Europei di Calcio basterebbe piantare 600 mila alberi, 50 mila per ogni Paese che è stato coinvolto nella manifestazione.

Ma secondo gli analisti di Ener2Crowd.com il dato è assolutamente errato e corrisponderebbe ad appena un 4% dell’obiettivo reale che si vorrebbe raggiungere.

«Per compensare le 450 mila tonnellate di CO2 da loro stessi calcolati, quei 600 mila alberi ci impiegherebbero 23 anni» sottolinea Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd nonché chief analyst del GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde, che si è fatto anche promotore della partecipazione della società all’ Ecofuturo Festival 2021 che si terrà dal 13 al 17 luglio 2021 a Padova.

«I 600 mila alberi rappresentano solo un tentativo di “greenwashing” che si inserisce su quella pericolosa e tendenziosa strada di voler scaricare in modo improprio le responsabilità di comportamenti antropici che oggi andrebbero assolutamente evitati, in particolare dalle istituzioni, se realmente si volesse fare qualcosa per dare un segnale —anche educativo— che possa coinvolgere i singoli e determinarne azioni climaticamente consapevoli» sostiene l’analista capo.

«Quello che si è fatto —prosegue Mottironi— è stato spostare “istantaneamente” della CO2 dalla geosfera all’atmosfera, sostenendo che gli effetti che ne conseguono si possano ritenere compensati da un successivo travaso verso la biosfera che durerà 23 anni. Ed è un rischio enorme perchési affida ancora una vola la responsabilità di un atto compiuto nel presente —e le cui conseguenze a medio e lungo termine sono chiare agli occhi di tutti— ad un futuro ipotetico ed alle difficoltà che in quel futuro dovranno affrontare le generazioni a venire»

Secondo le stime di Ener2Crowd, considerando che ogni albero è in grado di assorbire 30kgCO2/anno, la quantità reale di fusti che si dovrebbero realisticamente piantare per compensare subito le «emissioni Uefa» è di 13,5 milioni di alberi, con un costo di almeno 65 milioni di euro.

«L’Italia ha dimostrato di poter essere guida dell’Europa calcistica ed altrettanto dovrebbe fare nel campo della transizione energetica e sostenibile. Lo può fare perché ne ha le conoscenze, le competenze e le tecnologie esecutive» asserisce Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

Per dare un segnale in tale direzione Ener2Crowd ha deciso di compensare tutte le emissioni di CO2 causate dalle trasferte aeree della Nazionale Italiana di Calcio, pari a circa 93 mila tonnellate, piantando immediatamente 3.107 alberi nel proprio programma di riforestazione “Il Bosco dell’Energia” portata avanti con il partner TreeNation.

«Non dobbiamo mai distrarci dall’obiettivo estremamente sfidante di decarbonizzazione della nostra economia, soprattutto sapendo che è possibile immaginare una crescita economica pur lungo la strada del mantenimento dell’aumento della temperatura globale in linea con 1,5°C» avverte Niccolò Sovico, che nel 2020 è stato scelto da Forbes come uno dei 30 talenti globali under-30.

Senza dimenticare che una morte su 8 in Europa è legata proprio all’inquinamento atmosferico, il problema è anche economico. Secondo le stime della Coldiretti, il PIL italiano avrebbe le potenzialità di crescere ulteriormente dello 0,7%, pari a circa 11 miliardi di euro.

Ma nel nostro Paese ogni euro di PIL produce 0,267 chili di CO2 e questo causa un aumento delle emissioni pari a 3 milioni di tonnellate. I costi ambientali e sociali di tale crescita sarebbero enormi: circa 293 milioni di euro.

Per rimediare a tale situazione ci sono due strade, entrambe percorribili, eventualmente anche in mix equilibrato: da un lato la riforestazione e dall’altro l’aumento degli investimenti in iniziative che riducano l’intensità energetica e di carbonio delle nostre attività e dei nostri sistemi produttivi e di consumo.

Nel primo caso si dovrebbero riforestare 3.257 chilometri quadrati di aree, pari all’1% della superficie del nostro Paese, con un investimento immediato di 470 milioni di euro, che continuerebbe a produrre benefici sostanziali almeno per 20 anni.

Nel secondo caso si dovrebbero investire circa 4 miliardi di euro per ottenere un immediato riequilibrio di un quantitativo equivalente all’aumento generato dalla crescita del PIL.

«E in entrambi i casi il football può giocare un suo ruolo, anche importante. Oltre ad adattarsi per ridurre il suo impatto ambientale, con cento milioni di persone che lo giocano in Europa, il calcio ha l’enorme potenziale di potere usare la sua influenza per sostenere l’azione per il clima»conclude ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube