Il coronavirus ha spalancato voragini nei palinsesti tv  

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Positività interne, smart working, divieto di ospiti in studio. E l’Usigrai invoca una regia unica. Le mosse di Rai and Co. per evitare il caos

 
palinsesti tv sconvolti

Il monoscopio televisivo

Pare che Lorella Cuccarini sia arrivata a “La vita in diretta” con il trucco già fatto da casa, idem Emma D’Aquino al Tg1. Ma fossero solo i volti non levigati e i capelli da spazzola e phon casalinghi  i problemi con cui, dopo la chiusura del servizio trucco e parrucco Rai, ha a che fare la tv in questo momento d’emergenza e di stretta osservanza del decreto governativo.

Il coronavirus detta legge, congelando il maquillage, spazzando programmi, riconvertendone altri, allontanando oltre al pubblico, gli ospiti, ammessi solo in remoto: l’ultima vittima è Chi l’ha visto (mentre torna in onda il sospeso Agorà):  tutta la redazione, compresa ovviamente la conduttrice Federica Sciarelli, è stata posta in quarantena preventiva dopo aver ospitato  mercoledì scorso il viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri, poi risultato positivo al tampone per il virus Covid-19.

E a Raitre insieme alla Sciarelli è appena saltato anche per due settimane (il tempo di una quarantena?) Blob scelta annunciata su Twitter dall’account del programma e subito contestata da Sabina Guzzanti  “Perché Blob che non ha pubblico in studio e ci fa solo bene?”.

Mica l’unica critica interna in questa tivù che naviga a vista virus. A Mediaset sia Bonolis, sia il suo agente Lucio Presta hanno contestato il comunicato Mediaset che informa dello stop a tre trasmissioni: Forum Uomini e donne e, appunto, Avanti un altro. “Prendo atto della decisione aziendale ma leggo nel loro testo la seguente frase: “le registrazioni delle nuove puntate dei tre programmi riprenderanno appena la situazione lo consentirà. Non capisco” ha scritto il conduttore su Instagram, spiegando che ci sono già tutte le puntate registrate e pronte.

Ma non è solo questione di puntate, di positività interne varie (oggi è toccato a un giornalista della sede Rai calabrese)  o di contatti pericolosi con politici scopertisi positivi al tampone. In questo momento di emergenza sanitaria le reti devono fare i conti con regole severe, trasferte ridotte al lumicino, qualche studio inadatto ad osservare le regole prescritte dal decreto governativo  e, soprattutto con numeri ridotti: in Rai sono 4800 i dipendenti in smart-working su circa 12 mila, a Mediaset 2500 su 3500, a La7 sta casa sua, tra smart working e recupero ferie il 60 per cento dei dipendenti.

Tanto che l’Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti Rai, temendo che i buchi di palinsesto si trasformino in voragini si è appena appellata ai vertici e ai direttori: “La Rai non puo’ inseguire il virus e arrivare a farsi dettare dal contagio come modificare i palinsesti. Non resta molto tempo. Bisogna anticiparlo per tutelare la salute dei lavoratori e l’informazione del servizio pubblico” ha scritto in una nota il sindacato, invitando la Rai a dotarsi di un assetto di emergenza riorganizzandosi come una squadra unica: “Solo così è possibile decongestionare le sedi Rai e organizzare squadre con turni che assicurino tempi per le sanificazioni e limitino al massimo le possibilità di contagio”.

A oggi i notiziari di Rainews 24 sono già entrati nelle varie reti , dal 22 febbraio è stata creata una task force interna per affrontare l’impatto aziendale dell’emergenza e la sanificazione è seria, tutti i giorni quella ordinaria e settimanalmente, dal 14 marzo, quella straordinaria compresa la disinfezione a vapore delle poltrone. Ma la proposta Usigrai invoca una regia unica,  appoggiata dai consiglieri d’amministrazione Laganà e Borioni che puntano a centralizzare tutto con il doppio obiettivo di ridurre il rischio contagio e ottimizzare l’offerta.

Il 20 marzo è in programma  una riunione del cda con nuovi aggiornamenti sul Covid e intanto i programmi continuano a riservare sorprese, in Rai come nelle altre emittenti: il  telespettatore in clausura ogni giorno accende la tv in modalità thriller, chiedendosi chi ci troverà.

Sospesi Domenica in per la prima volta nella sua storia, Vespa, la Isoardi, Panicucci (il suo Mattino5 ora si chiama Mattino5 speciale Coronavirus e non prevede la sua presenza) ogni conduttore ancora in sella si aprodiga a lodare “l’eroismo” dei tecnici e dei cameraman che con mascherine e guanti garantiscono la messa in onda. E chi resiste si aggrappa con unghie e denti al programma, a partire da Barbara D’Urso: già orfana del sospeso Domenica live, ogni volta che va in onda con Pomeriggio 5 e Live non è la D’Urso, la conduttrice  ripete come un mantra, rivolgendosi chissà se solo ai telespettatori “Io devo resistere, io voglio resistere”.

Ogni giornata riserva la sua novità: dopo la ricomparsa dei “gelati” messi nella mani spesso guantate degli ospiti, per evitare i vietati contatti ravvicinati tra microfonisti e microfonati, adesso c’è appena stata un’ulteriore stretta: gli ospiti non sono più ammessi in studio, neanche alla debita distanza di un metro: sono previsti soltanto in remoto o sistemati in due nuovi piccoli studi (allestiti in un locale adiacente alla sede Rai di  viale Mazzini e al circolo sportivo Rai di Tor di Quinto).

E a fronte di una bella notizia come quella del ritorno di Viva RaiPlay! (sottotitolo: #iorestoacasasuraiuno)  pare che in Rai siano imminenti altre modifiche del palinsesto, con relative nuove sospensioni. Tiene invece botta La 7 dove nonostante le forze ridotte  nessun programma è stato sospeso, seppur in studi surreali come quello di Propaganda live dove al posto del pubblico sulle poltroncine siedono delle sagome di legno.

Non si è fermato neanche ‘Non è l’Arena’ di Giletti  che aveva ospitato il viceministro alla Salute Sileri, la cui positività al virus ha fermato invece Chi l’ha visto. A La 7 spiegano all’Agi che le distanze di sicurezza osservate in studio hanno garantito la salute di chi ci lavora.

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