Mentre a Mosca i funzionari stanno affermando che i loro omonimi in Crimea siano da biasimare per le difficoltà con la registrazione di una televisione tartara, ATR, in occidente si sta accettando passivamente una delle tante menzogne del Cremlino.

Ci sono spesso accuse che il Cremlino stia mettendo a tacere i gruppi critici delle sue azioni:
molti della comunità dei tartari, a maggioranza musulmana, hanno sfiducia nella nuova amministrazione, che si è installata quando le truppe russe e paramilitari locali hanno annesso la regione ucraina un anno fa.
Allo scoccare della mezzanotte del 31 marzo, la più popolare stazione televisiva tartara della Crimea, ATR, è stata oscurata. Dal mese di ottobre stava cercando d’ottenere una nuova licenza di trasmissione, ma senza alcun risultato.

In vista della scadenza del 1 ° aprile, lo show in diretta “Non uccidere ATR” mandò in onda un emotivo messaggio ai suoi telespettatori: “Coloro che hanno deciso di chiudere ATR stanno prendendo di mira tutta la nostra gente, non solo la stazione TV”, ha espresso il presentatore.
La maggior parte dei media locali in Crimea sostengono fortemente l’annessione russa, la maggior parte sono stati registrati presso il regolatore dei media russi, Roskomnadzor; ma sembra che il destino di ATR, sia stato sigillato ben prima della scadenza.

Il leader filo russo in Crimea, Sergei Aksyonov, ha accusato ATR d’incitare la discordia: “Il canale sta frustando le tensioni e creando un senso d’insicurezza nel pubblico – ha riferito in una riunione a Mosca – E’ stato reso chiaro alla gestione di ATR che tali canali non possono operare nella nostra repubblica in questo periodo di semi-guerra”.

Nel 2014, ATR aveva una copertura fortemente pro-ucraina degli eventi che hanno portato all’annessione della Crimea. Dopo che la nuova amministrazione aveva preso possesso, ATR ricevette un formale avvertimento come se si trattasse di una “attività estremista” e, la Tv aveva un po’ attenuato la sua retorica.
Altri media, di proprietà del fondatore del canale, Lenur Islyamov, non sono riusciti ad ottenere le licenze russe, ed hanno sospeso le loro operazioni il 1 ° aprile. Essi comprendono la radio Meydan, Lider FM in lingua russa e persino un canale TV per intrattenimenti dei bambini, Lale.

All’agenzia di stampa tartara della Crimea, QHA, non è stata rinnovata la licenza, al giornale Avdet, sempre in lingua tartara, con 25 anni d’attività, è stata rigettata la domanda. Dei 25 media che operavano nella Crimea con i tartari nessuno ha ricevuto la licenza russa per operare. La mancata registrazione dei media tartari di Crimea ha provocato indignazione tra gli etnici e attivato dei gruppi di attivisti.
– Sono delle repressioni mirate, effettuate dalle autorità di occupazione per sopprimere completamente e disorientare il popolo tartaro di Crimea – ha detto Refat Chubarov, il capo in esilio del governo dei tartari della Crimea (Mejlis).

– Questo attacco palese alla libertà d’espressione, vestito come un procedimento amministrativo, è un rozzo tentativo di soffocare i media indipendenti, le voci dissenzienti, teso ad intimidire la comunità dei tartari di Crimea – si legge in un comunicato di Amnesty International. Dall’annessione della Crimea da parte della Russia, nemmeno un giornalista locale non è stato accusato del tentativo di rovesciare il nuovo governo, reato punibile con fino a cinque anni di carcere. Molti sono stati interrogati dai servizi di sicurezza, le loro case sono state perquisite, altri hanno lasciato la Crimea, temendo la persecuzione.

Un certo numero di giornalisti tartari di Crimea sono stati aggrediti fisicamente e molti sono scomparsi.
Ayder Muzhdabayev, un giornalista tartaro di Crimea, sostiene che le autorità della penisola stiano semplicemente aspettando una decisione del Cremlino per decidere se estendere la licenza televisiva o revocarla, infatti dovrebbe essere solo una questione burocratica, solo una questione di un timbro.
Di conseguenza, egli spiega, il Cremlino nella persona del signor Vladimir Putin, deve essere ritenuto responsabile di quest’azione e del fatto che Mosca ha cominciato le “pulizie etniche”, nella penisola di Crimea, come un primo passo verso quella che lui definisce “un genocidio ibrido” della nazione tartara di Crimea.

La situazione del tutto “intenzionale” di Mosca di quello che sta accadendo in Crimea è “l’ultimo anello di una catena di menzogne ​​sulla reale situazione del popolo tartaro di Crimea sotto la giurisdizione della Federazione russa e ha il seguente obiettivo: tener nascoste queste realtà alla comunità internazionale, per continuare la persecuzione dei tartari di Crimea in modo sempre più duro”.

“Questa situazione rischia d’assumere la forma di “una ripetizione dei peggiori esempi della politica di Stalin e di Hitler – E nel breve termine, sostiene Muzhdabayev, è certo che presto i dirigenti e i dipendenti di ATR saranno sottoposti, non solo alle minacce, ma alla persecuzione amministrativa e penale con altrettante false accuse”.

I diplomatici stranieri devono riconoscere che Mosca sta mentendo e che si sta muovendo rapidamente per “liquidare” gli unici canali televisivi e radiofonici dei tartari di Crimea.
– La situazione è davvero terribile perché, – sottolinea Halya Coynash – come abbiamo la chiusura forzata della Tv tartara ATR, si sta già pensando di sostituirla con una Tv filo russa, un clone di una già esistente in Russia. Una figura d’alto rango del Cremlino che ora vive qui in Crimea, ha proposto che il culto del 18 maggio, l’anniversario della deportazione dei tartari di Crimea nel 1944, non dovrebbe essere ricordato, ma in Crimea nello stesso giorno, dovrebbe essere istituito un “giorno di festa”.

Le parole di Dmitry Polonsky, il primo vice primo ministro della Crimea, come riportato da Lenta.ru, sono davvero spaventose nelle loro implicazioni, per chi ricorda Hitler e Stalin, e come mentivano.
– Il culto del 18 maggio tra i tartari della Crimea è stato per decenni artificialmente creato dai leader dei cosiddetti Mejlis, per dare alla gente un complesso d’inferiorità – ha sostenuto Polonsky – E’ impossibile costruire piani di successo e di sviluppo di un popolo sulla base di una tragedia. Che, per inciso, è stato un grande errore delle autorità ucraine che hanno costantemente cercato di creare un culto delle diverse tragedie, sia con Holodomor o con la deportazione. E’ impossibile costruire una nazione forte su carenze.
Polonsky ha proposto un giorno diverso per festeggiare i tartari della Crimea, il 21 aprile, giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin, ha firmato la riabilitazione delle vittime della deportazione: “Da un giorno di lutto – ha espresso Polonsky – dobbiamo tuttavia passare a un giorno di gioia … È necessario ricordare i morti in silenzio e gioire ad alta voce”.

GB