Il Global Compact spacca l’intesa di governo

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Il diniego secco e irremovibile di Salvini all’accordo del Global Compact si contrappone alla posizione assunta dal M5S se pur con riserva

di Monica Montanaro                                                                                                           

L’appuntamento imminente dell’agenda politica che preoccupa il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini attiene all’accordo per gli Stati nazionali da assumere rispetto al Global Compact, difatti la sua netta contrarietà si è palesata in diverse occasioni manifestandosi soprattutto in sede istituzionale quando durante la seduta alla Camera dei deputati del 27 novembre scorso ha esplicitato il suo dissenso dichiarando dal banco dei componenti del governo: “Io sono assolutamente contrario al Global Compact (…). Non vedo perché mettere sullo stesso piano i migranti cosiddetti economici e i rifugiati politici”.

Il Global Compact la cui denominazione estesa è Global Compact for Safe. Orderly and Regular Migration, trattasi di un progetto sancito dalle Nazioni Unite (ONU) che contempla un accordo interstatuale mirante a regolamentare e disciplinare in modo strutturale e sistematico il fenomeno delle migrazioni internazionali.

Il timore giustificato di un’ulteriore invasione di migranti nel territorio italiano, dopo quella già considerevole avvenuta negli ultimi anni, ha scosso i partiti politici dell’area della Destra parlamentare e l’opinione pubblica sollevando un dibattito politico acceso.

Tra gli esponenti politici maggiormente contrari al suddetto accordo internazionale inerente la migrazione di massa compare la leader combattiva di Fratelli d’Italia che non ha lesinato parole accusatorie e invettive contro la maggioranza di governo e contro tale sistema di regolazione dell’immigrazione affermando l’assoluta insensatezza dell’accordo sostenendo altresì che il governo opererebbe contro gli interessi dell’Italia spianando la strada ad una nuova invasione di massa di migranti supportando le idee e gli intenti del magnate Soros in caso di ratifica del Global Compact.

Rispetto al contenuto delle dichiarazioni rilasciate dalla Meloni concordano altri esponenti della stessa Lega che si pongono in profondo disaccordo e rigettano l’ipotesi di una possibile adesione a tale accordo tra Stati che agevolerebbe il fenomeno delle ondate migratorie a flusso perpetuo.

L’alleato di governo della Lega, il M5S, all’opposto appare schierato a favore del progetto del Global Compact come del resto auspicato ed asserito qualche tempo fa in sede ONU dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano il quale aveva manifestato in tale occasione il suo beneplacito e la sua volontà di adesione allo stesso.

Il Global Compact prevede nei suoi punti programmatici come linea generale di fondo la cooperazione internazionale tra Stati sovrani in tema di migrazione e il richiamo alle nazioni interessate all’osservanza delle norme del diritto internazionale a difesa e tutela dei diritti umani universali e alle liberta fondamentali spettanti a tutti gli esseri umani ivi inclusi i migranti siano essi rifugiati o migranti generici.

La ratifica ufficiale del Global Compact dovrebbe avvenire nei giorni 10 e 11 dicembre 2018 quando verrà convocata una conferenza intergovernativa organizzata a Marrakech in Marocco sotto l’egida dell’Assemblea generale dell’Onu.

Il governo in rappresentanza dell’Italia si suppone non presenzierà al summit che si terrà a Marrakech specialmente dopo il “rinsavimento” del premier Conte riguardo l’accordo del Global Compact certamente stimolato dalla linea politica determinata ed intransigente in tema di immigrazione intrapresa dall’inquilino di governo Matteo Salvini.

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