Il meccanismo di rating che può aiutare le località di montagna a ripartire

Economia & Finanza

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Si chiama Covidless Approach & Trust ed è uno strumento pratico a disposizione dei Comuni montani per rilanciare la propria offerta turistica e culturale

di Marco Gritti  

© Ugo Barbàra / Agi – Uno chalet ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo

Si chiama Covidless Approach & Trust ed è uno strumento pratico a disposizione dei Comuni montani per rilanciare la propria offerta turistica e culturale. “È un meccanismo di rating, una valutazione che, a partire da alcuni requisiti, consente ai Comuni di verificare il livello di sicurezza e di affidabilità di un turismo sostenibile e rispondente alle disposizioni normative e ai parametri di sicurezza in vigore nell’era Covid-19”, spiega all’AGI la professoressa Silvana Secinaro, membro del team di ricercatori del Dipartimento di Management dell’Università di Torino che hanno messo a punto il progetto, reso disponibile in open access.

I requisiti: dall’accoglienza agli eventi, sempre guardando alla sicurezza

Gli indicatori presi in considerazione sono sette (e sono spiegati in questo documento). Da un lato, naturalmente, ci sono quelli che riguardano le attività ricettive: “Valutiamo se le località sono in grado di fornire servizi di prima necessità in caso di necessità, per esempio la fornitura di alimenti e bevande qualora la località dovesse venire isolata per lo scoppio di un focolaio di coronavirus o per un nuovo lockdown”, spiega Secinaro. E poi ci sono i parametri turistici: “Dall’organizzazione di eventi o di momenti di svago sicuri, che rispettino cioè le norme anti contagio, alla disponibilità di servizi di consegna a domicilio dei pasti, fino alla capacità ricettiva”, intesa naturalmente non come grandi hotel ma come alberghi diffusi, cioè posti letto sparsi tra le seconde case che normalmente restano disabitate. 

Una classifica a 5 stelle

Questi parametri vengono valutati sulla base delle potenzialità delle singole località: “In questo modo diamo una sorta di bollino, una certificazione che dimostra che le attività di quel Comune sono sicure”, spiega Secinaro. Ne scaturisce una specie di classificazione articolata grossomodo come quella degli alberghi, “su cinque stelle”. 

Ma l’obiettivo non è soltanto fotografare il presente, quanto mettere a disposizione uno strumento che aiuti a individuare e a mettere in pratica azioni concrete che migliorino la situazione attuale: “Vuole fungere da incentivo”, dice Secinaro. L’obiettivo, prosegue la ricercatrice, è quello di aiutare i borghi montani a innovarsi, a “sfruttare la sventura del Covid-19 come un’opportunità” per rilanciarsi oggi e proporsi, nel futuro, anche per “raccogliere anche l’interesse di turisti stranieri”, valorizzando il patrimonio naturalistico, culturale e storico.

Nel verbano il primo Comune ad aderire

Il primo Comune ad aver aderito a Covidless A&T è Santa Maria Maggiore, in provincia di Verbania. La località, dove vivono milletrecento persone, si trova in Val Vigezzo, nell’estremità settentrionale del Piemonte, a due passi dal confine con la Svizzera. In questo caso l’amministrazione ha stretto un accordo con una piattaforma di consegne a domicilio, Eat in Time, che metterà a disposizione dei commercianti del borgo il proprio servizio. “Il ristorante del posto non potrebbe aprire stando alle norme di distanziamento, rischierebbe di fallire”. Così, invece, i turisti potranno farsi portare la cena a casa. 

“La nostra ricerca, sostenuta dalla Camera di Commercio di Torino, è cominciata prima della pandemia e ha preso spunto dall’esigenza di rigenerare il territorio e il turismo montano e lacustre. Nei prossimi mesi, in cui probabilmente dovremo fare i conti con alcune restrizioni legate agli spostamenti, la montagna può essere un’alternativa alle tradizionali vacanze al mare. Per riuscirci deve però essere un’alternativa rivitalizzata, certificata e sicura”. 

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