Il concorso di canzoni Eurovision non è estraneo a controversie politiche. Il concorso, immaginato dopo la seconda guerra mondiale come mezzo per forgiare i legami culturali tra le nazioni europee, è stato strettamente legato all’idea d’integrazione europea che ha preso forma negli anni Cinquanta. Per un breve periodo, i paesi del Patto di Varsavia hanno ospitato il concorso Intervision Contest, ma è stato Eurovision Contest e l’idea che c’è dietro di esso che in ultima analisi alla fine ha prevalso, fino ad arrivare, per la maggior parte degli stati europei dell’est del continente (e della sua periferia), al parco giochi politico che oggi conosciamo.

Di tanto in tanto la competizione ha fornito dati per una migliore comprensione della politica e della società europea. Nel 2014, la “inerente e sovversiva performance” di Conchita Wurst è stato un successo straordinario nel voto popolare, ma è stato evitato dalle giurie dell’Europa orientale. Come è stato sostenuto allora, ciò ha rivelato quanto fosse complicata nella regione la polarizzazione delle problematiche Lgtb. Allo stesso modo, la vittoria dell’anno scorso di Jamala, che ha cantato le atrocità staliniste nella Crimea del 1944, è stato un trionfo del potere culturale morbido, che ha segnalato il significato della coscienza storica collettiva del pubblico europeo.

Quest’anno, però, i più dei 200 milioni di utenti di Eurovision sono stati risparmiati in maniera esplicita dai messaggi politici, e le preoccupazioni del pre-concorso relative alla partecipazione della Russia, sono state per lo più dimenticate e messe da parte. Però, la dimensione politica di Eurovision 2017, è stata notevole per come l’Ucraina l’ha utilizzata come veicolo di soft power (sebbene in maniera meno aperta rispetto agli anni passati quando una delle canzoni dei suoi brani è stata incomprensibilmente “Russia Goodbye”).
Quest’anno il concorso è stato segnato da sforzi molto discreti. Innanzitutto l’Ucraina, ponendo l’accento sulla libertà e sull’essere un paese tollerante, aperto e che appartiene alla famiglia europea delle democrazie liberali, agli ospiti ha dimostrato di essere una nazione con aspirazioni democratiche occidentali. In secondo luogo, ha messo in risalto il suo orgoglioso patrimonio culturale, vivamente permeato dagli artisti e dai commenti degli ospiti durante i concorsi finali. Infine ha inviato un messaggio ancora più discreto, quasi subliminale, nel quale ha esaltato il suo ruolo nella regione, mettendolo in contrasto con quello russo, ed ha sottolineato nello stesso momento l’integrità regionale dell’Europa orientale (e slava).

Come notato da Atlantic, Eurovision Contest “serve da tappa ai Paesi per esprimere il proprio orgoglio nazionale e affermare la propria affiliazione europea”. Questo per l’Ucraina non potrebbe essere più vero, la quale ha alcune regioni che sono attualmente inondate dalla guerra con la Russia. I temi principali delle tre parti del concorso, sono stati l’apertura e l’appartenenza all’Europa, così come l’ambiente fisico della capitale. In particolare, nel centro di Kyiv, uno degli ultimi edifici danneggiati durante la rivoluzione della dignità, che si trova sulla famosa piazza Maidan dove si sono svolte le proteste del 2013, è stato decorato con un enorme cartello pubblicitario che affermava “la libertà è la nostra religione”.

Il tema “celebrare la diversità” dell’edizione di quest’anno, è stato incarnato con la modifica di un monumento dell’epoca sovietica e con la ricerca di mettere il maggior numero di luce possibile tra l’Ucraina e la Russia, percepita come intollerante e autoritaria. Quello che una volta era l’arco che simboleggiava l’unità russo-ucraina, è stato dipinto con i colori arcobaleno, con sgomento della Russia, così come anche quello delle forze conservatrici e nazionaliste ucraine, che dall’interno hanno cercato in ogni maniera d’impedire che l’arco venisse completato.

Questa aspirazione democratica occidentale è strettamente legata all’idea e al processo d’integrazione europea, e deriva dal senso profondo, condiviso da una parte considerevole dell’élite intellettuale e della classe decisionale del Paese, che l’Ucraina è, sia storicamente che politicamente, al centro dell’Europa. Dopotutto, è stato l’accordo d’associazione dell’Ucraina con l’Unione europea che ha fatto esplodere le proteste di Maidan e che ha messo il paese in contrasto con la Russia, plasmandolo in una guerra proxy di cui non si sa la fine. L’insistenza ucraina sulle sue credenziali europee, inclusa la possibilità di ospitare con successo tale spettacolo, è quindi parte di uno sforzo di potenza morale incentrato sulla sua riorientazione geopolitica. Tuttavia questa, è solo una parte degli sforzi concertati per mostrare il Paese al mondo esterno.

Слава Україні!
Le preoccupazioni occidentali per i paesi dell’ex Oriente comunista non sono un nuovo fenomeno. Quasi trenta anni dopo la caduta del Muro di Berlino, tuttavia, tali aspirazioni non possono più essere semplicemente valutate come assimilazioniste. Quindi, in tutto l’Eurovision è stato molto presente un senso di un sé nazionale ucraino. Nelle loro performance del grande finale dello spettacolo, le contemporanee star popolari ucraine – Ruslana, Jamala e Onuka – hanno pesantemente richiamato la musica popolare ucraina. Questo legame tra musica popolare e Ucraina è molto apprezzato dal pubblico nazionale, in cui i riferimenti alle tradizioni culturali e all’utilizzo della lingua ucraina sono parte integrante della ricerca dell’anima civica e dell‘identità che il paese sta attraversando negli ultimi anni.

Il senso di orgoglio nel successo dell’Eurovision ospitato da Kyiv, è visto come una convalida dell’abilità e della capacità del popolo ucraino ed ha svolto un ruolo cruciale nel processo di cristallizzazione della propria comprensione nazionale rispetto all’Europa, piuttosto che semplicemente emulare i suoi vicini all’ovest. In questo caso, Eurovision ha svolto la funzione, che per molti paesi in tutto il mondo viene svolto dai grandi eventi sportivi. Tuttavia, in Ucraina c’è stata un’altra potente dimensione di Eurovision.

L’Ucraina non può sfidare la geografia, in particolare la sua vicinanza alla Russia e ai suoi clienti. Pertanto, il messaggio finale comunicato da Kivy, evidenziando come è diversa dalla Russia, è stato quello di affermare quanto l’Ucraina ama i suoi “cugini” slavi e come mantiene relazioni positive con i suoi vicini nella regione dell’Europa orientale. L’accoppiato della slavicità con l’accento sulle credenziali occidentali democratiche ed europee del paese, è stato il consapevole tentativo di dimostrare le distinzioni tra l’Ucraina (posizionata come pro-occidentale, liberale, democratica e tollerante) e la Russia (presentata come anti-occidentale, illiberale, autocratica e intollerante).

Questo messaggio segue gli attuali sforzi diplomatici dell’Ucraina. Quanto sopra, è stato comunicato fianco a fianco con una segnalazione meno esplicita della fraternità slava / regionale. Durante l’ultima tappa dello spettacolo finale, quando si sono raccolti i punti dalle capitali europee, quasi tutti i paesi slavi sono stati accolti con l’ucraino добрий вечір, che si può capire in gran parte nella regione, mentre sono state graziose anche altre iniziative linguistiche.

Ma soprattutto, i 12 punti della giuria ucraina (che rappresentano la voce élitaria del paese) sono andati in Bielorussia, che può essere vista come un proxy della Russia, assente dalla competizione. Nel sottolineare le sue credenziali slave ed est europee, l’Ucraina ha esercitato un ottimo equilibrio tra l’Europa e la Russia (che afferma la proprietà dell’idea del pan-slavismo): esaltare l’unità regionale e il condiviso patrimonio culturale e storico, è stato un deliberato tentativo di dimostrare le credenziali occidentali del paese.

Nonostante la mancanza di politicizzazione aperta, Eurovision di quest’anno è stato un esercizio quintessenziale del potere morbido dell’Ucraina, un paese che lotta sul palcoscenico mondiale per il diritto all’autodeterminazione. Il concorso ha fornito un messaggio ideologico accuratamente costruito che ha presentato l’Ucraina come vuole essere: uno Stato occidentale democratico e uno Stato europeo, orgoglioso del suo patrimonio culturale e delle sue tradizioni, che al tempo stesso è radicato nel mondo slavo e sostiene il cambiamento liberale della regione dell’Europa orientale.