Il mistero Berlusconi: perchè ha scelto di affondare Draghi?

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I tanti che hanno creduto nella sua saggezza senile si ritrovano con riflessi internazionali sulla credibilità dell’ Italia molto peggiori di quelli innescatiai tempi del bunga bunga. di Marco Mayer

Il Presidente della Repubblica ha accettato le dimissioni di Mario Draghi e il Governo resterà in carica per gli affari correnti.

Perché Conte, Salvini e Berlusconi hanno affossato il Governo Draghi?

Una prima spiegazione è che da tempo sono sedotti dal fascino dalle autocrazie. Conte è stato folgorato sulla Via della Seta, Salvini e Berlusconi dall’ antico amore per la Russia o forse più correttamente dalla “Russia con amore”.

Ieri Draghi ha finalmente spiegato al Senato che  le interferenze russe e cinesi non sono una fantasiosa  invenzione  del Copasir, ma un dato di realtà a cui che l’ Italia dovra’ o almeno dovrebbe reagire  con determinazione maggiore.

Ma se e’ vero che i partiti “sfascisti” al Senato hanno fatto un bel regalo a Putin è altrettanto vero  che sarebbe ingenuo e superficiale spiegare l’agguato contro il governo Draghi con fattori esclusivamente  legati a infuenze,  “ricatti” e  condizionamenti stranieri.

Per capire come  sono andate le cose non basta la battuta  di Carlo Calenda: il governo Draghi è  stato sfiduciato dai “filoputiniani”.

L’ esperienza sul campo come peacekeeper e l’ attività di ricerca  mi hanno insegnato che di fronte ad una crisi e a un conflitto l’analisi non può limitarsi – come invece quasi  sempre accade –  alle relazioni tra gli attori politici, ma deve estendersi alle dinamiche interne agli attori stessi.

Tutti conoscono (almeno per grandi linee) lo scontro tra palestinesi e israeliani, ma pochissimi si soffermano sulle profonde divisioni interne ai due schieramenti che sono, invece,  il maggiore ostacolo ai negoziati di pace.

Ricordo come se fosse ora a Gaza l’intensità dell’ odio dei militanti di Al Fatah contro i rivali palestinesi di Hamas dopo il loro  colpo di stato.

E  richiamo all’attenzione dei lettori le storiche  lacerazioni che dividono la Knesset sulle modalità politiche con cui Israele deve affrontare la questione palestinese.

I conflitti intrapartitici e i conflitti interpartitici  sono strettamente intrecciati e i primi producono crisi e escalation dei conflitti

Per questo- tornando in Italia –  non basta mettere in evidenza la frattura tra PD, IV, Insieme per l’ Italia,  centristi e Azione da un lato, 5 stelle, Lega  e Forza Italia dall’altro.

Solo scavando dentro la vita di ciascun partito si possono comprendere le  ragioni profonde dei loro comportamenti politici e quelli dei loro leader.

Per i 5Stelle la diagnosi è semplice. Dopo .gli scontri  fratricidi che si sono succeduti con Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, Davide Casaleggio, Luigi  Di Maio e altri leader del Movimento,  Giuseppe Conte si è trovato tra le mani un partito lacerato e con sondaggi disastrosi confermati dalle recenti elezioni amministrative.

Nella disperata  speranza di salvare il salvabile ( e innanzitutto la  sua leadership ) Giuseppe Conte ha scelto di lanciare il sasso togliendo la mano. Ha innescato la crisi di governo come gli aveva suggerito Alessandro Di Battista da Mosca lasciando  a  Matteo Salvini la responsabilità finale.

Matteo Salvini era pronto da tempo perché  i  suoi Ministri e Governatori gli facevano ombra e gli rimproveravano l’ emorragia elettorale della Lega.

Il tanto peggio tanto meglio (come al Papeete)  è la via che ha scelto per imporre la sua leadership ai suoi governisti recalcitranti, da qui i mugugni  espressi pubblicamebte da Giorgetti

Certo la vera sorpresa è Forza Italia. Perche’ ha scelto di affondare Draghi? I tanti che hanno creduto   nella sua saggezza senile  si ritrovano con  riflessi internazionali sulla credibilità  dell’ Italia molto  peggiori di quelli innescatiai tempi del bunga bunga.

Ma Silvio Berlusconi non fa mai niente a caso. Andrea Cangini e Maria Stella Gelmini sono la punta di un iceberg di una vasta area liberale e moderata  di Forza Italia che è stata colta di sorpresa.

Azzardo un’ ipotesi: forse perché Berlusconi vede le cose  da Milano e non da Roma. Non lo  dico  perché a Milano ha sede la storica partnership tra Mediaset e Huwaei, ma per un discorso molto più ampio.

Milano è da sempre il  crocevia dei grandi business italo-russi  e italo-cinesi. Per  Berlusconi business is business e  l’  opposizione politica interna al suo partito ha le mani legate.

Marco Mayer

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