Il mondo della musica in lutto per la scomparsa di Franco Battiato

Cinema

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E’ morto Franco Battiato, sconfitto da una lunga malattia. L’artista si e’ spento nella sua residenza di Milo. Aveva 76 anni, era nato a Jonia il 23 marzo del 1945. I funerali avverranno in forma privata. Battiato ha spaziato tra una grande quantita’ di generi, dalla musica pop a quella colta, toccando momenti di avanguardia e raggiungendo una grande popolarita’. Mattarella si e’ detto “addolorato” per la scomparsa di un “artista colto”. “Ci ha lasciato un Maestro. Uno dei piu’ grandi della canzone d’autore italiana. Lascia una eredita’ perenne”. Cosi’ il ministro della Cultura, Dario Franceschini. A Battiato sono andati il ricordo e i riconoscimenti di molti colleghi artisti e di un fronte politico bipartisan. 

Battiato era nato a Jonia, in provincia di Catania, il 23 marzo 1945. Legatissimo alla madre Grazia (scomparsa nel 1994), ha sempre condotto una vita riservata. Le prime esperienze musicali risalgono agli anni Sessanta quando, arrivato dalla Sicilia a Milano, apriva gli spettacoli al Club 64 dove si esibivano Paolo Poli, Enzo Jannacci, Lino Toffolo, Renato Pozzetto e Bruno Lauzi. E’ li’ che Giorgio Gaber, seduto tra il pubblico, lo nota e lo invita ad andarlo a trovare. E’ proprio Gaber, con il quale nascera’ poi un’amicizia, a procurargli il primo contratto discografico e, anche, la prima apparizione televisiva nel programma “Diamoci del tu” che, all’epoca, conduceva con Caterina Caselli. In quell’occasione, su suggerimento di Gaber, Battiato cambia per la prima volta il suo nome da Francesco a Franco, per non essere confuso con Guccini, anch’egli presente nel programma. Dopo i primi album sperimentali degli anni Settanta, l’incontro con Giusto Pio, il musicista con cui stringe un proficuo sodalizio artistico. Nel 1979 Battiato incide “L’Era del Cinghiale Bianco”, album in cui sono presenti per la prima volta riferimenti all’esoterismo, uno dei suoi interessi insieme alla teoretica filosofica, la mistica sufi e la meditazione orientale.

L’anno successivo e’ la volta di “Patriots” che precede il primo vero grande successo commerciale: l’album “La voce del padrone” trionfa grazie ai singoli “Cuccuruccucu’” e “Centro di gravita’ permanente”. Come e’ lungo l’elenco delle canzoni che ci ha lasciato, altrettanto lo e’ quello dei nomi degli artisti con cui ha collaborato: da Claudio Baglioni e Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, da Adriano Celentano ai Subsonica. “Suoi”, inoltre, i successi di Giuni Russo e Alice, vincitrice quest’ultima del Festival di Sanremo nel 1991 con “Per Elisa”. Anche Battiato e’ salito piu’ volte sul palco dell’Ariston: l’ultima nel 2011, nella doppia veste di partecipante (con Luca Madonia) e direttore d’orchestra con il brano “L’alieno”. Importanti nella sua carriera anche gli anni della collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro, coautore di molti suoi brani, iniziata nel 1994.

L’ultima collaborazione e’ quella che ci ha regalato la sua voce nel Festival di Sanremo 2021: nella serata dedicata alle cover Colapesce e Dimartino hanno proposto il suo “Povera patria” che nel 1992 si era aggiudicato la Targa Tenco come “Miglior Brano dell’Anno”. Nella loro esibizione, cantando con le parole del Maestro di quella “povera patria schiacciata dagli abusi del potere” e di quei “governati che assistono con indifferenza a quello che li circonda, dai morti ammazzati per mafia alle risse negli stadi”, i due artisti hanno inserito una partecipazione di Battiato con l’ultimo verso cantato da lui: “Se avremo ancora un po’ da vivere/La primavera intanto tarda ad arrivare”. Battiato è stato anche regista e pittore: ha diretto sei tra film e documentari, piu’ un lungo elenco di video musicali, e ha realizzato un’ottantina di dipinti. 

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