Il movimento hussita: il movimento religioso nella Slavia latina

Arte, Cultura & Società

Di

Una prima coscienza nazionale nel mondo slavo

Di Chiara Fiaschetti

Il movimento di Jan Hus segnò profondamente la storia culturale della Slavia latina, in particolare quella della Boemia.
Nel Basso Medioevo (scc. XIV-XV), le massime autorità, papa e imperatore, si trovarono indeboliti a causa di molteplici fattori, come lo spostamento della sede pontificia ad Avignone (1309-1377). Questa debolezza lasciò spazio alle diverse monarchie che proprio in quei secoli tentavano di consolidare il proprio potere. Francia, Inghilterra, Polonia e Ungheria, attraverso alleanze e matrimoni dinastici, stavano accumulando titoli e ricchezze consolidando così il potere a discapito delle autorità ecclesiastiche.

Il contesto sociale in Boemia

Verso la fine del XIV secolo emerse la dinastia dei Lussemburgo con il re Venceslao, re di Boemia, Germania e, infine, imperatore del Sacro Romano Impero.
In Occidente lo sviluppo dei centri urbani e la successiva nascita delle città aveva favorito l’ascesa dei ceti mercantili, mentre apparivano sempre più ingombranti i feudatari nelle campagne, proprietari di immensi latifondi.
In Boemia, laici ed ecclesiastici erano proprietari di estesi latifondi. Queste presenze, agli inizi del XV secolo, avevano generato sentimenti da parte degli strati sociali nei confronti della nobiltà e del clero.
L’accumulo di grandi ricchezze da parte dell’alto clero suscitava ostilità poiché
questo stile di vita si allontanava sempre di più dalla fede e dagli ideali del cristianesimo predicato dagli ordini mendicanti.
In questo contesto emerge in Boemia la
devotio moderna, movimento di rinnovamento spirituale in contrapposizione con lo stile di vita praticato dagli ecclesiastici del tempo.

A Praga, sede della corte reale, la piccola nobiltà sperimentava l’ostilità nei confronti degli ecclesiastici e laici che accumulavano sempre più ricchezza.
Sia la piccola nobiltà sia l’emergente borghesia sperimentavano questa indipendenza. Queste due realtà davano vita ad una forma di comunicazione sociale mediante la lingua vernacola, che successivamente diventerà lingua letteraria grazie al ruolo del monastero di Emaus in cui i sacerdoti celebravano le funzioni religiosi con con l’ausilio dei libri glagolitici, inoltre, in questo scenario cominciarono a circolare versioni della Bibbia in vernacolo che favorirono un confronto e un rapporto diretto tra i testi sacri e le masse.

Questo fattore favorì, inoltre, una coscienza di popolo che diede vita, poco dopo, al movimento di riforma religiosa che si inserì sul contrasto tra il mondo slavo e quello germanico.

Precursori

Fermenti in seno alla riforma cominciarono a diffondersi nel corso del XIV secolo con Jan Milíč, un membro della cancelleria di Carlo IV che, successivamente, decise di abbandonare l’incarico per praticare l’ascetismo e la predicazione in ceco. Alla fine del secolo la riforma prende vita a Praga con Matěj di Janov. Quest’ultimo ebbe un grande impatto sulla società boema del tempo grazie alla sua predicazione in volgare. Diventato canonico della Cattedrale di San Vito, scrisse le Regole del Vecchio e Nuovo Testamento.
Attivo in seno alla riforma fu anche Tomáš Štítný. Questi furono i precursori della riforma, consolidatasi con Jan Hus.

Jan Hus

Jan Hus studiò all’università di Praga, l’ateneo più prestigioso dell’Impero.
Divenuto professore, entrò a contatto con gli studenti di Oxford, vicini al pensiero di John Wycliffe, critico delle istituzioni ecclesiastiche.
L’influenza di Wycliffe è evidente negli scritti e nella predicazione attuata da Hus.
Nell’ateneo di Praga, centro culturale in seno alle polemiche religiose, emerse un’accesa polemica che produsse una frattura tra il mondo germanico e la nazione boema, facente parte del mondo slavo. Jan Hus venne coinvolto in questa polemica in cui il predicatore non esitò ad appoggiare il pensiero di Wycliffe, condannato dal mondo germanico.
Il re Venceslao appoggiò la “nazione boema” e questo favorì una diaspora di studenti e professori tedeschi.

Predicazione e morte sul rogo

Successivamente, Jan Hus iniziò ad attuare una radicale critica nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche e delle indulgenze. In questo si può riconoscere che Hus fu un precursore della dottrina Luterana, sorta proprio nel mondo germanico.
Oltre che a predicare in ceco, Hus iniziò ad adattare l’alfabeto latino alle categorie della lingua slava e dei suoi suoni. A tal proposito il predicatore scrisse nel 1412 il
De orthographia bohemica, nel quale l’autore propone segni sopralineari e sottolineari; un sistema di segni da adattare alle lettere allo scopo di creare grafemi corrispondenti ai suoni dello slavo. Su queste basi si sviluppò il sistema in uso ancora oggi nelle lingue slave che hanno acquisito l’alfabeto latino.

Predicazione e morte sul rogo

Successivamente, Jan Hus iniziò ad attuare una radicale critica nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche e delle indulgenze. In questo si può riconoscere che Hus fu un precursore della dottrina Luterana, sorta proprio nel mondo germanico.
Oltre che a predicare in ceco, Hus iniziò ad adattare l’alfabeto latino alle categorie della lingua slava e dei suoi suoni. A tal proposito il predicatore scrisse nel 1412 il
De orthographia bohemica, nel quale l’autore propone segni sopralineari e sottolineari; un sistema di segni da adattare alle lettere allo scopo di creare grafemi corrispondenti ai suoni dello slavo. Su queste basi si sviluppò il sistema in uso ancora oggi nelle lingue slave che hanno acquisito l’alfabeto latino.
La critica di Hus iniziò a suscitare reazioni dissidenti inizialmente limitati alla città di Praga ma, successivamente, il dissenso raggiunse il resto del mondo occidentale.

L’arcivescovo di Praga iniziò una dura opposizione contro la predicazione di Jan Hus e lo stesso Venceslao tentò di cercare un accordo, senza successo.
A Costanza in quegli anni aveva luogo un Concilio volto a gestire i rapporti in relazione alla difficile situazione del papato che vedeva protagonisti tre papi. Hus, scomunicato, fu invitato al Concilio dove doveva difendersi dalle accuse di eresia.
Al Concilio venne ribadita l’autorità e la supremazia papale con la partecipazione di prelati slavi e confermata la condanna rivolta al predicatore boemo.

Nonostante la condanna, Jan Hus continuò a difendere le sue radicali posizioni e questo lo condusse alla morte sul rogo nel 1415.

Jan Hus al Concilio di Costanza, dipinto di Carl Friedrich Lessing, 1842

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