Il nuovo farmaco sperimentale contro l’impotenza

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Si chiama siRNA e nei test sui topi sta dando ottimi risultati, potrebbe rivoluzionare la salute sessuale dei pazienti con neoplasie della prostata.

Si chiama siRNA, è un farmaco sperimentale per la crescita dei nervi che potrebbe rivoluzionare la salute sessuale dei pazienti con neoplasie della prostata. Almeno questo è quanto emerge da uno studio condotto dagli scienziati dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, che hanno Pubblicato i risultati delle loro ricerche sul Journal of Clinical Investigation Insight.

I ricercatori hanno utilizzato un modello murino per valutare l’efficacia del trattamento. Migliaia di uomini affetti da cancro alla prostata sono soggetti a rimozione chirurgica dell’organo, il che, nel 60 per cento dei casi, può danneggiare i nervi che regolano l’afflusso di sangue al pene e portare all’impotenza anche 18 mesi dopo l’operazione.

Nel 33 per cento dei pazienti, inoltre, l’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione soddisfacente si verifica anche a distanza di cinque anni dall’intervento. Il trattamento a base di sildenafil, o Viagra, non è sempre efficace in questi soggetti.

Il team ha sviluppato un farmaco per la ricrescita dei nervi in grado di inibire il gene FL2, responsabile del rallentamento della capacità dell’organismo di riparare i danni nervosi. Il trattamento, che consiste in un gel da rilasciare sui nervi danneggiati, è stato sperimentato in un modello murino, ma il gruppo di ricerca spera di avviare le procedure di test su tessuti e pazienti umani.

“L’intervento chirurgico di rimozione della prostata – afferma Kelvin Davies, dell’Albert Einstein College of Medicine di New York – può essere dannoso per i nervi cavernosi. A volte l’organismo può riparare i filamenti in autonomia, ma abbiamo scoperto che il gene FL2 può rallentare questo processo di guarigione”.

Inibire il gene potrebbe pertanto accelerare il processo di guarigione dei nervi. Gli scienziati hanno somministrato a un modello murino siRNA, un composto a base di molecole di RNA, per fornire materiale genetico in grado di interrompere la produzione del gene FL2.

Stando ai risultati del team, a distanza di tre settimane dalla somministrazione del farmaco, i topolini trattati mostravano una funzione erettile significativamente migliore rispetto al gruppo di controllo. Un mese dopo il trattamento, la pressione sanguigna del pene era tornata normale.

Anche in caso di roditori con nervi completamente recisi è stata osservata la ricrescita dei nervi nell’87,5 per cento dei pazienti. “La disfunzione erettile che si verifica a seguito della prostatectomia – osserva David Sharp, collega e coautore di Davies – può avere un impatto importante sulla vita sessuale di molti uomini e dei loro partner. I roditori sono un modello affidabile nella ricerca urologica, per cui il nostro farmaco rappresenta una reale speranza di ripristinare la funzione sessuale per i moltissimi pazienti con neoplasia prostatica”.

I ricercatori hanno anche scoperto che questo trattamento potrebbe rendere più efficace l’assunzione di sildenafil, aumentando i livelli di ossido nitrico in organismo. “Farmaci come il Viagra – conclude Sharp – funzionano in caso di presenza sufficiente di ossido nitrico. Ripristinare la presenza di questo composto nei nervi che regolano l’afflusso di sangue nel pene può aumentare l’efficacia di questi medicinali, il che è molto importante per i pazienti affetti da cancro alla prostata”.  (Valentina Di Paola)

AGI

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