Il peggio della politica

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In politica niente è definitivo. Questo Governo dovrà fare “quadrare” i conti. Nella Penisola, gli ottimisti della politica sono scomparsi. I pessimisti, invece, restano. Però, pur non disconoscendo un certo imbarazzo, non ci sentiamo di sposare unicamente il pessimismo. Preferiamo mantenere, nei limiti del possibile, una posizione “mediana”. Insomma, dalla recessione si può uscire; basta avere un Governo capace di porsi degli obiettivi e con un Parlamento che lo sostenga.

Purtroppo, certi problemi non possono essere disgiunti da quelli politici. Sfortunatamente, è proprio in politica che facciamo difetto. I “compromessi” non sono più in auge, ma l’intesa di programma, almeno per quanto c’è noto, potrebbe non “durare” più di tanto. Non tutti i politici della “vecchia” guardia sono inaffidabili. Per quelli della “nuova” preferiamo esprimerci una volta che li avremo visti all’opera. Risanare la politica nazionale sarebbe il mezzo per evitare altre polemiche. Fare, ora, delle analisi non servirebbe. Siamo per i piccoli passi. L’importante è, però, farli.

Per evitare il peggio, ci vorrebbe un “prodigio”. Ma i politici, per nostra disgrazia, non sono capaci di farlo. Per l’Italia, non scorgiamo una ripresa coesa. D’errori di percorso ce ne sono stati parecchi. Ora ci sarà da verificare se l’asse Di Maio/Salvini sia in grado di concretare un programma percorribile. Basta con i “silenzi” che feriscono di più delle “parole.”. Ora potrebbero maturare i tempi per verificare se il “peggio” della politica sia superato dall’efficacia dei provvedimenti che l’Asse Di Maio/Salvini dovrebbe rendere operativi dal prossimo anno. 

Giorgio Brignola

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