Il pericoloso rallentamento della corrente oceanica, Amoc

Ambiente, Natura & Salute

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Un dato quello dell’indebolimento della corrente AMOC (Atlantic Meridional Overturning Circulation), che dovrebbe destare grandi preoccupazioni nei soggetti istituzionali, che elaborano le politiche ambientali intese nella più grande delle accezioni.

AMOC è una corrente di acqua, che scorre negli oceani e svolge un ruolo fondamentale nel regolare il calore e il clima della Terra. Trasporta acqua calda dall’equatore verso le regioni settentrionali dell’Oceano atlantico. La corrente del Golfo fa parte di AMOC, è lunga 10 mila chilometri e si muove a una velocità di 2 metri al secondo.

Il clima relativamente mite dell’Europa centrale e settentrionale dipende da questo “nastro” di acqua calda equatoriale.

La Corrente del Golfo, secondo uno studio di Nature (Current Atlantic Meridional Overturning Circulation weakest in last millennium) si è molto indebolita e, in futuro la stabilità potrebbe diventare un ricordo.

Lo studio pubblicato su Nature, sulla base di una grande quantità di dati ha ricostruito la trasformazione di AMOC negli ultimi 1621 anni.

In particolare, negli ultimi 70 anni la corrente ha subito un preoccupante rallentamento, sempre più intenso negli ultimi 20 anni.

Secondo i ricercatori la causa di questo rallentamento è il riscaldamento globale dovuto alle attività umane.

Esito questo, in verità previsto dai modelli climatici

I dati analizzati dimostrano che questa decelerazione progressivamente, in aumento è iniziata negli anni 60 del secolo scorso e che una fase nuova di rallentamento è iniziata negli ultimi 20 anni.

Il flusso di questa circolazione termoalina (cioè causata dalla variazione di densità determinata dalla temperatura “termo” e dalla salinità “alina”) è appunto dipendente ed effetto dei cambiamenti climatici.

Il meccanismo rallentatore è stato identificato, a sud della Groenlandia in una zona dell’oceano dove l’acqua del ghiaccio della Groenlandia che si scioglie si mescola all’acqua marina.

Acqua fredda e dolce, che avendo una densità minore impedisce alle correnti d’acqua di inabissarsi e causando il rallentamento della corrente del Golfo.

Nessuno è in grado di prevedere come il sistema climatico può reagire alla modificazione di una componente così importante come la corrente AMOC.

Potrebbe succedere che l’aumento di temperature, che sono di entità diversa nelle varie parti del Pianeta potrebbero causare nel nord Europa in particolare nella ipotesi di aumento del rallentamento della Corrente del Golfo, radicali cali delle temperature anche in varie regioni della Terra.

Due anni fa un’altra ricerca pubblicata si Science Advances ( Climate impacts of a weakened Atlantic Meridional Overturning Circulation in a warming climate) calcolava nella perdita di un terzo, rispetto al periodo 1960/1980 la potenza della Corrente del Golfo causando una diminuzione delle temperature oceaniche superficiali nell’emisfero boreale e un aumento nell’emisfero australe .

Altra conseguenza sulla inversione della circolazione atlantica meridionale sarebbe l’alterazione del regime delle piogge.

La modificazione dei flussi energetici atmosferici impatterebbe su frequenza e distribuzione degli eventi metereologici ad elevato impatto.

Il dato da comprendere è l’interconnessione tra gli eventi, che si verificano tra le varie parti del Pianeta.

Qualche scienziato parla di globalizzazione climatica

Evidenti in tutto questo le implicazioni indotte dalla alterazione degli equilibri climatici su migrazioni, guerre e instabilità sociale.

Tutto questo anche se riscontrato da ricerche pubblicate su autorevoli riviste scientifiche non smuovono quella gerontocrazia politica informata soprattutto da soggetti con cultura non scientifica, nel senso delle discipline “forti” che puntano da sempre le loro carte su un negazionismo supportato dalla credenza, che ricerca e innovazione possono risolvere tutti i problemi, anche quelli termodinamici ed entropici. Nemmeno il Nobel all’Economista William D. Nordhaus e Paul M. Romer per “aver sviluppato metodi che affrontano alcune sfide fondamentali e più urgenti del nostro tempo. Combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia globale con il benessere della popolazione del pianeta”.

Nordhaus premiato per i suoi studi sull’interrelazione tra i cambiamenti climatici e l’economia. Premio concesso a Romer, per gli studi sulla crescita endogena e le ricerche sulle politiche che incoraggiano l’innovazione e la crescita a lungo termine.

Mai si toglieranno dalla testa che non esiste una crescita sostenibile come non esiste il disaccoppiamento crescita / risorse.

Qualsiasi innovazione tecnologica non può che avvenire, all’interno dei vincoli che le scienze fisiche hanno scoperto e continuano a scoprire. In un ambiente finito nulla può indefinitamente crescere. Incomprensibile per economisti e maggioranza dei decisori pubblici.

E pericolosamente ci avviciniamo al punto Omega!

Erasmo Venosi 

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

 

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