Il piano Ue in 10 punti per accogliere i profughi ucraini

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Una piattaforma comune per la gestione delle richieste di protezione temporanea, mappatura dell’accoglienza, con un indice per segnalare le criticità e un sistema per contrastare il traffico di esseri umani

©  Annalisa Cretella/Agi – Arrivo profughi hub Milano, stazione Centrale

Il piano di dieci punti della Commissione europea per la gestione dei rifugiati dall’Ucraina prevede fondi europei, una piattaforma comune per la gestione delle richieste di protezione temporanea, mappatura dell’accoglienza, con un indice per segnalare le criticità e un sistema per contrastare il traffico di esseri umani.

“Questo piano porterà alla creazione di una piattaforma Ue per la registrazione di tutti coloro che arrivano e tutti coloro che fanno domanda di protezione temporanea”, ha spiegato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, al termine del Consiglio Affari interni. “Ci sarà coordinamento a livello dell’Ue per degli hub di informazione e trasporti per garantire che si possa aiutare i rifugiati ad arrivare in altri Paesi”, ha aggiunto. E ancora: “Una mappatura della capacità di accoglienza è stata decisa, mettendo a punto un indice per capire quale sia la situazione, quale sia l’onere che grava su ognuno degli Stati membri”, ha spiegato la commissaria svedese.

Inoltre, vengono individuati “orientamenti uniformi per l’accoglienza dei minori, in particolare quelli non accompagnati, anche rispetto al loro trasferimento”. C’e’ un piano comune per contrastare la tratta degli esseri umani e si prevede anche un rafforzamento della solidarietà nei confronti della Moldavia.

“Abbiamo chiesto a più Paesi di partecipare al reinsediamento di rifugiati attualmente in Moldavia, anche usando il personale Frontex e con rotte verso Paesi terzi, tra cui Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna”, ha evidenziato Johansson. Ovviamente, c’è l’ottimizzazione dei fondi per la gestione dell’emergenza destinati sia agli Stati membri ospitanti ma anche direttamente ai rifugiati. Infine, non di secondo ordine, un coordinamento sulla sicurezza per “sapere chi arriva sul territorio e garantire la sicurezza dell’Europa”. agi

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