Il piccolo parco di Piazzale Loriedo, a Roma

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“Quando il rimedio è peggiore del male… Hanno combattuto l’abuso edilizio e hanno sfasciato un luogo che era centro di sana aggregazione sociale, divertimento e iniziative culturali, anche piccole, anche se limitate alla zona, il che poi non è nemmeno vero perché se un posto è accogliente, la gente si sposta per raggiungerlo”.
E’ il commento di una signora sul Gruppo Facebook del quartiere Colli Aniene, a Roma, ad un paio di foto del giardino abbandonato di Piazzale Loriedo, da me pubblicate.
Trascrivo la descrizione del luogo, che feci nell’aprile del 2018.
“Nel piccolo parco di Piazzale Loriedo, nel quartiere Colli Aniene di Roma, c’è una grande fontana, con una vasca così grande da sembrare un laghetto. Un’idea geniale dall’architetto che la progettò. Un gioiello di giardino con un gioiello di fontana che è un sogno per tutti gli abitanti della zona, ma soprattutto per nonni e bambini. A primavera nell’aria si diffonde il profumo intenso delle zagare. Attiguo al giardino, anzi, quasi tutt’uno col bel giardino di piante sempreverdi, rose e rosmarino, c’è un bar – pasticceria, con i tavolini all’aperto. Il Comune, non so per quali motivi, lo ha fatto chiudere. Un grave danno per il proprietario, che tra l’altro si occupava della manutenzione del parco e della fontana. Un danno, però, anche per tutti gli abitanti della zona che invano da più di un anno ormai, aspettano si risolva il problema e si trovi il modo di far riaprire il locale. Il bel giardino, adesso, con aranci, rose e rosmarino, senza il bar coi tavolini all’aperto, è un po’ triste. C’è qualche speranza di vederlo riaperto?” (Collianiene.org; Corriere Nazionale 7 aprile 2018)
Un po’ triste allora, il giardino, inguardabile oggi. E’ giusto combattere l’illegalità, non può essere altrimenti, ma sarebbe anche giusto che coloro che governano trovassero il modo di non far rimpiangere alla gente il periodo in cui c’era l’illegalità, ma il giardino era curato minuziosamente da un giardiniere, e nel bar – pasticceria si potevano gustare paste e brioche squisite.


Carmelo Dini

 
 
 

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