Il Psi festeggia 130 anni e tiene un convegno sull’attualità del socialismo

Politica

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Il partito, nato nel 2007 dalle ceneri dello storico Partito socialista italiano, si appresta a celebrare il suo 5° congresso nazionale, dal 15 al 17 luglio a Roma.

di Fabio Florindi

Il segretario del Psi, Enzo Maraio

 

AGI – Se si dovesse guardare ai dati delle elezioni italiane degli ultimi 30 anni, il socialismo potrebbe sembrare un’idea del passato. Non ditelo però agli esponenti del Partito socialista italiano, che quest’anno festeggiano il 130esimo anno dalla nascita del Psi, e hanno organizzato un convegno a Milano dal titolo evocativo: “L’attualità del socialismo nell’era delle grandi rivoluzioni”. D’altra parte a incoraggiarli a portare avanti il garofano rosso, sono le esperienze di diversi Stati europei in cui i socialisti sono al governo: Spagna, Portogallo, Germania e i Paesi Scandinavi, per citarne alcuni.

Tra qualche settimana, dal 15 al 17 luglio a Roma, il Psi celebrerà il suo quinto congresso nazionale da quando il partito è rinato nel 2007 dopo lo scioglimento del 1994.

“E’ un congresso di rilancio, nella nostra mozione c’è un’idea chiara sulle alleanze. Noi siamo convinti proporzionalisti, ma la legge elettorale attuale impone ampie coalizioni.

Quindi l’obiettivo deve essere ricostruire il centrosinistra e mettere assieme tutte le sue anime. Siamo convinti che Azione, +Europa e Italia Viva vanno tenute dentro la coalizione, non si può pensare a politiche dei due forni”, sottolinea Maraio.

Mentre sull’eventuale ingresso del M5s nella coalizione, il segretario Psi spiega: “Non lo vedo come un elemento dirimente, in positivo o in negativo. Noi abbiamo un approccio politico diverso, ma se vogliamo contenere l’avanzata delle destre dobbiamo inevitabilmente fare campi larghi”. La fonte d’ispirazione deve essere il socialismo e la socialdemocrazia europea: “L’ancoraggio al socialismo europeo lo rivendichiamo con forza e lo rilanceremo. E’ un elemento che ci spinge a lavorare molto per una coalizione ampia che metta assieme, un po’ sul modello delle socialdemocrazie europee, liberal democratici, ambientalisti, socialisti e progressisti. Questo è il perimetro che io vedo”.

Nel suo intervento al convegno, l’ex direttore dell’Avanti! e parlamentare del Partito socialista, Ugo Intini, ha tracciato un quadro della storia del Psi, ricordando lo scontro tra il riformismo socialista e l’ex segretario del Pci, Enrico Berlinguer: “Sosteneva – ricorda Intini – che la socialdemocrazia persegue non una vera politica riformatrice, ma riformista dunque sempre all’interno del capitalismo”. Insomma, Berlinguer non era un riformista o un socialdemocratico.

Infine, il direttore scientifico della Fondazione Brodolini, Giacomo Panaccione, ha parlato della crisi che ha investito tutto il campo socialista negli ultimi 30 anni: “Il 1989, con il crollo del Muro di Berlino, ha segnato la fine di un modello di sviluppo, ma è stata anche una crisi del socialismo europeo.

A questa è seguita la fase della post democrazia”, con un decadimento dell’istituto democratico. Dunque, conclude Panaccione, “la crisi del socialismo è prima di tutto crisi della politica democratica tout court”.

 

 

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