Il sì al piano Biden è l’ultima vittoria del “Ciclone Nancy”

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L’approvazione del pacchetto è un colpo da maestro della Speaker democratica, Nancy Pelosi. Tredici repubblicani si sono uniti ai democratici. Sei liberal hanno votato contro. La legge adesso verrà portata sul tavolo del Presidente per la firma n

 

© DREW ANGERER / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / GETTY IMAGES VIA AFP

È riuscita a convincere tredici repubblicani a votare il piano Infrastrutture, neutralizzando l’opposizione dei democratici radicali mai come ieri in sintonia con il leader dei conservatori alla Camera, Kevin McCarthy.

Adesso i media americani celebrano il risultato politico della Speaker Nancy D’Alessandro Pelosi, 81 anni, da Baltimora, Maryland, ‘Ciclone Nancy’, l’unica donna nella storia a guidare la Camera, la vera leader del partito che ha messo a segno forse l’ultimo grande risultato di una carriera irripetibile probabilmente arrivata alla fine.

L’accordo, con l’approvazione del piano Infrastrutture da 1750 miliardi, riporta ossigeno a un presidente degli Stati Uniti in grossa difficoltà e in calo in tutti i sondaggi. Il progetto di legge, che aveva già ricevuto il via libera dal Senato, è passato con 228 voti a favore e 206 contrari.

Tredici repubblicani si sono uniti ai democratici. Sei liberal hanno votato contro. La legge adesso verrà portata sul tavolo di Biden per la firma.

Ottantasette giorni dopo l’inizio di una trattativa tesa, confusa, incerta, con un partito democratico sull’orlo di una crisi di nervi, segnato da due inusuali visite di Biden a Capitol Hill e da decine di incontri alla Casa Bianca per convincere i rappresentanti del Congresso a trovare un accordo, questo è il primo risultato che il presidente riesce a ottenere.

Ma il vincitore è, in realtà, una vincitrice: Pelosi, la democratica fin da bambina, quella che rifiutò di prendere un giocattolo a forma di elefantino, simbolo dei repubblicani, che un addetto ai sondaggi aveva pensato di regalarle. Donna alle prese con cinque figli e cinque nipoti, Pelosi è abituata a tenere testa, allo stesso tempo, a più d’uno ed è ciò che ha fatto con i progressisti.

Escono battuti in molti, a cominciare dal repubblicano McCarthy – incapace di tenere compatto il suo partito proprio nel momento del possibile colpo del ko – per passare ai sei democratici che hanno votato contro.

Quelli di “The squad”, “la squadra”: Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Ayanna Pressley, Cori Bush, Rashida Tlaib e Jamaal Bowman. In coda a una giornata convulsa, alcuni membri del partito avevano cercato l’ennesimo rinvio, chiedendo a Pelosi di attendere il calcolo dell’impatto finale sui conti pubblici.

La Speaker ha detto no, decidendo di andare a vedere le carte. Dopo poco mezzanotte, la Camera ha approvato le procedure per portare avanti la votazione. Quello è stato il segnale che si era arrivati all’ultimo miglio.

Ciclone Nancy, famosa per la sua capacità di controllare i voti alla Camera, aveva preannunciato che non avrebbe portato il piano al giudizio finale del Congresso senza la certezza di uscirne vincitrice. “Non vorrete mica mettere la Casa Bianca in imbarazzo?”, aveva sibilato ai suoi.

Quando, poco prima della votazione finale, un reporter le aveva chiesto a bruciapelo: “Avete i 218 voti per approvarlo?”, lei si era rivolta a lui con un sorriso. “Vedremo. Non dovremmo? Come Speaker non posso riportare i numeri. Non lo dirò a nessuno, nemmeno a voi, amici, ma ho buone sensazioni”.

Anche con un’affermazione del genere, non c’era certezza. I radicali guidati da Ocasio-Cortez avevano detto da settimane che non avrebbero votato il via libera, se prima non fosse arrivato quello del Senato sul piano welfare e clima.

I senatori centristi del partito, Joe Manchin e Kyrsten Sinema, avevano posto il veto, rimandando la palla alla Camera. La situazione era parsa drammatica e senza via d’uscita.

Quando Pelosi ha annunciato il passaggio al voto finale, si è diffuso tra i democratici un senso di smarrimento. Come in un’estenuante mano di poker, con l’intero piatto in gioco, tutti hanno pensato alle classiche due ipotesi dei giocatori: o Nancy aveva le carte giuste, o era un azzardo.

Molti liberal sono stati visti riunirsi in stanze, a porte chiuse, al primo piano dell’edificio del Congresso. Biden, secondo Abc News, ha chiamato direttamente una delle rappresentanti che minacciavano di far saltare tutto, Pramila Jayapal.

Testimoni l’hanno visto attraversare di corsa il corridoio per andare a rispondere alla chiamata del presidente. Biden le avrebbe parlato di venti democratici pronti a votare contro. Jayapal è stata vista poco dopo rientrare nel suo ufficio. Là vicino, c’era Pelosi, in riunione con i suoi suoi. Come sia andata la mediazione, è storia.

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