Il viaggio nelle non parole raccontato da Andrea Vianello

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

Di

di F. Moretti

Nel libro “Ogni parola che sapevo”, che arriva nelle nostre librerie il 21 gennaio per le edizioni Mondadori, Andrea Vianello racconta il suo percorso di ricostruzione mentale e fisica dopo l’ictus che ha colpito l’emisfero sinistro del suo cervello causandogli così gravi difficoltà espressive

Andrea Vianello, romano di origini, classe 1961, è giornalista professionista e conduttore televisivo. È stato direttore di Rai3 e ha condotto diversi programmi televisivi, Mi manda Rai3, Radio anch’io, Agorà, Rabona. A un conduttore televisivo il linguaggio verbale, le parole sono tutto, e di questo tutto Andrea è stato privato dalla sua malattia. “Ero diventato di colpo un giornalista televisivo che non sapeva più parlare”, la frase di copertina racchiude il dramma di un uomo che ha visto in un attimo venire giù tutto il suo mondo.

“Ogni parola che sapevo” è un libro autobiografico dove l’autore ripercorre a ritroso il periodo della sua malattia aprendo uno spiraglio di speranza al recupero del linguaggio. Andrea Vianello ha messo a nudo le umane fragilità e incertezze, l’abisso in cui ogni grave malattia sprofonda l’individuo. Il giornalista con il suo racconto ha voluto anche dare fiducia e coraggio, manifestando la volontà di riappropriarsi della sua vita, e delle sue parole.

Il testo descrittivo di quarta: “Mia moglie arriva trafelata. Mi sembra un gigante sopra di me, un gigante buono che mi aiuterà, io sono inciampato in un buco nero del bosco ma lei mi tirerà fuori da lì. Ha gli occhi sgranati. ‘Che succede? Che succede?’ mi chiede. La mia risposta è chiara: ‘Megpdeiigrhiaa!’ le dico concitato, ‘mrlaiofoourhdka uhfe giumhu’. Non si capisce niente, lei non capisce niente, nemmeno io capisco niente, parlo una lingua nuova, eppure lo so cosa voglio dire, ma un demone si è intrufolato nella mia bocca. ‘Ceritturgra, mathra, titdiiiadotaio.’ Sono infuriato con me, sono infuriato con lei perché non capisce. ‘Stai calmo’ la sento dire, ma sono alle prese con questa follia, non riesco a dire una parola, maledizione, una vera parola, mi sento imprigionato, imbavagliato, sperduto, nel buco nero del bosco non ci sono parole, le mie amatissime parole, solo versi infantili, muggiti incomprensibili, rantoli disperati.” La vicenda che Andrea Vianello si è deciso a raccontare è la storia di un ictus, del suo ictus. Nel caso specifico si è trattato di un’ischemia cerebrale che ha colpito il lato sinistro del cervello, causata da una dissecazione della carotide.

Una brillante operazione d’urgenza, nonostante una gravissima complicazione sul tavolo operatorio, è riuscita a tenerlo nel mondo dei vivi, ma nulla ha potuto rispetto al danno che si era già propagato: di colpo le sue parole erano perdute. O meglio: nella sua testa si stagliavano chiare e nette come sempre, ma all’atto pratico uscivano in una confusione totale, fonemi a caso, ingarbugliate e incomprensibili. Una prospettiva terribile per chiunque, ma ancora di più per lui, che delle parole ha fatto un’identità e un mestiere, quello di giornalista televisivo.

Ogni parola che sapevo è un viaggio in un inferno molto diffuso, l’ictus e i suoi danni, che a volte presenta un percorso terapeutico e riabilitativo che non esclude il ritorno. Questo libro racconta e dimostra che le parole che Vianello sapeva sono state in qualche modo tutte recuperate. Ma l’aspetto interessante, che fa della sua testimonianza una storia da leggere, è che a quelle che già sapeva Vianello ne ha aggiunte di nuove. Le parole che raccontano il calvario personale di chi scopre la sua vulnerabilità fisica, quelle che descrivono la brutta sensazione di ritrovarsi esposto in poche ore dai riflettori di un studio tv ai meandri inestricabili della sanità pubblica. Quelle che bisogna trovare per continuare a combattere ogni giorno, tutti i giorni, contro gli strascichi dell’evento subito, anche quando è stato superato. Ma pure quelle degli affetti, a volte sopite o date per scontate, e che invece possono riempire un intero vocabolario. Un libro completo, emozionante, a volte ironico, ma sempre pieno di speranza, che racconta il quotidiano ma inevitabile coraggio di chi si trova d’improvviso ad affrontare una lunga e spesso solitaria traversata del deserto. E che nonostante tutto riesce, forse, a recuperare la sua parte migliore.

Autore: Andrea Vianello

Titolo: Ogni parola che sapevo

Edizioni: Mondadori

pagine: 180

Anno di pubblicazione: 2020

 

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