Immigrazione fatto strutturale no emergenza 

Politica

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di Daniela Piesco

Ci sarà dunque il processo a Matteo Salvini per il caso dei migranti trattenuti sulla nave open arms giusto un anno fa,nell’anno scorso quando lo stesso era Ministro dell’interno.

 

Ricordo un suo passaggio:”Io stasera torno a casa a testa alta perché si sta facendo un processo politico ,perché il mio orgoglio da ministro,sequestratore per qualcuno è stato quello di aver dimezzato i morti nel mediterraneo mentre i tifosi dei mari e porti aperti hanno le mani sporche di sangue.E hanno trasformato il mediterraneo in una fossa comune.”

 
La questione è un’altra.
 

Ci sono dei magistrati che hanno chiesto al Senato l’autorizzazione a procedere perché ritengono che Salvini abbia abusato del suo potere o che abbia abusato della sua funzione di Ministro.

In breve il messaggio è che non si può fare quello che si vuole anche se si avesse il 50%dei voti degli italiani.

Piuttosto :ci sono delle leggi che valgono per tutti.E dei giudici ritengono che Salvini le abbia violate.E hanno chiesto al parlamento di poterlo accertare in un processo.

Ebbene al di là di ogni credo politico io credo che si possa accertare in sede giudiziaria se ci sono state o meno delle violazioni di legge.

Poi c’è la questione politica.
 

Io vorrei fare un processo politico non a Salvini ,uomo di paglia di certa destra,ma alle leggi che quel governo ha fatto:vorrei che fossero smontati i decreti sicurezza che hanno prodotto insicurezza in questo paese e dis- governo dell’immigrazione.

Le scelte fatte in materia di immigrazione si sono rivelate ingiuste e insensate anche proprio per governare meglio i processi migratori che sono sempre una questione complessa e difficile al di là dei colori politici.

Ora è anche vero che in questa calda estate post covid è scoppiato il caso con i tanti sbarchi quotidiani non solo in Sicilia ma anche in Sardegna provenienti dall’Algeria, spesso ‘barchini’difficilmente identificabili . Il tutto in una situazione di allarme sanitario che sta vivendo da mesi il nostro paese.

Ma la domanda da porsi è:l’immigrazione può avere risvolti economici soprattutto in un periodo di crisi profonda come quello che stiamo vivendo?L’immigrazione ci interroga anche sui rapporti con l’Europa poiché la stessa è sempre un comitato di pietra quando parliamo di questi temi?

La prima cosa che va ricordata una volta per tutte è che bisogna smetterla di affrontare questo tema come un’emergenza.

 L’emergenza è stato il virus ,l’immigrazione è un grande fatto strutturale.

Di fronte a questo grande fatto strutturale ,che non finirà, occorre mettere in campo una politica articolata e complessa e servirebbe l’Europa.

Anche se è bene ricordare che di governi che hanno finanziato dittatori affinché risolvesse loro il problema migratorio e non ce li portassero a casa ce ne sono stati di ogni fazione politica.

C’è stata l’Europa ,lo fà ad esempio con Erdogan è quell’accordo è un accordo indegno ; lo fece l’ultimo governo Berlusconi che pagava allora Ghedaffi affinché tenesse il controllo delle coste senza preoccuparsi di quello che succedeva ai migranti che allora erano controllati dal governo del colonnello in Libia.

 
C’è oggi l’accordo Italia -Tunisia .

La notizia è emersa nel corso della visita di Di Maio e Lamorgese a Tunisi: i due ministri hanno ribadito che non ci saranno canali di regolarizzazione per chi proviene dalla Tunisia, ma solo il rimpatrio.

L’Italia darà alla Tunisia 11 milioni di euro per “rafforzare il controllo delle sue frontiere marittime e fermare le partenze.”

Nel corso degli ultimi due mesi gli arrivi dalla Tunisia sono aumentati a causa della pesante crisi economica che sta investendo il paese nordafricano e che spinge molti giovani a rischiare la vita attraversando il Mediterraneo.

La difficile gestione dell’accoglienza, complicata ulteriormente dalla pandemia, ha spinto il governo a intensificare ultimamente le proprie esternazioni anti-migranti.

La Tunisia, unico paese del mediterraneo ad aver superato, non senza ostacoli, i difficili anni della transizione democratica, è oggi colpita da una grave crisi economica e sociale, rafforzata dalla crisi sanitaria mondiale. 

L’Italia, da primo partner economico del paese, dovrebbe ripensare le relazioni bilaterali con la Tunisia sulla base dei principi di reciprocità, solidarietà e uguaglianza, e fuori da ogni scopo propagandistico.

Il nuovo accordo tra Italia e Tunisia rafforza i muri contro i migranti e depotenzia l’accoglienza.

Ma la verità è una sola : manca una seria politica di cooperazione allo sviluppo ,di trasferimento di risorse,di progetti,di parhtner-ship con il continente africano .

La verità è che un nuovo mondo va costruito.
 
 
Daniela Piesco

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