In Italia i condizionatori sono accesi in media 6 ore al giorno

Economia & Finanza

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Il report dell’Istat sui consumi energetici ha evidenziato che il 48,8% delle famiglie ha un condizionatore e di queste oltre un quarto, ossia il 28,5%, lo accende tutti i giorni.

di Ivana Pisciotta

© Romain Longieras / Hans Lucas / Afp
– Aria condizionata

AGI – La metà delle famiglie italiane, precisamente il 48,8%, dispone di un condizionatore e di queste oltre un quarto, ossia il 28,5%, lo accende tutti i giorni o quasi (nei mesi caldi); la diffusione è sostenuta in tutte le aree del Paese: 51,2% nel Mezzogiorno, 49,1% al Nord e 44,2% al Centro. Quanto alle frequenze di uso, il 35,3% lo utilizza qualche giorno a settimana; un quarto delle famiglie (24,1%) lo utilizza solo occasionalmente o non lo utilizza mai.
È quanto si evince dal report dell’Istat sui consumi energetici delle famiglie nel 2021.

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Nei mesi caldi i condizionatori sono accesi in media sei ore e 17 minuti al giorno; rimangono accesi per circa tre ore nel pomeriggio, poco più di due ore di notte e circa un’ora la mattina.

Gli impianti di condizionamento centralizzati o autonomi rimangono accesi più a lungo (sette ore e 11 minuti) rispetto agli apparecchi singoli di solo raffreddamento (sei ore e sette minuti) o di caldo/freddo (sei ore e un minuto).

Le famiglie con almeno una persona anziana accendono i condizionatori quasi 30 minuti in meno rispetto alle restanti famiglie. Nel pomeriggio gli anziani soli (65 anni e più) li accendono per circa 20 minuti in più delle restanti famiglie, mentre li accendono di meno la notte.

A livello territoriale non emergono particolari differenze: l’orario minimo e quello massimo si riscontra nei comuni di piccole dimensioni, rispettivamente di montagna (quasi sei ore) e non di montagna (sei ore e mezza).

Sono le famiglie che abitano nei comuni più piccoli (fino a 50mila abitanti) non di montagna ad accendere il condizionamento con la maggiore frequenza (il 31% lo usa tutti i giorni o quasi), mentre le famiglie dei piccoli comuni di montagna lo usano con la frequenza minore (24%).

Sulla frequenza di accensione sembrano influire anche alcune caratteristiche della famiglia, quali la numerosità e l’età dei componenti.

L’utilizzo quotidiano aumenta al crescere del numero dei componenti, dalle famiglie con un solo componente (25,5%) alle famiglie con cinque componenti o più (31,8%).

Se in famiglia c’è almeno un bambino fino a sei anni l’utilizzo quotidiano è più alto della media (33,5%); nelle famiglie monocomponente con un anziano (65 anni e più) raggiunge il 27,8% e tocca il minimo (23,6%) quando l’unico componente della famiglia ha meno di 65 anni.

A livello regionale, per quanto riguarda il possesso del condizionatore, si evidenziano alcune differenze: si va dal 70% di famiglie in Veneto, al 62,4% in Sicilia (62,4%), al 60,3% in Emilia-Romagna al 57,3% della Puglia. I valori minimi di famiglie che dispongono di un sistema di condizionamento si registrano in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (4,7%) e Trentino-Alto Adige (15,2%).

Il 32,6% delle famiglie ha un unico sistema per il riscaldamento e la climatizzazione, con impianti o apparecchi singoli in grado di produrre sia aria calda che fredda, grazie anche alla crescente diffusione delle pompe di calore.

Il sistema di condizionamento più diffuso è rappresentato dagli apparecchi singoli di tipo caldo/freddo fissi o portatili (31%). Il 14,3% delle famiglie ha in dotazione apparecchi singoli in grado di produrre solo freddo (fissi o portatili) e l’11,5% sistemi di condizionamento che servono più stanze dell’abitazione (impianti autonomi e centralizzati), come le pompe di calore multisplit.

Quanto al riscaldamento, il 98,6% delle famiglie dispone di impianti o apparecchi singoli (fissi o portatili). La quota residua di famiglie prive di riscaldamento risiede soprattutto nel Mezzogiorno (3,4%). Il 99,6% delle famiglie ha un sistema per produrre acqua calda nella propria abitazione.

Per oltre due terzi delle famiglie (71,2%) il sistema di riscaldamento e di produzione dell’acqua calda coincidono: si tratta di impianti centralizzati o autonomi, come caldaie, termostufe, termocamini, impianti solari termici o di teleriscaldamento. Il 44,5% delle famiglie è dotato di più sistemi per il riscaldamento, tra impianti centralizzati, autonomi e apparecchi singoli, di diverso tipo e fonte di alimentazione.

Gli apparecchi singoli (come stufe, camini, pompe di calore monosplit) sono presenti nelle metà delle famiglie, anche se utilizzati in gran parte dei casi come sistemi ausiliari.

Il sistema di riscaldamento nelle famiglie italiane

Dal rapporto dell’Istat, emerge inoltre che il metano è la fonte di alimentazione più diffusa, sia per il riscaldamento (68%) che per la produzione di acqua calda (69,2%).

Il 78,5% delle famiglie accende il sistema di riscaldamento quasi tutti i giorni durante i mesi freddi, soprattutto al Nord (88,6%), meno nel Mezzogiorno (63,1%).

Il 13,2% delle famiglie lo accende qualche giorno a settimana e il 3,2% qualche giorno al mese, mentre il 5,1% lo usa solo occasionalmente o non lo usa mai.

La frequenza massima di utilizzo del riscaldamento si riscontra nei comuni di montagna di piccole dimensioni (fino a 50mila abitanti), mentre l’accensione quotidiana è più frequente (83,4%) nelle famiglie dove è presente almeno un anziano (65 anni e più), meno frequente nelle famiglie con bambini fino a 6 anni (79,3%).

Le abitazioni sono riscaldate in media per otto ore e 33 minuti al giorno. La durata di accensione giornaliera supera le 10 ore (10 ore e 25 minuti) al Nord-est, mentre è più bassa nelle regioni del Centro (sette ore e 18 minuti) e del Mezzogiorno (sei ore e 34 minuti).

La fascia oraria in cui l’utilizzo è maggiore è quella pomeridiana (dalle 13 alle 21), con una media nazionale di quattro ore e 13 minuti; la mattina (dalle 5 alle 13) il riscaldamento è acceso in media due ore e 41 minuti, la notte (dalle 21 alle 5) un’ora e 38 minuti.

L’impianto centralizzato è quello acceso più a lungo (nove ore e 58 minuti) rispetto agli altri tipi di riscaldamento: l’impianto autonomo viene acceso quasi due ore in meno (otto ore e 19 minuti) e gli apparecchi singoli vengono utilizzati ancora meno nell’arco della giornata (sette ore e 58).

Infine, tra i grandi elettrodomestici, i più diffusi sono frigoriferi e lavatrici, presenti in quasi tutte le famiglie (99,5% e 97,3%, rispettivamente). La metà delle famiglie (50,2%) possiede la lavastoviglie, il 15,2% ha anche l’asciugatrice (separata dalla lavatrice) e il 27,3% il congelatore esterno al frigorifero.

Il Nord-est è l’area geografica con la maggiore diffusione di questi elettrodomestici.

Si effettuano in media quasi cinque lavaggi a settimana con la lavastoviglie e quattro con la lavatrice (sono escluse dal calcolo le famiglie che effettuano solo uno o due lavaggi al mese); nelle famiglie più numerose (cinque componenti e più) si arriva a sette lavaggi medi a settimana, sia per la lavatrice che per la lavastoviglie.

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