In rialzo i prezzi di grano, mais e semi di soia

Economia & Finanza

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Gli investitori hanno continuato a valutare gli sviluppi sui colloqui tra Russia e Ucraina per un cessate-il-fuoco, mentre valutavano i dati dell’ultimo rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda).

 

spighe di grano

AGI – Avvio di settimana in rialzo per i prezzi di grano, mai e semi di soia alla Borsa merci di Chicago, quella di riferimento mondiale per le materie prime alimentari. Salgono i future sul grano (10,59 dollari per bushel, +1,44%) anche se restano al di sotto del livello di 11 dollari per bushel toccato la scorsa settimana.
Gli investitori hanno continuato a valutare gli sviluppi sui colloqui tra Russia e Ucraina per un cessate-il-fuoco, mentre valutavano i dati dell’ultimo rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda).

Le conseguenze complessive della guerra sulle forniture globali di grano sono state in qualche modo sminuite nel report dell’Usda, grazie a un raccolto australiano più abbondante del previsto. Allo stesso tempo, le previsioni meteo indicano pioggia per i prossimi giorni nei principali Stati agricoli statunitensi, offrendo un po’ di sollievo sulle condizioni delle colture negli States.

In rialzo anche i future sui semi di soia, saliti di nuovo sopra i 16,5 dollari per bushel, rimbalzando dal minimo di due settimane e avvicinandosi al livello più alto da settembre 2012 a causa delle continue interruzioni dell’offerta dalla regione del Mar Nero e dal principale esportatore mondiale, l’Argentina. I future sul mais sono stati scambiati vicino ai 7,5 dollari per bushel, in aumento dal minimo di 10 mesi di 7,3 dollari toccato il 16 marzo tra le aspettative di forniture inferiori da Russia e Ucraina, i due principali esportatori al mondo.

Salgono anche i prezzi dell’olio di palma, con i future in rialzo di 6.000 Myr a fine marzo, un rimbalzo sul peggior calo settimanale dal 1986, quando le minacce dell’embargo petrolifero russo hanno alzato i prezzi del greggio e aumentato l’attrattiva del petrolio tropicale. La scorsa settimana, l’Indonesia ha sorpreso i mercati e rimosso le restrizioni all’esportazione sui prodotti a base di olio di palma. Il principale produttore mondiale ha aumentato la sua tassa all’esportazione invece di chiedere ai produttori di vendere il 30% delle esportazioni pianificate al mercato interno, segnando una nuova offerta per stabilizzare i prezzi interni.

Nel frattempo, la Malesia ha mantenuto la tassa sull’esportazione di aprile per l’olio di palma grezzo all’8%, mentre i dati di Cargo Surveyor hanno mostrato che le esportazioni di olio di palma malese sono aumentate tra il 13% e il 16% nella prima meta’ di marzo rispetto al mese precedente.

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