In Tunisia stop al Parlamento per un altro anno, poi le elezioni

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Stop ai lavori parlamentari per un altro anno, referendum su una nuova Costituzione a luglio ed elezioni il 17 dicembre 2022: questi i passaggi annunciati dal presidente della Tunisia, Kais Saied, con un discorso trasmesso in televisione ieri sera.
Secondo il capo di Stato, il processo per la stesura della Carta fondamentale comincerà il mese prossimo, anche sulla base di consultazioni sociali.

La tesi di Saied, che ha sciolto il parlamento nel luglio scorso con una decisione contestata dall’opposizione politica che ha sollevato preoccupazioni anche a livello internazionale, è che le riforme siano necessarie per favorire la ripresa economica e soprattutto contrastare una corruzione diffusa.
Sulla stampa tunisina oggi si evidenzia che le scadenze dei passaggi politici prefigurati non sono state scelte a caso. Il referendum costituzionale dovrebbe tenersi il 25 luglio, a un anno esatto dalla sospensione del parlamento.

Rached Ghannouchi, il presidente dell’assemblea, a capo di Ennahdha, il partito islamista che deteneva la maggioranza relativa, ha definito lo stop imposto ai lavori dei deputati “un golpe contro la rivoluzione e la Costituzione”. Saied gestisce da allora il potere perlopiù per decreto, facendo riferimento a un suo esecutivo, guidato da settembre da Najla Bouden Romdhane, prima donna alla guida del governo nella storia della Tunisia.

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