Intervista al Prof. Stefano Maglia, Presidente di TuttoAmbiente

Ambiente, Natura & Salute

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Abbiamo intervistato il Prof. Stefano Maglia, piacentino classe 1958, presidente e fondatore di TuttoAmbiente SpA, luminare del diritto ambientale, nonché docente, formatore, consulente e divulgatore che opera ai più alti livelli accademici e istituzionali. È stato membro esperto del Comitato ristretto della Commissione congiunta Ambiente e Giustizia del Senato e, in seguito, anche consulente della Presidenza della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici alla Camera dei Deputati. È inoltre autore del primo Codice dell’Ambiente Italiano (1989): superata la trentesima edizione, si riconferma anno dopo anno testo di riferimento di tutti i professionisti del settore. E’ stato per oltre 20 anni professore di Diritto Ambientale presso la facoltà di Scienze Ambientali dell’università di Parma nonché fondatore ed attualmente Presidente nazionale dell’Associazione Italiana Esperti Ambientali (Ass.I.E.A) e tra i fondatori della Fondazione Sviluppo Sostenibile Italia.

Professore, Lei è una persona molto nota, preparata e stimata nel settore ambientale. Quando e come nasce la Sua passione? 

Fin da giovane. Abitavo a 16km dalla centrale di Caorso, in provincia di Piacenza. Il 26 aprile 1987, ad un anno esatto da Chernobyl e a poco più di 8 da Three mile island a Harrisburg, attorno alla centrale nucleare di Caorso si formò un’ immensa catena umana, nella quale c’ero anche io con tanto di spillina no nuke sul petto, per chiedere lo smantellamento della medesima. Pochi mesi dopo misi in cantiere il primo Codice dell’ambiente italiano, pubblicato nel 1989 ed ancora oggi annualmente aggiornato e pubblicato.

Professore, Lei è fondatore e presidente di TuttoAmbiente. Ci parli di questa importante attività.

La società TuttoAmbiente (www.tuttoambiente.it ) nasce nel 1999 e nel 2015 è diventata Società per Azioni. Grazie ai suoi esperti e autorevoli collaboratori, si occupa di consulenza e formazione. Il motto dell’azienda è: “Preveniamo rischi, Risolviamo Problemi, Formiamo competenze”. Tra le realtà aziendali che si avvalgono da anni del supporto di TuttoAmbiente ricordo ad esempio Ferrari, Barilla, Veronesi, Amadori, Carglass, Pirelli, Aboca, Lidl, Coop, Carrefour, Bricoman, ERG, Fiera Milano, e innumerevoli altri brand di rilievo nazionale e internazionale. In particolamodo noi puntiamo a fornire un servizio complessivo “su misura” di compliance ambientale autorevole e pratico, una vera e propria cassaforte verde per prevenire rischi e per non perdere le opportunità offerte da questa disciplina.

 Il mondo dei rifiuti è un campo ad altissimo rischio in cui si può lavorare, con relativa tranquillità, con il Codice sotto il braccio. Ad un giovane che vuole avvicinarsi al mondo dei rifiuti cosa si sente di consigliare? 

Formarsi e specializzarsi con I veri esperti della materia. Per esempio in oltre 20 anni sono migliaia i partecipanti che hanno frequentato con piena soddisfazione i corsi e i master di TuttoAmbiente, formazione certificata, pratica, utile, autorevole, nelle sedi più prestigiose con i migliori docenti. TuttoAmbiente è tra l’altro un’Azienda con Sistema di gestione Qualità Certificato 9001:2015, EA:37. Insomma: per diventare VERI esperti ambientali è indispensabile essere formati da VERI esperti ambientali.

Una domanda che richiede una risposta corposa e dettagliata: se Lei avesse la possibilità di modificare il Testo Unico Ambientale, quali modifiche apporterebbe?

Proprio in questi giorni ricorrono i 15 anni dalla sua entrata in vigore e sicuramente – dopo decine e decine di modificazioni, secondo me bisognerebbe innanzitutto fare in modo di realizzare quei numerosi decreti ministeriali applicativi mai emanati per rendere operativi principii rimasti solo sulla carta. Le modifiche che proporrei sono numerose. Mi limiterò alle più importanti: innanzitutto bisognerebbe inserire nella parte II anche la disciplina AUA, coordinare il sistema sanzionatorio in tema di inadempimento alle prescrizioni, a proposito di sanzioni rendere più efficaci in particolare quelle della parte V (emissioni). Inoltre nella parte IV rendere più “Europea” tutta la parte relativa ai rifiuti, in particolar modo dopo la riforma Circular economy del 2020. Un esempio? L’attuale definizione di produttore deve essere identica a quella della Dir. 98/2008/UE come per tutti glia altri Paesi europei.

Intervista realizzata da Adriano Pistilli

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