Io sto con la gente

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Da qualche giorno vedo che sono stati affissi nella Città di Bari dei manifesti con la scritta ‘VIA DE CARO DE CARO DIMETTITI’, a cura di alcuni consiglieri dell’opposizione.

Da buon cittadino,  giornalista pubblicista, direttore responsabile di tre testate on line : Il Corriere  Nazionale, www.corrierenazionale.net, Corriere di Puglia e Lucania, www.corrierepl.it e Progetto Radici, www.progettoradici.it, amante della pace e della difesa dei diritti umani, si è sempre battuto per l’integrazione dei cittadini immigrati, accoglienza, formazione e studio dei problemi migratorio dei pugliesi e italiani nel mondo e degli immigrati, dico basta a questo modo di fare politica non costruttiva, basta alla politica dell’offesa, basta alla politica della corruzione, basta alla politica dell’arroganza, basta alla politica per i cazzi miei!.

Dobbiamo pensare a costruire una città migliore , dei cittadini migliori, ad avere il senso civico della disponibilità, a rispettare il prossimo come rispettiamo noi stessi,  dobbiamo imparare ad amare le nostre città anche se è amministrata dalla concorrenza.

Serve finalmente una idea di politica che ancora non esiste in nessuna parte politica oggi presente nel Municipio di Bari e altre città. Serve che chi si candida a decidere dei destini di una grande collettività cittadina conosca almeno quello che vuole e quello che vuole chi lo vota.

Il voto per “amicizia” è la imbecillità principale che origina i guasti che conosciamo. La gestione della cosa pubblica che si limita ai lavori pubblici dai quali percepire le canoniche mazzette lasciando il futuro di tutti noi in mano al caso è inaccettabile.

Ci ritroviamo così ad affidare i nostri danari e i nostri destini ad ignoranti -non solo di politica- che quindi devono ricorrere all’arroganza e alle imposizioni per coprire i propri limiti. E questo è vero in tutte le parti politiche e da decenni. I conti pubblici di ogni livello nascondono una situazione ben più grave di quanto ogni aggettivo possa descrivere. Il grado di dissoluzione della nostra società è visibile nel livello della fiscalità necessariamente elevato per coprire le falle dovute alla incapacità e all’interesse privato di questa gente; è visibile nel livello di indemocraticità che ci impone di votare solo a coloro che sono scelti da loro; è visibile nella asfissiante burocrazia imposta per controllare l’incontrollabile; è visibile nella incomprensibilità delle leggi confuse, contraddittorie ed inutili; è visibile nella svendita della nostra Nazione ad altri contrabbandati per migliori di noi laddove sono solo migliori della nostra classe dirigente; è visibile nella invasione di moltitudini sconosciute; è visibile nello stravolgimento della applicazione della nostra Carta Costituzionale;….

Quindi è di solare evidenza che la gente si sta sollevando, compostamente ma determinatamente, anche votando per i seguaci di un comico, pur di cambiare e defenestrare senza alcuna gloria questa gente che ha occupato indegnamente le auguste stanze edificate per ospitare ben altri destini..

 Come alcuni “straccioni” sul finire del settembre del ’43 furono capaci di cacciare da Napoli in soli 4 epiche giornate la wermacht che la occupava con mezzi e uomini perfettamente organizzati così oggi i cittadini buttino fuori questi farabutti per originare una nuova fase; fase di libertà e di impegno, di cultura e di collaborazione tra tutti e per tutti. Serve che la gente capisca che si può riuscire e che peggio di così non è possibile.

Nel film di Nanny Loy ‘Le quattro giornate di Napoli’ descrive la rivolta popolare scoppiata a Napoli spontaneamente a seguito della fucilazione di alcuni marinai italiani il 28 settembre del 1943 e che in quattro giorni sconfisse e mise in fuga le truppe tedesche dalla città prima dell’arrivo degli Alleati. Il film è corale e vi si mescolano singoli episodi e personaggi popolari protagonisti della rivolta. Dai ragazzi fuggiti dal riformatorio per unirsi all’insurrezione al piccolo Gennarino  Capuozzo che muore con una bomba in mano pronto a lanciarla sui carri armati nazisti a tanti altri personaggi, tra i quali va ricordato Adolfo Pansini.

Antonio Peragine

antonio.peragine@gmail.com

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