Italia al voto, urne aperte dalle 7 alle 23

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Molti indecisi schede sbagliate a Palermo e Mantova. Soluzioni in extremis

Aperti dalle 7 i seggi per le elezioni legislative e per le regionali in Lazio e Lombardia. Si potra’ votare fino alle 23 in 61 mila sezioni. Chiamati al voto oltre 46 milioni e mezzo di elettori, molti dei quali ancora indecisi secondo gli ultimi sondaggi. M5S, Cav e E.Filiberto ‘rompono’ il silenzio elettorale. Ieri sera, a seggi gia’ insediati, sono emersi errori sulle schede di Palermo e Mantova. Riunioni urgenti nelle due Prefetture. Alla fine, a Palermo e’ stato deciso di ristampare 200 mila schede da riconsegnare prima dell’apertura dei seggi, mentre a Mantova e’ stato deciso di non ristamparle ma di apporre avvisi nei seggi.

Si sono aperte questa mattina alle 7 le 61.552 sezioni elettorali dove gli italiani potranno recarsi per rinnovare il Parlamento della Repubblica. Le schede sono due: una “rosa” per la Camera dei Deputati, l’altra “gialla” per il Senato. Possono esprimere il loro voto per il Senato soltanto gli elettori che hanno compiuto 25 anni. Gli elettori sono complessivamente 50.782.650, di cui 46.663.202 hanno diritto a votare anche per il Senato. In Lazio e Lombardia si vota anche per il rinnovo dei consigli regionali e per l’elezione diretta del presidente della Regione. Ogni seggio e’ composto da un presidente, nominato dalla Corte d’appello competente sul territorio, un segretario, scelto dal presidente tra gli iscritti alle liste elettorali del comune, e quattro scrutatori indicati dalla commissione elettorale comunale sulla base degli iscritti all’apposito albo. Le operazioni di voto si concluderanno alle ore 22. Alle 23 avra’ inizio lo spoglio delle schede.

Si vota con la nuova legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum bis: un sistema misto, in parte maggioritario e in parte proporzionale. Un terzo dei candidati viene eletto secondo il criterio maggioritario e due terzi in modo proporzionale con i candidati inseriti in listini bloccati (da un minimo di 2 a un massimo di 4 candidati). Tutto il territorio nazionale e’ stato diviso in collegi elettorali, ognuno dei quali eleggera’ un certo numero di parlamentari. Il 36 per cento dei seggi di Camera e Senato sara’ assegnato con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali, in cui viene eletto il singolo candidato piu’ votato. Con questo metodo si assegneranno 232 seggi alla Camera e 116 al Senato. Il restante 64 per cento sara’ assegnato con criteri proporzionali: i voti verranno quindi distribuiti in modo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato la soglia di sbarramento (3 pe cento) e, sempre in proporzione, saranno eletti i candidati del listino bloccato plurinominale secondo l’ordine di presentazione, nel numero massimo di seggi cui ogni lista ha diritto. Diciotto, infine, i parlamentari eletti nella circoscrizione Estero (12 Camera e 6 Senato). Il Rosatellum prevede un candidato di coalizione per l’uninominale e un listino bloccato legato a ciascuna lista per il proporzionale, nessun voto disgiunto e una ripartizione dei seggi sul quale peseranno anche le cosiddette “quote rosa” (60 per cento uomini, 40 per cento donne).

Ogni elettore ha a disposizione un solo voto: non e’ ammesso cioe’ il voto disgiunto. Quindi non si puo’ indicare una lista e, contemporaneamente, un candidato al collegio uninominale sostenuto da un altro simbolo o da un’altra coalizione: in questo caso la scheda viene annullata. Ogni scheda e’ divisa in rettangoli: in quello superiore, e’ indicato il nome del candidato nel collegio uninominale, poi sotto ci sono tanti riquadri quanti sono i partiti che sostengono quel candidato. A fianco di ciascun simbolo e’ riportata una mini-lista con il listino dei candidati che corrono per i seggi assegnati con il metodo proporzionale: questi sono “bloccati”, ovvero mettendo la X sulla lista si voteranno automaticamente tutti i candidati indicati accanto. Non si puo’ esprimere una preferenza sui candidati del listino. Con la scheda a disposizione l’elettore dara’ il suo voto sia per la parte uninominale (candidato unico della coalizione, indicato con nome e cognome sopra i simboli che lo sostengono) che per la proporzionale, dove i partiti corrono per se’ e sulla quale si applicano le soglie di sbarramento (3 per cento singolo partito, 10 per cento coalizioni).

E’ possibile votare facendo una X solo sul simbolo di una lista: in questo modo il voto va al partito e, automaticamente, anche al candidato uninominale che questo appoggia e ai candidati del listino riportato accanto. E’ possibile votare anche apponendo una X solo sul rettangolo con il nome e cognome di un candidato uninominale. In questo caso, il voto viene esteso anche alla lista: se il candidato e’ collegato a una coalizione, il voto viene ripartito in proporzione tra le liste che lo appoggiano. Il voto e’ valido anche mettendo due X, barrando, cioe’, sia il nome del candidato uninominale sia il simbolo di uno dei partiti della coalizione che lo sostiene. In questo caso, il voto viene ripartito tra di esse in proporzione dei voti ottenuti da ciascuna lista in quel collegio.

Sono due le coalizioni in campo per questa tornata elettorale. Le altre liste in corsa non hanno siglato alleanze. La coalizione di centrodestra e’ composta da quattro liste: Forza Italia, Lega Salvini Premier, Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni e Noi con l’Italia-Udc. Nella circoscrizione estero il centrodestra e’ presente con la lista Salvini-Berlusconi-Meloni. Anche la coalizione di centrosinistra e’ formata da quattro liste: Partito Democratico, +Europa, Civica Popolare Lorenzin e Italia Europa Insieme. In Trentino Alto Adige e’ collegata al centrosinistra anche la Svp-Patt, mentre in Valle d’Aosta la coalizione comprende anche la lista Valle’e d’Aoste – Tradition et Progre’s. Il Movimento Cinque Stelle guidato da Luigi Di Maio e Liberi e Uguali, con la leadership del presidente del Senato Pietro Grasso, corrono da soli. Tra le altre liste in competizione troviamo all’estrema destra CasaPound Italia e Italia agli Italiani, mentre all’estrema sinistra ci sono Potere al Popolo! e il Partito Comunista di Marco Rizzo. In corsa anche il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi e il Partito Repubblicano Italiano-Ala di Denis Verdini.

li elettori di Lazio e Lombardia si vedranno consegnare dal presidente di seggio anche una scheda “verde” per votare il rinnovo del consiglio regionale ed eleggere il nuovo presidente della Regione. Nel Lazio i principali candidati alla carica di governatore sono l’uscente Nicola Zingaretti, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra (dalla quale si e’ sfilata la Lorenzin) piu’ Liberi e Uguali; la deputata del Movimento Cinque Stelle Roberta Lombardi; Stefano Parisi, sostenuto dal centrodestra e il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, fondatore della lista Sergio Pirozzi Presidente. In gara ci sono anche Elisabetta Canitano di Potere al popolo, Jean Leonard Touadi’ per Civica popolare, Mauro Antonini per CasaPound, Stefano Rosati di Riconquistare l’Italia e Giovanni Paolo Azzaro per la Democrazia Cristiana. In Lombardia, invece, la sfida e’ a sette e vede protagonisti l’ex sindaco leghista di Varese, Attilio Fontana, sostenuto da sette liste di centrodestra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, Energie per la Lombardia e Pensionati, e la lista civica Fontana presidente); il sindaco di Bergamo Giorgio Gori per il centrosinistra, anch’egli appoggiato da sette liste (Pd, Lista Gori, Obiettivo Lombardia per Gori, Insieme, Lombardia Progressista, +Europa e Civica Popolare); il consigliere regionale lombardo uscente Dario Violi per il M5S; l’ex segretario generale della Camera del lavoro milanese Onorio Rosati di Liberi e Uguali; Massimo Gatti, ex consigliere provinciale milanese di Rifondazione comunista, e’ candidato per Sinistra per la Lombardia; infine Giulio Arrighini per Grande Nord, movimento fondato da ex leghisti, e Angela De Rosa per Casapound.

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