Kirghizistan: la piazza chiede nuove elezioni

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Gravi tensioni in Kirghizistan. Numerosi manifestanti sono scesi in piazza nella capitale Bishkek, contestando i risultati delle elezioni parlamentari di domenica. Attaccati alcuni palazzi delle istituzioni e liberato dal carcere l’ex presidente Almazbek Atambayev. I manifestanti chiedono le dimissioni del capo dello Stato, Sooronbai Jeenbekov, e la ripetizione del voto

Giancarlo La Vella –  Città del Vaticano

Giornata di forti tensioni ieri in Kirghizistan. Migliaia le persone scese in piazza nella capitale Bishkek, dopo le elezioni parlamentari di domenica. La dimostrazione ha visto l’intervento delle forze dell’ordine. Gli scontri tra manifestanti e polizia hanno causato un morto e circa 700 feriti. Sono stati presi d’assalto i palazzi del potere ed è stato liberato dal carcere l’ex presidente, Almazbek Atambayev, condannato a giugno scorso per aver liberato nel 2013 un noto criminale. Ad Atambayev le autorità hanno concesso ieri gli arresti domiciliari. Secondo Giuseppe D’Amato, esperto dell’area ex sovietica, si tratta di episodi che sono già avvenuti in passato a conferma della grande instabilità che caratterizza alcune repubbliche ex sovietiche.

La richieste dell’opposizione

Precise le richieste delle opposizioni, innanzitutto nuove e regolari elezioni. In proposito la Commissione elettorale nazionale, proprio per evitare l’acuirsi della protesta, ha invalidato il voto di domenica scorsa. Poi si chiedono le dimissioni del presidente in carica, Sooronbai Jeenbekov; nessuno sa dove si trovi in queste ore, ma il suo portavoce assicura che sta controllando la situazione. L’opposizione vuole anche la nomina di un nuovo governo, che sappia gestire la crisi attuale. In Kirghizistan – riconda D’Amato – circa un quarto della popolazione vive in povertà e la pandemia di Covid-19 ha ulteriormente aggravato le difficoltà economiche dei kirghizi.

Risolvere la crisi senza l’uso della forza

La comunità internazionale guarda con attenzione l’evolversi della situazione in Kirghizistan, un Paese di confine tra Cina, ex Unione Sovietica, Afghanistan e Pakistan, zona estremamente delicata che potrebbe risentire di un prolungamento della crisi. Mosca auspica, per voce del ministero degli Esteri, che il tutto si risolva attraverso negoziati e senza l’uso della forza.  “La Russia è interessata – si legge sul sito del dicastero – alla stabilità politica interna del Kirghizistan, suo partner strategico e alleato, alla sicurezza e al benessere dei kirghizi. Nelle attuali circostanze, la priorità dovrebbe essere data – si legge ancora – al mantenimento delle condizioni per il continuo sviluppo democratico della Repubblica del Kirghizistan in linea con la sua costituzione e le sue leggi”.

06 ottobre 2020, 15:37

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