Kirill, il patriarca russo che ‘benedì’ l’invasione

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Il profilo del sedicesimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie – espressione che risale al tempo degli zar – e capo della Chiesa ortodossa.

© Mikhail Metzel / POOL / Sputnik via AFP
– Kirill e Putin

AGI – Ha sempre difeso e “benedetto” l’invasione russa in Ucraina, “la Russia non ha mai attaccato nessuno” ma “difende solo i suoi confini”, sono le sue ultime dichiarazioni. All’inizio del conflitto, il Patriarca di Mosca Kirill, notoriamente legato a doppio filo con Putin, non si espone, poi finalmente rompe il silenzio.

Non pronuncia direttamente la parola “guerra”, si dice sì “solidale con tutti coloro che sono stati toccati dalla sventura”, e critica l’Occidente e la sua fede cristiana che annacqua la religione, una via perdente, che non si impone sui grandi temi etici e che offre molte concessioni ai dogmi del “politicamente corretto”.

Parla di “parata gay” e motiva l’invasione perché “i popoli russo e ucraino hanno una storia comune secolare che risale al battesimo della Russia da parte del santo principe Vladimir”.

Sedicesimo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie – espressione che risale al tempo degli zar -, capo della Chiesa ortodossa russa, Kirill (Cirillo I) al secolo Vladimir Michajlovic Gundjaev, è nato a Leningrado (l’attuale San Pietroburgo) il 20 novembre 1946. Consacrato vescovo nel 1976 ed eletto il 27 gennaio 2009 con 508 voti su 702, Kirill guida 165 milioni di fedeli sparsi per il mondo. Il nonno e il papà di Kirill erano sacerdoti della Chiesa ortodossa bandita e perseguitata nei primi anni del comunismo.

Vladimir entra nel seminario nel 1965, poi gli studi all’Accademia Teologica di San Pietroburgo. Prima della vocazione, è un tecnico cartografo per la spedizione geologica di Stato tra i geli e le popolazioni dell’Estremo Oriente russo. Ma la carriera ecclesiastica si sviluppa a un ritmo impressionante: segretario del Metropolita della città, rettore dell’Accademia spirituale dove ha studiato, arcivescovo, presidente del comitato rapporti esterni del Patriarcato, infine, nel ’91 metropolita.

Si sbaglia a considerare Kirill, un semplice burocrate. Non è certamente un tipo diplomatico, vedasi l’atteggiamento avuto con la Chiesa ortodossa ucraina e la sua richiesta di autocefalia. In passato è stato considerato un “innovatore”, aprendo, all’epoca della sua guida all’Accademia teologica, nuovi corsi aperti anche alle donne e lezioni di Educazione fisica. Si vocifera che abbia conosciuto Putin quando entrambi erano agenti del Kgb.

Con il capo del Cremlino, da lui definito “un miracolo di Dio”, Kirill è legato da una lunga amicizia, consolidata anche dalla sua inclinazione al lusso. Tra i suoi hobby figurano lo sci alpino, l’allevamento dei cani di razza, lo sci acquatico e gli orologi di pregio, come il Brequet da 30 mila dollari esibito dieci anni fa durante un incontro ufficiale e poi “cancellato” con Photoshop dopo le proteste dei fedeli.

Kirill ha sempre negato l’esistenza di enormi ricchezze, ma secondo le stime della rivista Novaya Gazeta, il Patriarca avrebbe dai 4 agli 8 miliardi di dollari. Patrimonio che potrebbe finire nel mirino della Ue con la proposta di inserire Kirill nella lista degli individui da sanzionare per l’invasione in Ucraina.

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