La balcanizzazione del Congo

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di Luca Attanasio. Giornalista e scrittore

Oltre 150 gruppi armati in azione, interi settori dell’esercito regolare infiltrati da elementi ruandesi e ugandesi, interessi di Stati limitrofi e occidentali su minerali preziosi in quantità abbondanti, razzie, stragi, milioni di morti e di sfollati. Sembra il soggetto di un libro o un film di guerre passate con toni fantasy. Invece è tutto vero. È il contesto riassunto in poche righe di quanto la popolazione delle regioni nord-orientali della Repubblica democratica del Congo (Rdc) vive ormai senza soluzione di continuità dai grandi conflitti della metà degli anni ’90, l’epoca del genocidio in Ruanda, delle guerre dei Grandi laghi passate agli atti come Guerra mondiale africana. È qui che hanno trovato la morte il nostro ambasciatore Luca Attanasio, la sua guardia del corpo Vittorio Iacovacci e l’autista locale Mustapha Milambo. Ma è sempre qui che vengono massacrate, saccheggiate, ferite, terrorizzate centinaia di migliaia di persone, a ritmi praticamente quotidiani nella totale indifferenza del mondo. Il Kivu del Nord e del Sud assieme all’Ituri, sono le tre regioni-polveriera del Congo.  Al loro interno si trovano giacimenti di alcuni dei materiali più richiesti al mondo come coltan, cobalto, oro, nichel, diamanti, e poi legname, petrolio. Un tesoro infinito che farebbe le fortune di qualsiasi Paese al mondo: qui si trasforma in maledizione. 

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Da anni, il termine più usato per descrivere il contesto, è “balcanizzazione”,  il tentativo, cioè, di Stati limitrofi – Ruanda e Uganda su tutti, ma anche Burundi e Tanzania, di prendere possesso  di terre e risorse  e staccare pezzi sempre più significativi di Congo a Kisìnshasa.

L’oriente, lontano migliaia di km dalla capitale e dagli interessi del governo centrale, tutto preso da una infinità di problemi che lo rendono tra i più instabili al mondo, è preda di Paesi vicini che, ovviamente, puntano al caos preferendo trattare con le centinaia di fazioni in lotta o in molti casi insediarne di proprie, per aumentare la propria sfera di azione e lo share di guadagni. Il tutto con la compiacenza di forze occidentali.

La suggestione forse più emblematica di quanto appena affermato, viene dalla teoria – non del tutto astrusa –  secondo cui, dietro l’attentato ad Attanasio, ci sarebbe un tentativo di far precipitare il Congo nel baratro dell’anarchia, messo in azione dalla strana alleanza Kagame (presidente del Ruanda) e il padre padrone della RDC Joseph Kabila (alla guida del Paese dall’uccisione del suo predecessore e padre Laurent Desiree del 2001 fino a tutto il 2018, sebbene il suo mandato fosse scaduto a dicembre del 2016).

L’ex capo di Stato, fino a qualche mese fa alleato nel nuovo governo di Félix Tshisekedi (l’esponente dell’opposizione divenuto presidente grazie a clamorosi brogli dietro i quali, si dice da sempre, ci sarebbe lo stesso Kabila), è stato di recente estromesso dall’esecutivo e sembra aver giurato vendetta.

Una situazione intricatissima difficile da comprendere. Ci aiuta a capire di più padre Gaspare Di Vincenzo, missionario comboniano a Butembo.


Luca Attanasio

Luca Attanasio

Giornalista e scrittore

 

 

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