La crisi nelle mani di Mattarella

Politica

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La maggioranza si sfascia al Senato. Draghi oggi al Quirinale. Drammatico dibattito a Palazzo Madama: le fratture della coalizione che sosteneva l’esecutivo di unità nazionale sono insanabili. Il premier tira dritto, chiede il voto di fiducia sulla risoluzione ‘Casini’, la ottiene (95 voti su 133) ma è un governo di minoranza.

di Giovanni Lamberti

AGI – Il 2 ottobre. Rimbalza sempre di più questa data per le elezioni nei tam tam del Senato. Ma ora la palla passa al presidente della Repubblica Mattarella, sarà lui, come hanno sottolineato oggi fonti di palazzo Chigi, a gestire l’evolversi della crisi politica.

Al termine di una giornata sull’ottovolante il dato è che solo in 95 hanno detto sì alla fiducia sulla risoluzione presentata dall’ex presidente della Camera Casini.

“Udite le comunicazioni del premier si approva”, le poche righe. Ma al centrodestra di governo che aveva presentato un proprio testo non vanno bene. Non si presenta in Aula e la Gelmini lascia FI perché “ha voltato le spalle agli italiani”.

Ora il centrodestra si è ricompattato. Ci sono state le telefonate oggi tra Salvini e Meloni, quest’ultima ha sentito anche il Cavaliere.

Voto a ottobre o al massimo dopo la legge di bilancio, quindi a inizio febbraio. Eventualità anche di andare all’opposizione di un governo tecnico per la finanziaria, appoggiando solo i provvedimenti di interesse per l’Italia.

Le forze politiche comunque si avviano alla campagna elettorale. Lo dice Salvini ai suoi, “comincerà nelle prossime settimane, in estate”, afferma Letta.

“Non abbiamo paura di andare al voto”, affermano i pentastellati. Il centrodestra ha voluto di fatto stoppare anche ogni tentativo di cambiare la legge elettorale, il convincimento è che ci sono tutte le carte per vincere ora rispetto alle elezioni a maggio.

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