La Fed alza i tassi di 75 punti base al 3-3,25%

Economia & Finanza

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La banca centrale Usa  annuncia anche ulteriori rialzi entro la fine dell’anno e rivisto le previsioni su inflazione e Pil.

di Gianluca Alliev

© MANDEL NGAN / AFP – Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell

 

AGI – La Federal Reserve aumenta i tassi di interesse come previsto di 75 punti base, il presidente Jerome Powell ribadisce il ‘forte impegno’ a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%, ma intanto il quadro economico si sta deteriorando e per fine anno si prevede che il Pil crescerà di solo lo 0,2%, contro un +1,7% stimato a giugno.

Questo il quadro uscito dall’appuntamento del Fomc di settembre e dalla successiva conferenza stampa di Powell. Sui mercati dopo alcune oscillazioni nei due sensi Wall Street punta al ribasso, con il Dow Jones vicino al -1%, mentre il dollaro ha guadagnato contro l’euro, sceso a 0,9830, e i treasuries Usa a 2 anni hanno toccato rendimenti del 4,12% ai massimi da 15 anni.

L’aumento dei tassi di 0,75 punti percentuali è il terzo consecutivo e porta il tasso di riferimento al 3,0-3,25% e il Fomc ha dichiarato di “prevedere che aumenti continui saranno appropriati. L’inflazione rimane elevata, a causa degli squilibri della domanda e dell’offerta legati alla pandemia, all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e a pressioni piu’ ampie sui prezzi. La guerra della Russia contro l’Ucraina – spiega – sta causando enormi disagi umani ed economici. La guerra e gli eventi correlati stanno creando ulteriori pressioni al rialzo sull’inflazione e stanno pesando sull’attivita’ economica globale”.
La Federal Reserve ha tagliato le stime di crescita del Pil nel 2022, previsto pari allo 0,2%, dopo che a giugno la stima era del +1,7%. Il Pil nel 2023 e’ ora visto crescere del +1,2% e del +1,7% nel 2024, con un +1,8% nel 2025.

 

L’inflazione alla fine dell’anno è vista al 5,4%, ma in netto calo negli anni seguenti, al 2,8% nel 2023, al 2,3% nel 2024 e al 2% nel 2025. A giugno la Fed prevedeva un’inflazione a fine anno al 5,2%, al 2,6% nel 2023, al 2,2% nel 2024. Quanto alla disoccupazione a fine anno è prevista al  3,8%, contro il 3,7% stimato a giugno. La disoccupazione e’ vista salire al 4,4% nel 2023 e nel 2024, e al 4,5% nel 2025.
“Siamo fortemente impegnati a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% – ha detto Powell – la stabilita’ dei prezzi e’ nostra responsabilita’, senza di questa l’economia non funziona.  Il focus è per un’inflazione al 2% – ha ribadito – andremo avanti finche’ il lavoro non sara’ finito. E’ possibile che l’inflazione diventi radicata, l’alta inflazione crea problemi al potere d’acquisto”. “Nessuno sa se ci sara’ una recessione e quanto durerà – ha poi ammesso – nessuno sa dove sara’ l’economia tra un anno. Centrare un atterraggio morbido e’ difficile”.

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“Il ritmo dei rialzi dipenderà dai dati e dalle previsioni sull’andamento dell’economia – ha aggiunto – a un certo punto diventerà appropriato rallentare il ritmo, nel frattempo avremo valutato l’effetto sull’ economia dei precedenti rialzi”.

 

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