La fontana di Piazzale Loriedo da Alemanno alla Raggi passando per Marino

Lazio

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Dopo l’adozione da parte di una ditta, del giardino di Piazzale Loriedo, nel quartiere di Colli Aniene, gli abitanti del luogo si erano illusi che il piccolo parco potesse tornare ad essere bello come una volta. Poiché a caval donato non si guarda in bocca, ovviamente i rimproveri non vanno alla generosa e volenterosa azienda, ma all’amministrazione comunale. La storia di questo giardino, ma soprattutto della grande fontana centrale, bellissima quando è in funzione con tutti i suoi zampilli, e tristissima quando è a secco, è raccontata dalle mie lettere su noti quotidiani. La prima risale all’aprile del 2010. Ne trascrivo alcune righe: “Avete presente un bell’anello con un grande castone vuoto nel centro tristemente privo della gemma? Così è il piccolo parco di Piazza Loriedo nel quartiere Colli Aniene di Roma. Un gioiello di giardino con una vasca grandissima al centro che era un sogno per nonni e bambini, quando vi scrosciava l’acqua e zampillava allegra verso il cielo. Da quasi un anno ormai la fontana non funziona, e la grande vasca vuota e sporca, anziché abbellire il piccolo parco lo rende triste e squallido… E’ preoccupante il fatto che il Comune della Capitale d’Italia non sia in grado di rimettere in funzione una fontana. E’ davvero preoccupante”.


Quattro anni dopo, quando il sindaco era Ignazio Marino: “La vasca è tristemente vuota, malinconicamente vuota, e pericolosamente vuota se si guardano quei tubi sporgenti dai quali zampillava l’acqua verso il cielo, e l’acqua piovana stagnante e maleodorante. Il problema di questa fontana abbandonata è di trovarsi nel quartiere di Colli Aniene e non nei quartieri di lusso dei Parioli o dell’Eur. Gentile sindaco Marino, se proprio non li trovate i quattrini per la manutenzione della bella fontana di Piazza Loriedo, fate una cosa, riempitela di terra e metteteci dei fiori. I soldi per i fiori li avete almeno? E con tristezza gli abitanti del quartiere diranno addio al loro piccolo sogno” (23 aprile 2014).
Altre lettere sono seguite sino ad oggi, durante l’amministrazione Raggi.  Il periodo più bello per il parco, è stato quando ad occuparsi della sua manutenzione era il proprietario del bar – pasticceria “Dolce e Salato”, chiuso con sigilli dal 1917.
Oggi la situazione è la seguente: gli alberi d’arancio si sono ammalati e fanno pena a vedersi, alcune siepi sono state distrutte dai parassiti, qua e là mucchi di rami secchi, muri imbrattati da scritte, e la fontana, la povera grande fontana, è priva d’acqua, coi soliti brutti tubi in vista.

Renato Pierri

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