La funzione docente svilita e svenduta: quale futuro?

Attualità & Cronaca

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 di Dario Patruno

Il grido di dolore che avverto da più parti dal nord al sud e che vede coinvolti gli insegnanti dalle materne alle scuole medie superiori è sintetizzato nella domanda: cosa ci aspetta?. Quelli che hanno superato la sessantina si preoccupano su quando potranno andare in pensione e hanno paura di prendere una somma che non consenta di avere una vita dignitosa. Purtroppo governo, sindacati e parlamento non considerano l’insegnamento un lavoro usurante perché misurano l’usura nel tempo con una manualità o mansioni diverse.

Val la pena soffermarsi per non ingenerare equivoci su quali sono i lavori usuranti in base alle normative succedutesi nel tempo dal Decreto legislativo n.374 del 1993 al decreto 19 Maggio 1999 c.d.  “decreto Salvi”.

Questo l’elenco:

  1. lavoratori notturni a turni e/o per l’intero anno;
  2. addetti alla “linea catena”;
  3. conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.
  4. lavoratori impegnati in mansioni svolte in sotterraneo, quindi in galleria, cava o miniera;
  5. addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale;
  6. addetti al fronte di avanzamento di lavori nelle gallerie;
  7. lavori svolti in cassoni ad aria compressa;
  8. lavori svolti dai palombari;
  9. lavori ad alte temperature; soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio;
  10. attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, mansioni svolte all’interno di spazi ristretti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture;
  11. lavori di asportazione dell’amianto.

Oltre agli insegnanti d’asilo e dell’infanzia dal 2022 anche i maestri e i collaboratori scolastici della primaria, rientreranno tra i lavoratori usuranti. A loro (come a tutti gli altri lavoratori usuranti) verrà corrisposto un assegno ponte sino al raggiungimento dei requisiti per la pensione piena (67 anni).

A questo punto viene da chiedersi perché non estendere i riconoscimenti normati anche agli altri docenti? L’usura vale sempre anche nelle fasce di età puberale e adolescenziale in cui gli episodi di cronaca sempre più crescenti mostrano la difficoltà e la fatica di interagire con queste fasce di età.

In un periodo storico in cui lo Stato ricerca molti insegnanti da immettere in ruolo e le procedure per il reclutamento si allungano e si moltiplicano, lo Stato mostri coraggio e investa sull’istruzione per dare un futuro alle giovani generazioni e dare serenità ai ragazzi che potranno avere insegnanti sereni e motivati immessi in ruolo che assicurino continuità didattica.

Prendiamo esempio dall’Europa dove l’immissione in ruolo avviene attraverso l’osservazione e il giudizio dei dirigenti sulla capacità di insegnare e non con procedure che non possono oggettivamente valutare il valore reale delle persone da immettere in ruolo. La globalizzazione passa anche attraverso scelte sulla scuola che investe sul capitale umano.

E’sotto l’occhio di tutti il fallimento dei sistemi di reclutamento finora posti in essere che ha escluso docenti validi solo perché non allenati alle logiche aziendalistiche quick service.

Si favorirebbe un ricambio generazionale di cui si parla ma che si attua con molta timidezza nei fatti. Si deve pensare in maniera globale e così si rende meno drammatica la decrescita demografica.

Basta con incertezze e cambi di facciata che non approdano a reali miglioramenti. I sindacati sono avvertiti

 

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