Inutile dire: la notizia desta molta ilarità e confusione, anche se nessuno sa che Lisetta è già segretamente impegnata con Filippo che gestisce una locanda nel centro cittadino.
La vicenda si complica ulteriormente quando -per evitare che la tresca tra Lisetta e Filippo si scopra- quest’ultimo dice in giro di essere sposato con Madama la Rose, senza aver avuto tempo di informare la fidanzata.
Il poeta Giuseppe Palomba (molto conosciuto all’epoca anche se inferiore, per vena poetica, allo zio Antonio) ne ricavò il libretto da ‘Il matrimonio per concorso’ di Carlo Goldoni, principe indiscusso della commedia settecentesca, che scriveva storie esilaranti di amori contrastati, travestimenti ed equivoci senza indulgere troppo nell’approfondimento psicologico (che non lo interessava) ma trattando i personaggi come emblemi di uno stereotipo comportamentale.
‘Il matrimonio per concorso’ era un quadro di vita borghese, già perfetto per un’opera semi-seria ma, secondo Palomba, non sufficientemente idoneo a rappresentare l’opera nel Teatro dei Fiorentini della città partenopea: trasformò così il personaggio del padre (molto scialbo in Goldoni) nel cosiddetto ‘buffo napoletano’, dandogli il nome altisonante di Don Pomponio Storione, tanto più esilarante poiché l’azione si svolgeva nella Parigi elegante di inizio Ottocento.
Palomba sfruttò -come si faceva all’epoca- la precedente riduzione librettistica del veronese Gaetano Rossi per la musica di Giuseppe Mosca (‘Avviso al pubblico’, Teatro alla Scala, 1814) mentre, a sua volta, il suo libretto fu in seguito rivisto dal napoletanto Andrea Leone Tottola.
L’opera fu scritta dopo il debutto romano de ‘Il Barbiere di Siviglia’ (Teatro Argentina, 20 febbraio 1816) e tre mesi prima di ‘Otello’. Fu predisposta probabilmente per ‘fare cassa’, utilizzando più che mai autoimprestiti, provenienti da ‘Il Turco in Italia’, da ‘La Pietra del paragone’, da ‘L’Equivoco stravagante’ e da‘La Cambiale di matrimonio. A loro volta, alcuni brani della Gazzetta, tra cui la sinfonia, furono trapiantati ne ‘La Cenerentola’.
In epoca moderna, ‘La Gazzetta’ è stata messa in scena al ROF nel 2001 con la regia di Dario Fo che firmò uno spettacolo dai tratti onirici e surreali in una cornice Belle Epoque.
Ho cercato di lavorare per sottrazione, per ricondurre tutto alla mia idea di teatro essenziale. Le grandi produzioni mi piacciono poco’- ha commentato alla stampa il regista supportato nel suo lavoro dalle scenografie semplici ed essenziali di Manuela Gasperoni, i costumi di Maria Filippi,le luci di Fabio Rossi.
Caoduro interpreta quello che un tempo era chiamato ‘buffo cantante’, nel linguaggio attuale un basso baritono brillante, dalle eccellenti qualità virtuosistiche (ha cantato in questa veste nei più prestigiosi teatri del mondo).
E’ un belcantista sopraffino ed impeccabile, capace di interpretare ogni
Sul podio il M° Carlo Rizzi ha diretto con brio l’Orchestra Sinfonica Rossini ed Il coro del Teatro della Fortuna di Fano, preparato da Mirca Rosciani.