La Meloni avverte la Lega e Forza Italia: “Giocherò in attacco”

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La leader di Fratelli d’Italia lanciare il suo partito come forza centrale della coalizione per un futuro governo di centrodestra e conferma che non farà sconti agli alleati in questo scorcio finale di legislatura

tempo di lettura: 5 min

© Minichiello / AGF
– Giorgia Meloni

 “È il momento di giocare in attacco”. Dalla Direzione Nazionale, allargata per l’occasione a parlamentari e coordinatori regionali, Giorgia Meloni conferma che non farà sconti agli alleati di centrodestra al governo, in questo scorcio finale di legislatura.

Nella sua mezz’ora di relazione la leader di FdI, in linea con l’atteggiamento tenuto dal giorno della rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, ha spiegato che non ha intenzione di alleggerire il pressing su Lega e Forza Italia, in vista di quel chiarimento – anche oggi invocato – che nei suoi auspici dovrà porre fine alle ambiguità e le basi per un centrodestra rinnovato dalle fondamenta.

Facendosi forza dei sondaggi che indicano il suo partito come sicuro primo nel centrodestra e in lotta col Pd per il primato assoluto, Meloni ha sottolineato che “FdI è centrale nel quadro politico. È la consapevolezza che tutti dobbiamo avere perché è il momento di giocare in attacco, ben sapendo che le accuse, le etichette e tutto quello che ci hanno affibbiato finora non è nulla rispetto a quello che accadrà”.

Prima di incalzare gli alleati sui temi più cari, la leader di Fratelli d’Italia ha respinto energicamente tutte le accuse di inadeguatezza del suo partito a governare: “Fratelli d’Italia – ha detto – ha le carte in regola per governare questa nazione. Non siamo il ‘partito del no’ come dicono molti ‘signor sì’: siamo il partito che vuole rappresentare con orgoglio il campo del centrodestra. Fratelli d’Italia – ha aggiunto – non è la prosecuzione di An: è quello che avremmo voluto fosse il Pdl e che il Pdl non è riuscito a essere, un partito aperto, fondato saldamente su dei valori, a vocazione maggioritaria”.

Un parallelo utile a lanciare il suo partito come forza centrale della coalizione e di un futuro governo di centrodestra, a prescindere da cosa succederà con la legge elettorale: “Con l’attuale legge elettorale senza Fratelli d’Italia non si vince in nessun collegio uninominale; se imporranno il proporzionale Fratelli d’Italia potrebbe affermarsi come primo partito ed essere il perno sul quale costruire un nuovo governo. Con buona pace di chi racconta che saremmo isolati”.

Un peso specifico da far pesare nei rapporti interni alla coalizione, alla quale Meloni chiede precise garanzie per il futuro: “I cittadini di centrodestra non comprendono più chi insegue le sirene della sinistra, che ci chiedono di non avere complessi di inferiorità. Al governo vogliamo andare con chi condivide la nostra stessa visione del mondo. Non è a noi che va chiesto se intendiamo ricucire lo strappo con gli alleati. È a loro che va chiesto se e come intendono ricucire lo strappo con gli elettori di centrodestra che alcune scelte hanno comportato. Serve chiarezza – ha proseguito – e chiederemo lealtà a chi vuole ricostruire e convinzione nel difendere questa metà campo. Vogliamo sapere ad esempio quali siano le regole di ingaggio della coalizione; vogliamo sapere se le larghe intese sono effettivamente una parentesi e se si esclude di riproporle nella prossima legislatura; chiediamo di sapere con certezza se la posizione comune del centrodestra è ancora quella di non sostenere in alcun caso una legge elettorale proporzionale”.

Per prepararsi al meglio al rush finale della legislatura e alla campagna elettorale, la leader di FdI ha già annunciato alcune iniziative politiche: “Dal 29 aprile al 1 maggio daremo vita a una grande manifestazione: insieme ai nostri dirigenti e amministratori, ma anche coinvolgendo autorevoli personalità, perché possano contribuire a farci porre le basi per la stesura del nostro programma di governo”.

Infine, oltre a rilanciare la raccolta firme per il presidenzialismo, Meloni ha appoggiato la richiesta della Fondazione Einaudi di una “Assemblea costituente per riformare la nostra Carta fondamentale”. agi

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