“La musa ispiratrice”

Arte, Cultura & Società

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Mi scrive il maestro Salvatore Magli da Lecce, che mi chiede quale sia il ruolo della musa ispiratrice  

Fin dalla notte dei “Tempi”, le figlie di Zeus, creature divine e protettrici delle Arti, venivano considerate dai Poeti, dai Pittori e dagli Scultori, fonte dispensatrice di inesauribile fervore creativo e, per questo, evocate con devozione.

Nel corso dei secoli, quelle creature Mitologiche, hanno subito un processo di metamorfosi: … da Dee dell’Olimpo, a Donne con la “D” maiuscola. Donne che hanno perso, si, la propria natura Divina ma, in compenso, hanno assunto il ruolo di ispiratrici delle Opere dei più grandi Maestri della Storia dell’Arte.

Posso citare alcune Muse ispiratrici tra le più note, quali: “Teresa Fattorini Musa di Giacomo Leopardi, Edie Sedgwick di Andy Warhol, Frida Kahlo di Diego Rivera, Eleonora Duse di Gabriele D’Annunzio”, e mi fermo qui per questioni di spazio.

La Musa, è molto di più che una semplice modella accademica e si può celare, potenzialmente, in ogni “Donna”, purché si determini quel necessario meccanismo simbiotico con l’Artista.

La Musa, non deve essere necessariamente bella esteticamente secondo i canoni fisiognomici legati alla perfezione anatomica, ma deve rispondere solo e soltanto alla figura di Donna che per natura sia ispiratrice, Il cui “Fascino” immenso (e nascosto ai più), superi i limiti imposti dal “senso” della vista, per entrare trasversalmente nella mente dell’Artista.

Le Muse, storicamente, possono essere compagne, amanti, amiche e/o semplici conoscenti. Non è una questione solo di contatto fisico ma è, anche e soprattutto, di tipo mentale.

La Musa, è la parte femminile del Poeta, del Pittore e dello Scultore, che prende corpo in quell’intricata ed intima “condivisione” intellettuale, che determina un legame psicologico coinvolgente.

Di contro, gli Artisti di qualsiasi Epoca, hanno finito per “Celebrare” (e giammai festeggiare) la figura della Donna, mettendola al centro della Storia dell’Arte (la Gioconda quale vessillo su tutte), in perfetta linea con il mondo religioso del Cristianesimo, la cui icona è rappresentata da Maria Madre di Gesù.

Quindi, l’Arte e la Religione, fondano il loro “credo” su due figure femminili, ponendole al centro del Mondo.

VI sembra poco?

Malgrado ciò, solitamente quando si discute di Storia dell’Arte, spesso si finisce col parlare, tendenzialmente, del successo dei “Grandi Uomini”, di grandi imprese, di eroiche azioni (Caravaggio su tutti), senza evidenziare cosa stia dietro a tutto ciò. Invero, l’Artista, nella sua accezione tradizionale, è concepito, concettualmente, come identità virile, ovvero come se tutto il mondo ruotasse attorno alla figura dell’uomo, inteso come maschio.

Beh, questo sarebbe anacronistico, soprattutto viste le ultime tendenze sociali oramai di moda, ma non bisogna dimenticare, però, che per comprendere fino in fondo quale sia stato il contributo profuso dai Grandi Maestri del passato, in favore della Cultura e dell’Arte mondiale, sia necessario conoscere le controparti femminili,  indipendentemente se abbiano recitato il ruolo di amanti e/o nemiche, perché l’uomo “Artista” e la donna “Musa Ispiratrice”, sono due entità simbiotiche, che si intrecciano e si esplicano reciprocamente, l’una nell’altra.

Scevre, naturalmente, dalle moderne partigianerie politiche, che nulla hanno a che vedere e a che fare col mondo dell’Arte. Stiamo parlando solo di Storia dell’Arte. Per carità.

ROBERTO CHIAVARINI

OPINIONISTA DI ARTE E POLITICA

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