La nuova rivoluzione francese

Politica

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Il presidente Boeri è stato ascoltato ieri sulla questione pensioni e, rispondendo alle critiche rivoltegli da un uomo politico ha, con garbata arroganza, sostenuto la prevalenza dei dati statistici e contabili rispetto alle opinioni di chiunque. Quasi contemporaneamente a Radio 24 il conduttore ha contestato con convinta arroganza un ascoltatore che asseriva la esorbitanza degli immigrati rispetto alla popolazione nativa italiana dicendo che servono dati e statistiche per sostenere una tesi se no le idee di chiunque “sono balle”. Il Sole 24 ore di oggi 5 luglio titola “Boeri e la forza dei numeri” asserendo con la consueta arroganza la totale prevalenza dei numeri sulla realtà effettiva. Come dire che non vi sono poveri fino a quando l’Istat non lo certifica, non vi sono aziende in crisi fino a quando non chiudono, non vi sono migranti se non dopo che si sono registrati come tali, non vi sono homeless se non quelli censiti,…. Si evidenza così una contrapposizione netta tra la realtà reale che si vive tutti i giorni e che lor signori considerano virtuale e frutto di ipotesi personali e la realtà virtuale(quella statistica ed ufficiale) che invece viene contrabbandata come l’unica vera e credibile perché certificata (non si sa come) da un tecnocrate che quindi è l’unico deputato a dirci come stanno le cose per davvero!!! Quello che noi vediamo (bivacchi sotto i ponti, nei pressi delle stazioni, sotto i portici, bande di stranieri che vagano inutilmente nelle città, supermercati presidiati capillarmente da questuanti,…) non conta, ma conta solo quello che è ufficiale.

Questa contrapposizione non è di opinioni ma di approcci filosofici di fondo; un po’ come è stato il periodo della contrapposizione tra ancien regime e rivoluzionari francesi. Anche allora la realtà che veniva vista dai nobili dell’epoca era blindata: essi possedevano cultura, danari, terra, forza politica, forza militare… nulla poteva secondo loro concretamente fermarli e deporli; era la solare evidenza in un regno che era peraltro la superpotenza dell’epoca. Al contrario la Storia stava lavorando contro di loro! la gente comune senza alcuna consapevolezza di essere lì a scrivere una pagina di portata epocale ha demolito e sostituito, non senza incertezze ed errori, l’ancien regime con un sistema che mai nessuno all’inizio della rivoluzione poteva prevedere e proporre senza passare per matto.

Peraltro nell’era dei social la situazione reale è ampliata dalla comunicazione della gente verso l’altra gente; mentre la realtà statistica ha ancora un qualche credito che è però in via di evidente spegnimento.

La situazione odierna appare molto simile a quella prerivoluzionaria con una educata sollevazione popolare, quasi generale, che insegue alcuni simboli come la questione migranti o la moneta imposta dall’esterno; ma è evidente che la contestazione coinvolgerà l’intero sistema che oggi è egemone; sistema che è basato sulla tecnocrazia econometrica visibilmente incapace di dare risposte mentre asserisce che va tutto bene salvo una qualche piccola riforma da fare, la demonetizzazione della moneta che deve divenire tutta virtuale e che non deve uscire dalle banche, la perdita totale della sovranità e della identità culturale a favore di una omogeneizzazione mondiale delle culture e degli stili di vita… come si può pensare che questo sistema oggi egemone alla fine vinca?

Il fatto che poi esista un credito di imposte inesigibili pari a metà del debito pubblico (e questo è un dato contabile e quindi per loro incontestabile) che testimonia il fallimento totale di questo modo di fare economia, per lor signori non significa che l’intero sistema sta andando a sbattere ma che la illibertà della nostra economia che ha prodotto il disastro attuale deve crescere e non ridursi.

Follia pura, che costerà molto caro a tutti noi.

Canio Trione

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