La parabola di Zelensky, da star della tv a vittima dell’invasione russa

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Dal set di una fiction di enorme successo alla guida del governo di Kiev. Il premier ucraino, 44 anni compiuti da un mese, si trova ora a dover difendere il proprio Paese da un’invasione che definisce “nemica”

Volodymyr Zelensky

Da protagonista sul set di una fiction ucraina di grande successo a vittima. Nell’aprile di tre anni fa, l’attore comico Volodymyr Zelenski è stato catapultato al vertice dell’Ucraina trasformando in realtà quanto accadeva nella fiction di cui era protagonista, Servo del Popolo, lo stesso nome dato anche al suo partito elettorale.

Ora, a 44 anni compiuti da un mese, si trova a dover difendere il proprio Paese da un’invasione che definisce “nemica”. Nelle schermaglie diplomatiche delle settimane che hanno preceduto il precipitare degli eventi di oggi, Zelenski è stato molto attivo e ha viaggiato in tutto il mondo cercando e trovando le rassicurazioni dell’Unione europea, della Nato e del G7. All’epoca della sua entrata in politica, Zelenski fu paragonato all’italiano Beppe Grillo.

Fino a meno di tre anni fa, aveva sempre tenuto a sottolineare di non essere un politico, ma “solo una persona semplice, venuta a rompere questo sistema”. Un attore, a parole anti-establishment, prendeva le redini di un Paese prostrato economicamente e in guerra da 5 anni, nelle sue regioni orientali.

Per la sua inesperienza, si diceva nel 2019, rischiava essere spazzato via dal presidente russo Vladimir Putin; qualcuno invece, come l’ex rivale e capo di Stato uscente Petro Poroshenko, lo definiva un fantoccio del Cremlino; altri lo ritenevano completamente dipendente dall’oligarca fuggito a Tel Aviv, Igor Kolomoisky, la cui tv ‘1+1’ ospitava la serie che gli aveva dato la popolarità.

A suo tempo, grazie a questa inesperienza, il comico riuscì a rompere la tradizionale divisione geografica fra Ovest ed Est unificando l’elettorato. Gli ucraini erano stanchi di anni di promesse non mantenute e Poroshenko, anche se era riuscito a tenere in piedi il Paese e ad attuare flebili riforme, non era invece riuscito a migliorare le condizioni economiche e gli standard di vita, né a sradicare la dilagante corruzione.

Il presidente si è da allora circondato di consiglieri esperti anche per garantire di mantenere gli impegni previsti dal programma di aiuti finanziari del Fondo monetario internazionale (Fmi), da cui dipende l’Ucraina. Il Paese era uscito da una pesante recessione nel 2014-2015, ma le riforme sono tuttora in parte incompiute. agi

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