“La paranza dei bambini”. Una cruda realtà che colpisce il cuore

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La paranza dei bambini”, dal best seller di Roberto Saviano al palco del Teatro Comunale di Monfalcone (GO). Una cruda realtà che colpisce il cuore

La paranza, i pesciolini, quelli talmente piccoli che, dopo essere rimasti imbrigliati nelle reti, possono essere cucinati solo fritti, ma che nel gergo camorristico diventa la “batteria di fuoco” dei giovanissimi, la manovalanza, il braccio armato di una criminalità mafiosa tentacolare, che, agognando potere e ricchezza, vive con sprezzo del pericolo, diffondendo timore e morte. 

Al Teatro Comunale di Monfalcone (GO), il 22 marzo 2018, Mario Gelardi e Roberto Saviano, autori della drammaturgia basata sull’omonimo romanzo dell’autore di Gomorra, ci hanno presentato un gruppo di antieroi in età adolescenziale, scaltri, intelligenti ed iperattivi, che vuole dimostrare di essere ormai “grande” e pronto a mantenere il pieno controllo sulla piazza dello spaccio di droga.

Uno spettacolo teatrale che porta in scena una realtà cruda, cinica e violenta, capace di reclutare non solo i “figli d’arte” di padri detenuti in regime di 41 bis, o ragazzi con alle spalle famiglie disagiate, ma anche giovani studenti, con probabile brillante futuro in un contesto di legalità, figli di famiglie oneste che, però, accecati dalla brama di soldi e successo, rinunciano a prospettive di vita sane, per diventare esperti del malaffare.

Nicolas, il “Marajà” di Forcella che vuole conquistare Napoli, ne è un esempio: viene riconosciuto come il leader del gruppo perché è uno “studiato”, che conosce bene la filosofia di Macchiavelli e dimostra di essere geniale quando promuove e propone ai boss la sua “paranza”; questa banda di giovanissimi corvi neri, che muore dalla voglia di affrancarsi dallo status di bambino e di agire, di intimorire, di sparare, di spacciare, ma che diventa ridicola durante il rito di affiliazione, con annesso patto di sangue e ripetizione a memoria dell’impegno a stringere il sodalizio.

La scena è costruita attorno a loro e con loro si fonde, su un palco dove il croma prevalente appartiene alla scala dei grigi, sporadicamente intervallato da sprazzi di luce che viene ora dalle torce maneggiate con la destrezza dei ladri, ora dalle “canne” fumate, ora dalle tinte dorate delle preziose poltrone su cui siedono i boss quando dispensano ordini e raccomandazioni criminali….Loro, “la paranza”, sono anche il motore di una scenografia dinamica che cambia continuamente ruolo drammaturgico, grazie a due pedane in salita movimentate proprio dagli attori: diventano scale per salire su un preciso luogo in un piano alto, oppure i tetti delle case in cui i violenti criminali tornano a essere bambini, o ancora muretti su cui appoggiarsi e tirare una striscia di coca con il naso e non dimeno il luogo adatto in cui consumare delitti…. E’, insomma, dramma puro quello animato dai giovani attori, formatisi nel Nuovo Teatro Sanità di Napoli, che si mostrano affiatati, disinvolti, preparati, consapevoli del contesto che raccontano, nonché padroni del dialetto partenopeo e dello spazio scenico, nonostante l’età.

Lo spettacolo rappresenta un progetto “illuminato”, realizzato con il Nuovo Teatro Sanità di Napoli, che deve il suo nome proprio al quartiere Sanità in cui nasce, noto per essere, purtroppo, teatro di “stese di camorra”, dove i colpi d’arma da fuoco vengono sparati all’impazzata e rispetto al quale il Nuovo Teatro vuole porsi come contraltare, offrendosi come scuola di educazione civica, in cui si insegnano i valori positivi della legalità e dell’onesta collaborazione nel bene della società.

Annamaria PERAGINE

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